Sigpress Contro Scotland Yard

Sigpress Contro Scotland Yard
Sigpress Contro Scotland Yard

Sigpress Contro Scotland Yard (di G. Zurli, 1968) è un film che ho inseguito a lungo, un titolo praticamente irreperibile, che ho trovato grazie ad una gran botta di deretanus su una bancarella di un mercatino domenicale paesano, per altro quasi regalato (anche perché la copertina del dvd è un po' malconcia). In compenso però la qualità video del master Bandiera Gialla (che curava la serie "Gli Incredibili Cult"....e questo è decisamente incredibile da reperire, e cult!) è fenomenale. Il video pare un bluray, e stiamo parlando di una pellicola del '68, l'audio invece non è felicissimo, di tanto in tanto affiora l'effetto rimbombo, ma considerate le premesse, è un difetto del tutto tollerabile.

Sigpress, alias George Martin - cosa diavolo significhi il nome lo sa solo Guido Zurli - è un eroe truffaldino, o un truffatore eroico, insomma è un tizio che sta sempre un passo avanti ai criminali, recupera le refurtive trafugate e le restituisce ai legittimi proprietari, ma trattiene per sé il 10% del valore, per il disturbo. La cosa fa parecchio imbestialire Scotland Yard, sistematicamente beffata come un allocco. Si gioca molto con le allusioni a Diabolik e James Bond, tant'è che 007 viene apertamente evocato in almeno un paio di situazioni, quando Sigpress, mascherato, viene proprio scambiato per l'agente segreto e quando vediamo un cinema che proietta Si Vive Solo Due Volte. E ci sono pure le mitiche maschere in lattice creano sosia perfetti. Sigpress invece di avere una bionda e sciantosa Eva Kant al suo fianco, convive con il fido maggiordomo tuttofare Klaus Kinski, ai limiti di un rapporto omosessuale. Kinski infatti lo massaggia lo increma pure (anche se il maggiordomo viene dipinto come un donnaiolo impenitente). George Martin è un gran macho, un atleta capace di mille piroette, che si allena costantemente (risponde pure al telefono mentre si fa i muscoli); il suo alter ego è l'Ispettore Bennet (Paolo Carlini), una versione di Clouseau appena appena meno demenziale, ma sempre sconfitto e beffato da Sigpress. C'è pure una giovanissima Orchidea De Santis, praticamente sempre in bikini, il che non credo sia dispiaciuto agli spettatori, né nel 1968, né oggi. Abbiamo poi Ingrid Schoeller, ambigua e seducente segretaria "personale" di un riccone miliardario, e Karin Field, amante del miliardario di cui sopra, altrettanto bionda ma un po' meno intrigante; infine Gloria Paul, che si limita ad un numero da nightclub veramente goffo, e che mi ha ricordato quello di Susan Scott in La Morte Cammina Con I Tacchi Alti. Molto buona la recitazione di tutto il cast, leggermente sopra le righe come si richiede ad un buon fumetto.

Sigpress è all'inseguimento di un gioiello senza prezzo chiamato l'occhio di Allah; non è l'unico a volerci mettere le mani sopra, e dovrà, come al solito, fronteggiare sia criminali che ingannare Scotland Yard, per riuscire ad impossessarsene battendo tutti sul tempo. L'estetica del film è molto Sixties (naturalmente), cromaticamente pop, e un po' fracassona per quanto riguarda il commento sonoro. Un film divertente e scoppiettante soprattutto grazie al ritmo incessante impresso al plot. Diversi i momenti quasi comici, che aiutano a rendere questa spy story poliziesca decisamente intrigante e briosa. Zurli ambienta una prima parte della vicenda a Londra per poi trasferirsi a Parigi; l'impressione è che rimaniamo sempre nella campagna laziale, ma va bene lo stesso, i monumenti principali Zurli ce li schiaffa tra un fotogramma e l'altro. sto è noia

Trailer ufficiale

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