Ritorno Alla Laguna Blu

Ritorno Alla Laguna Blu
Ritorno Alla Laguna Blu

Undici anni dopo Laguna Blu, grande successo ma anche grande scandalo, croce e delizia soprattutto per la protagonista Brooke Shields, si torna sulle spiagge caraibiche più esotiche del cinema. La Shields, all'epoca 14enne, ancora oggi racconta nelle interviste il disagio di quegli anni nei quali tra Pretty Baby e il suddetto Laguna Blu si guadagnò la nomea di adolescente parecchio svestita e parecchio sessualizzata (pare anche a causa della madre). La formula tuttavia si rivelò vincente, la pellicola fu un buon successo e soprattutto divenne a suo modo un film iconico poiché incarnò la quint'essenza del cinema tropicale, nonché il mito del buon selvaggio incrociato con quello del Robinson Crusoe di Defoe. In realtà esattamente come Laguna Blu derivava dall'omonimo romanzo novecentesco di Henry De Vere Stacpoole, anche Ritorno A Laguna Blu proviene dalle pagine del medesimo romanziere che dette un seguito alla storia con The Garden Of God nel 1923 (e nel 1925 concluderà la  cosiddetta trilogia della laguna blu con The Gates Of Morning). Il film diretto stavolta da Graham in realtà recupera già anche elementi contenuti nel terzo libro e, per quanto si ponga come un sequel del primo capitolo, nella sostanza ne é praticamente un remake con poche variazioni dello spartito principale.

L'ambientazione è sempre quella fenomenale delle Isole Fiji, sebbene Laguna Blu venne girato in parte anche in Giamaica. Richard ed Emmeline, i personaggi del primo, film hanno messo al mondo un bimbo e con esso si avventurano nell'Oceano, finendo per essere recuperati da una goletta. I genitori però sono morti e solo il piccolo si salva. Intanto sulla goletta esplode un'epidemia di colera e una giovane madre a bordo viene fatta allontanare tramite una scialuppa con la giovane figlia, il piccolo orfanello ed il più robusto dei marinai che possa condurli in salvo, lontani dalla morte certa che li aspetterebbe a bordo. Il marinaio si dimostra da subito piuttosto ostile e la donna (Lisa Pelikan) per salvare se stessa ed i piccoli è costretta ad eliminarlo a colpi di remo. Dopo tanti giorni di abbandono alla deriva la barca naufraga su di un'isola, la stessa dalla quale erano scappati i genitori del bimbo ribattezzato intanto Richard, come il padre. La donna, di fatto madre ora di entrambi, li cresce al meglio delle sue possibilità, finché una polmonite non la stronca. Da quel momento in poi Richard (Brian Krause) e Lilli (Milla Jovovich) ripercorreranno gli stessi passi dei precedenti isolani di Laguna Blu. - SPOILER: tre saranno gli elementi di novità, l'incontro con altri aborigeni adoratori di una divinità di pietra; quello con l'equipaggio di un'altra goletta che sbarcherà in cerca di acqua, e la nascita di un nuovo bambino.

La Jovovich ha appena un anno in più della Shields quando gira il film ma, memori dello scalpore generato dai tanti ammiccamenti erotizzanti del precedente film, stavolta l'attrice è sempre assai pudica e coperta, ed anche la sessualità è pressoché assente lungo i 101 minuti di durata. Più in generale, tutto il passaggio da fanciullezza ad adolescenza e maturità (con relativi menarca e prima erezione spontanea) è edulcorato e banalizzato. Le dinamiche comportamentali tra i due ragazzi riproducono un po' quelle di due teenager qualunque, con la piccola differenza che Richard non ha praticamente mai conosciuto il mondo civilizzato, mentre Lilli lo ha lasciato a pochi mesi di vita, troppo poco per averne reminiscenza. Tutto ciò che sanno deriva dalla narrazione idealizzata della madre, moglie di un pastore protestante, bigotta e molto borghese, anche se di indole buona e generosa. La perdita dell'aspetto veramente esotico, del senso di scoperta, di avventura e financo di trasgressione inconsapevole, finiscono col rendere il film un po' più piatto, anche se la fotografia è comunque spettacolare e globalmente l'opera rimane ugualmente gradevole ancorché meno sincera e sin troppo politically correct). Il romanticismo esonda e finisce col mangiarsi l'esotismo, perlomeno a livello di sceneggiatura perché invece le incredibili location bastano ed avanzano a farci sentire dall'altro capo del mondo. Il momento migliore è forse l'incontro con gli aborigeni; quando Richard si imbatte in uno di loro, la reciproca "presentazione" in completo silenzio, fatta solo di sguardi, stupore e gestualità corporea, ha qualcosa di altamente suggestivo. Un po' facile la morale dell'uomo civile che, una volta venuto a contatto con la purezza dei selvaggi, finisce col contaminarla, guastarla e persino minacciarla, ma tutto sommato è difficile affermare che non corrisponda a verità.

La colonna sonora è di Basil Poledouris, che tutti ricorderemo con eterna gratitudine per la musica di Conan Il Barbaro. La critica demolì tanto Laguna Blu quanto il Ritorno Alla Laguna Blu, ma mentre il primo incassò bene, il secondo fu un fallimento al botteghino, una vera e propria rimessa per i finanziatori del progetto che spesero undici milioni di dollari incassandone meno di tre. Da notare che il film del 2012 Laguna Blu - Il Risveglio non corrisponde al terzo capitolo di Stacpoole bensì ad un remake del primo Laguna Blu del 1980 con presupposti totalmente diversi; liceali americani viziati, super fighi e con i piedi ben piantati nel mondo perfetto (in attesa di frequentare Princeton), naufragano durante una gita di classe ai Caraibi e devono passare dagli iPhone alle capanne di canne e bambù, il tutto tenendo sempre ben presente che un divieto ai minori avrebbe gravemente nociuto agli incassi della pellicola. Al confronto, Ritorno A Laguna Blu è Solaris di Tarkovskij.

Trailer ufficiale

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