Scandal – Il Caso Profumo

Scandal – Il Caso Profumo
Scandal – Il Caso Profumo

Avevo 15 anni quando andai a vedere questo film al cinema, solo soletto. Era vietato ai minori di 14, quindi per altro mi pareva di sfidare l'Autorità costituita immolandomi come un sol uomo in una sala dove fino a poco tempo addietro non sarei stato ammesso. Ricordo che uscì soddisfatto della visione, oltre ciò il buio. No, non quello in sala, ma nel cervello, nel senso che non ho ricordato assolutamente niente del film per un quarto di secolo, complice anche il fatto che non mi pare che la tv si sia mai ricordata della sua esistenza e che anche in dvd è stato (finalmente) pubblicato da pochissimi mesi. In pratica una pellicola sparita nel nulla, vista allora e poi perduta, fortunatamente non per sempre.

E' buffo riprendere il filo di un discorso interrotto così tanto tempo fa. Praticamente è stato come rivederlo daccapo, come fosse la prima volta, anche se sapevo di cosa si trattava. Siamo in Inghilterra nel 1959, due anime perse si incontrano per caso, un ortopedico mondano (Stephen Ward/John Hurt) ed una spogliarellista minorenne (Christine Keeler/Joanne Whalley). Avviene in un club, dove lui vede lei esibirsi. Da quel momento nasce un sodalizio inscindibile. Come un pigmalione, Stephen mette a disposizione di Christine ogni sua conoscenza, ogni suo aggancio negli ambienti che contano, per darle l'opportunità di una vita migliore e più divertente. Lei le coglie tutte, su su fino al Ministro della Guerra del Governo Conservatore inglese John Profumo (Ian McKellen) e al faccendiere sovietico Eugene Ivanov (Jeroen Krabbé), probabile spia del Cremlino. Non sono gli unici uomini che Christine frequenta, ce ne sono altri, pronti a battersi e financo a uccidersi per lei. Il polverone che inevitabilmente la circonda finisce con l'attrarre la Stampa; il cerchio si stringe e la liaison con Profumo viene allo scoperto. Ha inizio un processo mediatico che si riversa fin dentro le aule dei tribunali della Regina, la sicurezza della Monarchia Inglese è stata messa in pericolo da una donnaccia che ha offerto il proprio corpo contemporaneamente ad uno stimato ministro e ad un losco figuro le cui referenze portano oltre la cortina di ferro. - SPOILER: Christine ne uscirà a pezzi, distrutta e massacrata; Stephen, il "magnaccia", si toglierà la vita. Mentre la comare di Christine, Mandy Rice-Davies (Bridget Fonda), altra spogliarellista senza né arte né parte, riuscirà a cogliere buoni frutti dallo scandalo, rimanendo l'unica ad uscirne con una "posizione".

Michael Caton-Jones dirige il suo primo film non televisivo con un discreto piglio. L'ambientazione è resa in modo notevole, l'Inghilterra dei primi 60, i gangli del potere, le sue periferie, il perbenismo moralista e un po' ipocrita della borghesia, i quartieri dei neri, la rivoluzione sessuale, la noia. L'andatura è un po' lenta, molto riflessiva, con un deciso cambio di registro verso i tre/quarti di film, dall'omicidio dello spacciatore Lucky in poi, e con un'attenzione assoluta per i personaggi, ritratti senza giudicarli. I protagonisti in particolare  (verso i quali Caton-Jones nutre una evidente benevolenza romantica) vengono sezionati in lungo e largo. Si tratta di due sconfitti, due emarginati (al di là della posizione sociale di Ward), due spiriti avulsi dal contesto, che in qualche misura cercano affermazione, riscatto, o anche solo un posto al banchetto di corte. La Keeler viene spesso additata come una prostituta ed in effetti sostanzialmente lo è, anche se il confine tra interesse e vitalismo è labile. Christine agisce per curiosità, per far piacere a Stephen, per guadagnare qualcosa (non necessariamente denaro); opportunismo e naturale fluire delle cose al contempo. Decisamente più calcolatrice la Rice-Davies, che infatti ricava ben altri risultati dalle proprie strategie.

Iconica la locandina del film, che cita una vera foto scattata alla Keeler all'epoca. Richiesta di posare nuda, la donna acconsentì purché celata dallo schienale di una sedia. Belle ed appropriate le musiche, molto caratteristica la Whalley (all'epoca moglie di Val Kilmer), che sfoggia continuamente espressioni da cerbiatta ad i suoi interlocutori maschi (fate caso all'occhiata che getta a Profumo davanti al quadro delle gondole di Venezia, quando lui allude inequivocabilmente ad una tresca tra i due). Magari non credibilissima come ragazzina - entra in scena come diciassettenne, mentre all'epoca di anni ne aveva venticinque e si vede) - ma ugualmente accattivante. L'idea del film inizialmente si sviluppò come una miniserie televisiva offerta alla BBC ma la cosa non ingranò. L'appeal pruriginoso interessò invece molto Weinstein della Miramax (caso strano....) che finanziò generosamente accaparrandosi i diritti di distribuzione per il nord America. Il divieto ai minori (l'X-Rated) fu deliberatamente cercato per creare un certo tipo di aspettative nel pubblico. Successivamente però il divieto fu declassato da X ad R (ovvero sostanzialmente ai minori di 17 anni per le sale americane).

Trailer ufficiale

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