Razza Violenta è il penultimo film di Di Leo. Come si usa dire in questi casi, "tardo" war-movie all'italiana, sulla scia dei film sul Vietnam, primo fra tutti Rambo. Dello stesso anno è il primo Missing In Action con Chuck Norris. Di Leo si è detto scontento del film, "come esecutore me la sono cavata, come autore non sono soddisfatto". Razza Violenta infatti è un film nato a tavolino, da una ricerca di mercato, analizzando che tipo di pellicole si potevano produrre in Italia alla ricerca di un qualche successo e di una distribuzione soprattutto estera.I cosiddetti "post atomici" e i "Vietnam movies" erano il cinema popolare che aveva più speranze e favore del pubblico al momento.
Protagonista del film è il fratello di Nadia Cassini, Harrison Muller (vero nome della Cassini: Gianna Lou Muller), "l'americano", naturalmente a libro paga della CIA, e specializzato in missioni impossibili nelle zone della Cambogia, del Laos, del Vietnam, e degli hot spots in genere. Il suo capo è Henry Silvia, quasi il colonnello Trautman della situazione. Ennesima missione, andare in Tailandia a sgominare il narcotraffico che finanzia la mafia in America, solo che a capo del traffico, tu guarda, c'è un ex commilitone della CIA, Woody Strode (un po' anzianotto per la parte). Muller, smargiasso e sbruffone, parte sicuro, va in loco e fa il macello, non senza acchiappare di sponda pure la bella Dolce Calda Lisa, ovvero Marina Rocchi (qui in cartellone col nome Deborah Keith.... e che nel film di Cesari è nota invece come Claudia Rocchi), splendida come sempre. Violenza, sangue ed esplosioni abbondano, e sono anche piuttosto spettacolari e violente, anche se manca sostanza al film.
Personalmente non mi è parso il miglior Di Leo, crepuscolare e un po' distaccato, forse un soggetto poco sentito, inteso come materiale da plasmare. Più che davanti allo spessore di un primo Rambo, sembra di trovarsi al cospetto di un rifacimento di Norris, ovvero un b-movie un po' più pezzente, una forma di exploitation dei war-movies di serie A. Qualche dialogo lascia il tempo che trova, anche se naturalmente personaggi del genere vivono di frasi stentoree e lapidarie. Finalone-resa dei conti (con colpo di scena) che non decolla e lascia ulteriormente l'amaro in bocca. Certo è che finire la missione, sterminando tutti, con una battona sessantenne al fianco che, per non aver mai sparato in vita sua, ammazza fior di marcantoni a singoli colpi secchi, è decisamente originale. La Tailandia pare tanto la boscaglia fuori Roma, però dice che è stato realmente girato laggù (perlomeno le esterne americane sono vere). Nella truppa della missione iniziale, c'è pure un Maurizio Mattioli pre Bagaglino. Il dvd Cinekult, nonostante riporti la dicitura "versione integrale", manca invece di almeno un minuto. Trattasi comunque di preziosa edizione in dvd, visto che al massimo si poteva disporre di VHS vecchie come il cucco (probabilmente importate da Saigon...).