Il Segreto Degli Incas

Il Segreto Degli Incas
Il Segreto Degli Incas

Per stessa ammissione di George Lucas e della costumista Deborah Nadoolman Landis (moglie di John), Il Segreto Degli Incas ha rappresentato una delle maggiori influenze nell'universo (soprattutto estetico) di Indiana Jones e del primo I Predatori dell'Arca Perduta (1954). Non ci vuole molto a notare che l'abbigliamento dell'avventuriero Harry Steele (Charlton Heston) ricorda molto quello di Indi (giacca di pelle marrone, fedora, larghi pantaloni beige, borsa a tracolla, barbetta incolta di qualche giorno). La Landis ha dichiarato apertamente che il film fu visionato diverse volte e con molta attenzione. E non è difficile nemmeno cogliere citazioni evidenti di intere scene, su tutte quella in cui Steele ritrova nella grotta Inca il disco d'oro che si credeva andato perduto. L'indicazione del nascondiglio dentro la roccia avviene mediante un gioco di rifrazione luminosa che si ripropone pari pari ne I Predatori dell'Arca Perduta. Del resto Spielberg e Lucas non hanno mai fatto di mistero di essersi ispirati anche alle pellicole degli anni '50 per costruire l'immagine e la sostanza romantica del personaggio del Professor Jones.

Harry Steele è una guida turistica che accoglie gli aerei di visitatori in cerca delle meraviglie peruviane. E' una sorta di fac-totum, sbriga lavoretti vari per campare (non tutti legali), col proposito segreto di far fortuna e scappar via con un aereo. E' in combutta con un certo Morgan (Thomas Mitchell), un poco di buono che un giorno gli commissiona un lavoro e il giorno dopo tenta di farlo accoppare. La mesta routine di Steele viene sconvolta dall'arrivo di una profuga romena, Elena Antonescu (Nicole Maurey), e dagli scavi archeologici del Prof. Stanley Moorhead (Robert Young), nei quali tutto il locale popolo Inca ripone grandi speranze poiché la leggenda narra che il ritrovamento di un manufatto perduto (un disco di oro e pietre preziose raffiurange il sole, di inestimabile valore) riporterà gli Incas al loro antico splendore. - SPOILER: Messo sotto ricatto Steele, Morgan si inserirà nella ricerca e trafugherà il disco d'oro, ma sarà proprio Steele ad ucciderlo e a restituire l'oggetto al popolo Incas.

La pellicola rispecchia bene come Hollywood vedeva una landa lontana e misteriosa come il Perù all'altezza degli anni '50. E' un po' il leit-motiv dei film dello zio Sam di quegli anni, esotismo di cartapesta, declinato in novelline e favolette sempre molto ingenue, nelle quali la storia d'amore modello Harmony non poteva mancare e la divisione manichea tra buoni e cattivi si tagliava con l'accetta. Il Segreto degli Incas è tutto questo, ma è anche un grande film d'avventura, dove basta concedersi un po' di fanciullesco e benevolo spirito di immaginazione per ritrovarsi a 3000 metri d'altezza dalle parti di Machu Picchu. Oggi sarebbe tutto estremamente più realistico e curato, un film come Apocalypto (che si occupava di Maya e non di Incas) lo insegna, addirittura i dialoghi verrebbero ripensati secondo uno spirito filologico e conservativo. Tuttavia il piacere di vedere un film d'avventura degli anni '50 consiste proprio in quel tipo di atmosfere sempiterne e sempre valide; colori ancora incerti della pellicola, costumi ridondanti e circensi, attori tutt'altro che understatement (ma soprattutto bravi prima che belli), psicologie semplici da romanzo d'appendice.

Nel caso de Il Segreto Degli Incas i peruviani sono in realtà dei nativi americani pellerossa, ne furono usati circa 500 come comparse (siamo in era pre CG); in particolare però i riflettori sono puntati su Yma Sumac (Kori-Tika nel film). Zoila Augusta Emperatriz Chávarri del Castillo - questo il suo vero nome - scomparsa nel 2008, fu una cantante peruviana nota per la sua incredibile estensione vocale (i pareri sono incerti tra le quattro o addirittura le cinque ottave di range), che le fece attribuire il record di aver cantato la nota più acuta mai registrata da una voce femminile (nella canzone "Chuncho"). Il suo ruolo nel film è piccolo ma importantissimo, è la voce del popolo Incas e, al di là di una sola battuta di dialogo assegnatale, si esibisce in dei numeri musicali nei quali dà prova della sua strabiliante abilità canora. Esibizioni che coniugano meraviglia e kitsch, visti i gorgheggi impossibili che realizza, i costumi ed il trucco che la rendono una fascinosa ed inquietante sacerdotessa dell'antichità (oltre alla notevole somiglianza con Dita Von Teese). Nota di merito per tutto il cast, ottimi Charlton Heston, Thomas Mitchell e la bella e sensuale Nicole Maurey. La Paramount girò il film in loco, tra Cuzco e Machu Picchu, tuttavia il ricorso anche a fondali posticci e visibilmente falsi crea un effetto doppio che fa passare lo spettatore da ampie e suggestive scene con veri paesaggi naturali a momenti più maldestri ricreati alle bene e meglio in studio. Merito della pellicola fu un sensibile incremento del turismo in Perù.

Trailer ufficiale

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