Rimini Rimini – Un Anno Dopo

Rimini Rimini – Un Anno Dopo
Rimini Rimini – Un Anno Dopo

Rimini Rimini - Un Anno Dopo segue effettivamente di un anno il precedente Rimini Rimini, sempre di Corbucci, e con un po' di attori condivisi. Rispetto al primo episodio però questo fu un fiasco al botteghino; l'opinione del sottoscritto è che, sebbene il sequel sia più stanco caciarone e volgarotto, il giudizio del pubblico (e ovviamente della critica) fu sin troppo punitivo, poiché in tutta sincerità, pure il 2 delle risate le strappa, eccome. Cinque storielle, perlomeno le prime 3 molto riuscite, assai meno le ultime due, almeno a mio parere (ma c'è chi considera l'episodio finale con D'Angelo il migliore di tutti, de gustibus).

Sulle prime troviamo Andrea Roncato come al solito impelagato in questione di pelo; nipote di un alto prelato, viene spedito a Radio Rimini per condurre un quarto d'ora di religione radiofonica, ma la Radio è peggio di un lupanare; complice anche il caldo, le lavoratrici dell'etere si mostrano discinte, procaci e soprattutto assai disponibili. Tra queste una Loredana Romito super porno (ma c'è pure Petra Scharbach che il quasi porno lo ha fatto davvero con Schicchi, Vivarelli e Brass). Nel secondo episodio - per me il più divertente - Maurizio Micheli aggancia la bella Isabel Russinova, e si concede qualche giorno di adulterio all'insaputa della moglie Maria Rosaria Omaggio; ma presto tornerà dall'America anche il marito della Russinova, un Pappalardo trashissimo che pretende l'applicazione della legge del Texas, Micheli ha disonorato sua moglie, lui adesso dovrà avere la moglie di Micheli. La cameriera Tosca D'Aquino (qui alla sua prima apparizione cinematografica) si offre per lo scambio, spacciandosi per la moglie, ma Pappalardo, in un impeto di generosità risparmia la "moglie" di Micheli" e si apparta con la "cameriera", cioè la Omaggio. Nel terzo episodio un Montagnani un po' al tramonto, playboy che si autocelebra incessantemente, punta la bella Eva Grimaldi, ma nel frattempo fa cilecca con le donne (tra queste una giovane Ferilli pre-ristrutturazione). Il problema pare essere l'età ed il troppo cibo, così viene messo a dieta da Enzo Garinei, ma le sofferenze non fanno che raddoppiare, fino a che, dopo un'abbuffata epocale, Montagnani riesce anche a sbloccarsi con la Grimaldi, mandando a quel paese con estrema goduria sia il suo medico che quel maledetto Ippocrate. Nel quarto episodio, storiella senza nomi noti nel cast, una giovanetta vuole andare in discoteca ma è guardata a vista dalla inflessibile governante tedesca; non troverà nulla di meglio che far violentare la donna per concedersi finalmente l'uscita serale (e la governante rinascerà a nuova vita). Infine, nell'ultimo (unico episodio non a firma di Corbucci, bensì di Giorgio Capitani), un Gastone Moschin molto macchiettaro fa la parte di uno strozzino che schiavizza i vu-cumprà e si impossessa dei loro guadagni con l'inganno ed il ricatto. Ma la moglie Corinne Clery, stanca di essere trascurata, gli organizza una beffa, si fa deflorare dal "marocchino" Gianfranco D'Angelo, e per farlo si fa pagare 10 milioni trafugati all'avido marito. Ultima scena, D'Angelo che si rivela essere italianissimo e all'avanguardia, prossimo ad interpretare l'oriundo russo sulle spiagge di Rimini per l'anno a venire.

Corbucci condisce la minestra comica con molto sesso, topless, allusioni molto poco telefonate e primi piani sui fondoschiena in costume. Come vago collante delle storie, la conduzione radiofonica di Dario Salvatori, quello tutto Beatles e giacche assurde, che nella vita vera fa il giornalista-deejay o qualcosa di simile. La Grimaldi è in formissima e molti invece si sono rammaricati dei pudori della Russinova, che non si concede mai fino in fondo (ma le sue curve non erano comunque neanche paragonabili a quelle di una Romito o di una Grimaldi, per dire). Rimini Rimini sfoderava quell'incredibile topless della Grandi in faccia a Paolo Villaggio, una scena entrata nella storia, tuttavia manteneva un registro, seppur ultra comico, minimamente più raffinato rispetto a questo secondo capitolo, che pare più alla buona. A me comunque ha fatto passare un'ora e mezzo molto divertente, e perlomeno al 70% lo giudico ugualmente assai riuscito. Certo, se andate in cerca della malinconia e della nostalgia di Sapore Di Mare avete sbagliato bagno, qui siamo piuttosto dalle parti di Abbronzatissimi, anche se vedere un Montagnani ingrigito che si atteggia quasi a parodia di se stesso, qualche sorriso amaro lo strappa.

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