Puro Cashmere

Puro Cashmere
Puro Cashmere

Biagio Proietti e Mauro di Francesco si ritrovano dopo Chewingum (1984) in un film che avrebbe dovuto definitivamente lanciare Proietti come regista autonomo e Di Francesco come attore protagonista e non più caratterista di contorno. Inquadrata in questi termini, l'operazione Puro Cashmere non riesce, poiché il film non sconvolge i botteghini nazionali, né offre ai due alcun trampolino di lancio per successive produzioni con le stesse ambizioni. Per Proietti sarà l'ultimo film al cinema, mentre Di Francesco tornerà nei ranghi, accompagnando il compare abituale Abatantuono in Sballato Gasato Completamente Fuso e Scusa Se E' Poco, Christian De Sica in Teste di Quoio, e parteciperà al sequel di Sapore Di Mare. Puro Cashmere è anche uno di quei film mitici della mia fanciullezza; lo vidi più o meno all'epoca, o pochi anni dopo, e da allora non mi ci ero più imbattuto, anche perché il mercato homediveo lo ha tralasciato e la tv pure. La solita emittente locale gigiona di turno decide però di spararmelo a sorpresa alle 04:40 del mattino, come riempitivo di palinsesto/avanzo di magazzino, ed io indefesso, stritolato dalla nostalgia, ho fatto carte false (e le ore piccole) per riassaporarlo. Confesso che è stato praticamente come rivederlo daccapo, quasi come fosse la prima volta; non ricordavo nulla, se non Maurino, il pullover di cashmere e la Onofri, che tanto mi mandava in brodo di giuggiole. Pochi anni dopo, nell''87, Mediaset confezionò e trasmise la serie tv Helena (trasposizione televisiva del fotoromanzo di Ernesto Garcia Seijas, andato in stampa pure lui fino all'88), 22 puntate sul personaggio della giornalista argentina Helena, che viveva avventure ed intrighi in giro per il mondo, come fosse una Emmanuelle senza risvolti pruriginosi però. Ricordo di averne viste diverse repliche sempre ad improbabili orari notturni, probabilmente gli stessi ai quali mi sono sciroppato Puro Cashmere. E mi innamorai della Onofri, sofisticata e bella di una bellezza naturale.

Giuliano (Mauro Di Francesco) va alla festa della sua ex compagna Manrica (Anna Galiena), oramai fidanzatasi stabilmente con il suo amico Jody (Antonio Cantafora). Alla festa Giuliano conosce Liliana (Paola Onofri) alla quale presta il proprio pullover di cashmere per non farle sentire freddo. Ma il pullover si macchia e i due rimangono d'accordo che Liliana lo avrebbe fatto lavare in lavanderia e poi restituito a Giuliano. Né il pullover né Liliana si rifanno vivi, Giuliano così si mette sulle tracce della donna e quando la ritrova scopre che è invischiata in un brutto giro fatto di uomini che le danno la caccia e che probabilmente vogliono ucciderla. - SPOILER: Liliana è stata involontariamente testimone di un patto stretto tra scommettitori clandestini e calciatori per pilotare una partita di Coppa dei Campioni e far vincere ai giocatori grosse somme al Totonero. Insieme all'aiuto di Giuliano, Liliana riuscirà ad ingannare i criminali, rovesciando le sorti della partita (con Giuliano a bordo campo a fare il finto fotografo e dettare ordini sbagliati ai giocatori corrotti) e intascando una vincita milionaria.

Puro Cashmere è un giallo-rosa che sta scomodo su entrambi i versanti, sia che lo si guardi come commedia sentimentale, sia che lo si elevi a giallo-thriller. Propende vistosamente più per l'aspetto comico sentimentale, con Di Francesco che incarna un personaggio imbranato, emotivo e un po' sfigato. Meno bonaria la Onofri, che amoreggia con gli uomini e pianifica scaltramente piani e doppi giochi. In tutto questo si inserisce invasiva la love story tra Anna Galiena e Cantafora; Di Francesco subisce pesantemente questo tradimento e capita sempre nei momenti sbagliati, quando i due stanno facendo l'amore. Per altro la Galiena dell'epoca (32enne) era molto sbarazzina e sensuale, lontana dallo stereotipo di attrice inquadrata che poi ha deciso di indossare. Già nei primi minuti del film, addirittura ancora sui titoli di testa, mostra ripetutamente le sue nudità ed anche durante il film le sue scene d'amore con Cantafora sono frequenti e svestite. E al di là dei déshabillé, il suo è un personaggio molto seducente e spavaldo. I contraltari comici sono Alessandro Partexano, un portiere ostracista, Lucio Caizzi e Nando Paone, due sgherri pasticcioni, e naturalmente Di Francesco, che però è troppo preso dal ruolo dell'innamoratino tenero per dare libero sfogo alla sua verve comica. Il film ha un po' il freno a mano tirato e qualche dialogo gira a vuoto. Io me lo sono goduto sull'onda della malinconia di un tempo perduto, ma ammetto che, rivisto quasi 30 anni dopo, risulta piuttosto modesto. Tono lieve, anche troppo, che colloca la pellicola in una specie di dimensione ovattata senza passato, presente e futuro, una nuvoletta leggera fatta di personaggi innocui ed inconsistenti, e fatterelli di piccolo cabotaggio. Colonna sonora "so eighties" col martellante brano dei Kissing The Pink "Never Too Late (To Love You)". Girato a Roma, per le cui strade Di Francesco sfreccia su una Porsche bianca (in realtà di proprietà dello zio).

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