
Ragazze In Affitto S.p.A. è uno di quei titoli del sottobosco erotico italiano che nel tempo ha assunto contorni quasi mitologici, da leggenda, dovuti perlopiù alla scarsa reperibilità della pellicola, mai uscita in dvd (solo vhs) e scarsamente programmata anche dalle reti televisive (per ovvi motivi). Capita però che saltuariamente qualche emittente locali lo mandi in piena notte ed è così infatti che attorno alla mezzanotte di un sabato la tv mi proponesse questo film del 1980, una co-produzione italofrancese diretta da Regine Deforges, nota per essere la gran sacerdotessa della letteratura erotica francese. In realtà il film venne materialmente diretto da Michel Lemoine, specialista del genere, ma per ragioni meramente commerciali venne comunque attribuito alla Deforges, dai cui racconti è tratto. Il titolo originale del testo letterario è Contes Pervers (ne esisterebbe pure una versione a fumetti), ma il film è conosciuto anche come Les Filles de Madame Claudenon. Personalmente, una volta tanto, preferisco l'intrigante e meno generico titolo italiano.
Di "sacerdotesse" dell'erotismo il film ne conta diverse, da Cinzia Barone a Françoise Gayat, da Zora Kerova a Béatrice Philippe, da Salima Gardel, da Geneviève Omini alla nostra Carmen Russo. Curioso il fatto che la showgirl ligure sostenga di non aver partecipato al film. Michele Giordano nel suo "La Commedia Erotica Italiana" (Gramese Editore, 2000) intervista l'attrice e le chiede conto di due pellicole in particolare; al netto delle commedie sexy interpretate in carriera (L'Infermiera Nella Corsia Dei Militari, La Maestra Di Sci, La Settimana Bianca, Riavanti...Marsch!, Buona Come Il Pane, Mia Moglie Torna A Scuola, Giovani Belle....Probabilmente Ricche, Quella Peste Di Pierina, Cotechiño, etc.) due titoli, entrambi del 1980, si spingono un po' più in là, mettendosi al confine tra soft e hard (e probabilmente debitamente insertate all'epoca), Le Porno Killers e Ragazze In Affitto S.p.A. Della prima Carmen parla normalmente, dicendo che all'epoca vi partecipò con lo pseudonimo di Carmen Bizet, immaginando perfettamente dove si sarebbe andati a parare; sulla seconda invece cala una inamovibile saracinesca. Giura convintamente di non averla mai interpretata e tuttavia pare un'amnesia sincera poiché non mostra alcuna reticenza nell'elencare tutte le altre pellicole (non esattamente d'essai) che l'hanno vista coinvolta, dunque perché impuntarsi proprio su Ragazze In Affitto S.p.A.? Ciliegina sulla torta, se andate sul sito ufficiale di Carmen Russo, il titolo è normalmente accreditato nella sua filmografia.
Detto ciò, il film è strutturato ad episodi, tre per l'esattezza (tutti intitolati con un nome femminile, Jeanne, Doris, Nathalie) e conta un'infinita di protagoniste e sotto protagoniste (in senso anatomico e non) ad arricchire la cornice. Il primo dei tre è quello con una trama più strutturata; minimale, per carità, ma rispetto ai successivi perlomeno ha un inizio, uno sviluppo ed una (quasi) fine. Nei capitoli successivi una labilissima narrazione ha il solo scopo di far riprendere ragazze nude dalla MdP, impegnate in amplessi ininterrotti. Nel primo episodio, dai forti connotati emanueleschi (volutamente con con una "M" sola, alla maniera di Joe D'Amato), Jeanne Descat (Cinzia Barone) viene spedita ad Hong Kong per concludere un affare con un capriccioso imprenditore del luogo. Il film inizia proprio col ciccione mandorlato che si fa massaggiare e strusciare da tre schiave, tra queste la bella Lotus (Béatrice Philippe); deve concludere un affare ma pretende che dall'Occidente venga una donna bianca e bionda a firmare, perché lui ne possa godere. Jeanne viene accolta con tutti i crismi e immediatamente spedita a fare il giro delle migliori case da gioco della città; dopo un primo tour istituzionale, Lotus la invita in una bisca dove la posta in gioco è molto particolare. Tutti i partecipanti uomini sono disposti a pagare il doppio in caso di vincita di Jeanne, ma se dovesse essere lei a perdere dovrà soddisfare uno di loro a turno. Naturalmente Jeanne perde copiosamente ed ogni volta paga pegno, concedendosi a posizioni e pratiche diverse. Non contenta, il mattino dopo si dedica all'amore saffico con Lotus, spiata dal riccone voyeur. Per tutta ricompensa, a contratto firmato, il magnate rispedisce Jeanne a casa omaggiandola di un preziosissimo manufatto antico, un fallo in argento di proporzioni impegnative. Nel secondo episodio, Doris (Françoise Gayat) raggiunge un ex torero nella sua magione aristocratica. I due inscenano un gioco erotico in costume, l'uomo si veste da porporato e la Gayat da suora, seguono frustate e copule. Poi i ruoli si invertono e sarà il torero a vestirsi da suora. Quindi i due si ritroveranno amabilmente a tavola, conversando del vizietto dell'uomo. Egli racconterà che dopo essersela vista brutta per una incornata in una corrida trascorse un periodo di ritiro spirituale in un convento dove le suore si facevano deflorare all'aria aperta e dove egli poteva travestirsi da cardinale fraudolento e punire le suore peccaminose. Da lì la sua predilezione per il giochino erotico. Infine, nell'ultimo episodio, seguiamo dei camionisti che si fermano ad una locanda. Tra prostitute locali sempre infoiate e la bella locandiera (Carmen Russo) i bisonti della strada trascorrono una gaia pausa tra un accelerata e l'altra sull'asfalto.
Come detto, il primo episodio, ancorché estremamente derivativo da certo cinema erotico-esotico, e comunque breve ed esile nel suo sviluppo, ha perlomeno una traccia di sceneggiatura; gli altri si affidano esclusivamente alle performance delle attrici, in particolare l'ultimo, senza alcuna trama degna di questo nome. Pare sia stato girato a Roma, sceneggiato (parole forti....) e diretto da Mauro Ivaldi (marito dell'altra Carmen del cinema di genere nostrano, la Villani), non accreditato però. Carmen Russo vale da sola la visione (all'epoca era veramente una bomba nucleare, un fisico del genere era più unico che raro), tuttavia si fa fatica a trovare un motivo per vedere il film se non quello di godere unicamente di epidermide femminile. La programmazione televisiva si è comportata (prevedibilmente) malissimo, andando in pubblicità proprio nei momenti cruciali e sforbiciando chiaramente dove il termometro cominciava a salire pericolosamente. Ciononostante copule e nudità non mancano. Il collante del film pare essere proprio la "compravendita" delle ragazze protagoniste, poiché tutte svolgono un ruolo "professionale" facilmente comprensibile, forniscono un servizio su richiesta, anche se questo viene desunto dai fatti e non didascalicamente spiegato nel film (magari a causa di squinternati tagli di montaggio nell'edizione italiana). Così come, di contro, vengono soddisfatti i desideri di tre uomini, chi ama guardare, chi ama punire le suore, chi vuole fare l'amore con una modella (che poi è Zora Kerova). Chiedo venia per la locandina (una vhs) ma di meglio non si trova in rete.