Quel Giorno Il Mondo Tremerà

Quel Giorno Il Mondo Tremerà
Quel Giorno Il Mondo Tremerà

Coproduzione franco-italiana (1977), e teribbbile doppiaggio che conserva in lingua francofona l'armageddon apocalittico (Armaguedon è pure il titolo originale del film), tanto che sentiamo continuamente ripetere la parola "armaghedòn" (scrivo come viene pronunciata), che fa un po' ridere, malgrado le intenzioni serissime di questa Produzione. Trio di protagonisti che include Alain Delon, un titanico Jean Yanne (che ruba la scena a tutti) ed un Renato "povero ma bello" Salvatori che non ti aspetti, assolutamente fuori parte eppure....totalmente in parte. La storia è quella di un disadattato, un ultimo della società, uno sconfitto, anonimo ed ignorato dal mondo intero, che decide di prendersi la sua rivincita, organizzare una strage per far finalmente sentire la sua voce ed aprire - nelle sue intenzioni - gli occhi alla massa narcotizzata. Quel qualcuno si fa chiamare Armaguedon e agisce con un complice (un ritardato che lui chiama Einstein, non senza un certo cinismo beffardo); la Polizia tenta di fermarlo, e per riuscirci ricorre all'aiuto di un affermatissimo psichiatra specializzato nei criminali, ovvero Alain Delon.

La chimica tra questi tre personaggi è perfetta; il film è un thriller vecchio stampo, quindi scevro di tutta la sovraeccitazione adrenalinica e muscolare del cinema contemporaneo, e anzi piuttosto riflessivo e razionale nel suo procedere. Il ritmo è teso ma mai troppo veloce; i dialoghi hanno il loro tempo e la loro importanza, ed altrettanto le atmosfere, estremamente malinconiche ed agri. Al senso di struggimento generale contribuiscono le musiche di Astor Piazzolla, un po' inusuali per il genere, e che a tratti rischiano di trasformare in una specie di festival di musica popolare argentina i fotogrammi che scorrono. Disillusione, mancanza di speranza, di redenzione, avvitamento nel grigiore, nella superficialità e nella noncuranza; la società di fine anni '70 è dipinta in modo sempre più scollato e tetro; lo stesso psichiatra Alain Delon, a forza di occuparsi di casi limite, di personalità estreme (spesso irrecuperabili), matura un profondo senso di amarezza che sfocia quasi in depressione. Lo confida in un dialogo molto importante al capo della Polizia, nonché suo amico personale. Per tutta risposta gli viene proposta l'unica "cura" possibile per questi casi di forte sconforto: due zoccole.

Molto brillante l'idea di scandire il passare del tempo contando i giorni che ci separano dall'Armaguedon, ovvero il colpo che la mente paranoica di Yanne sta preparando e che nessuno, fino all'ultimo, pare in grado di decriptare. Intensa e delicata la descrizione del rapporto tra Yanne e Salvatori, quasi quello di due fratelli, o di un padre che si prende cura di un figlio mancamentato, anche se, col senno di poi, l'uso che Yanne fa del suo compagno è prettamente strumentale, tanto da averne concepito l'estremo sacrificio. Così come l'approccio dello psichiatra al caso diverge totalmente da quello della Polizia; il suo obbiettivo, come sempre, è comprendere e, se possibile, recuperare, la Polizia vuole solo catturare il pazzo, e possibilmente eliminare il problema alla radice. Altra particolarità del film è l'assenza di personaggi femminili di rilievo, le donne qui sono solo comparse o occupano ruoli più che secondari. Bel poliziesco, con un sapore d'altri tempi, avvincente e con un finale che non delude.

Trailer ufficiale

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