
Premessa all'insegna del "prima qui era tutta campagna": alla tenera età di 12 anni, il qui presente comprava abitualmente il mensile Ciak, che all'epoca era una signora rivista di cinema; ogni numero dedicava un servizio ad una pellicola di genere erotico, un paio di paginette che spalancavano mondi paralleli di trasgressione incontenibile. Ricordo ancora il servizio su Profumo con la Guérin che mostrava le sue grazie. Anni e anni dopo avrei quindi finalmente potuto dare soddisfazione a quel prurito di gioventù, vedendo il film di Giuliana Gamba (ex aiuto regista di D'Amato e Brass). E' facile supporre che in età fanciullesca i 92 minuti di Profumo avrebbero devastato i miei timidi ormoni che si affacciavano alla ribalta del mondo; ma, visto oggi, il film si rivela solo una modesta (ed anche un po' mesta) incursione nell'erotico morboso, con velleità thriller. Fatta salva la bellezza incontestabile della Guérin, il resto fa acqua da tutte le parti. Si parte dalla locandina, che ritrae la francese con un gatto nero chiffon a coprirle le pudenda, situazione che non ha alcun riscontro nel film, non ci sono gatti né nessi logici o simbolici di rimando a quell'immagine. Gli attori principali sono tre, uno più legnoso dell'altro. La Guérin si salva per il corpo mozzafiato e le si perdona tutto, ma i due personaggi maschili sono inguardabili, un giovanotto (con l'improbabile nome Robert Egon Spechtenhauser) che pare il Luis Miguel delle bidonville, e un business man (Luciano Bartoli) sempre sudaticcio, impalato e prossimo al collasso.
La trama: la Guérin è sposata ad un uomo sessualmente perverso e dominatore. Dopo 6 anni di matrimonio la povera schiava, sottoposta ad ogni genere di umiliazione e giochetti, cerca una liberazione e la trova in un giovanotto che incarna l'amore semplice e genuino. Ma la donna è oramai impregnata del marcio trasmessole dal marito e, pur non volendo, travasa nella storia d'amore "pulita" lo sporco ricevuto in dote dal sudicio consorte. Tira e molla, tira e molla, alla fine vessati anche dai continui ricatti del marito prepotente i due amanti progettano di vendicarsi. - SPOILER: inizialmente intendono umiliarlo tramite un gioco erotico che prevede uno scambio sessuale (la Guérin si finge uomo, il ragazzo si finge donna) tuttavia, smascherato l'inganno, la Guérin si salva unicamente uccidendo a revolverate il marito, non prima di essere stata debitamente sodomizzata. Lieto fine allora? Nisba, la Guérin scaccia il ragazzo, rivelandogli di non averlo mai amato ma di essersene servita unicamente come mezzo per annientare il marito. Oramai anche lei si sente irrecuperabilmente "sporca" e decide di costituirsi, scontando 16 anni di galera. Il ragazzo, americano trapiantato in Italia se ne torna lemme lemme a Pasadena, con la sola consolazione di aver goduto delle grazie della Guérin (che oggettivamente non è poca cosa).
Situazioni erotiche scarsamente eccitanti, per altro quasi tutte impostate sulla modalità "depravazione, vizio e crudeltà", tranne gli accoppiamenti tra la Guérin e il ragazzo, più all'insegna de Il Tempo Delle Mele. Comunque mai nulla di particolarmente stuzzicante (ad eccezione della scena della Coca Cola, quella si, riuscita). Per dire, è molto più "hot" una semplice inquadratura della Guérin con abitino nero scollatissimo. Naturalmente il tutto al netto di eventuali tagli di censura, poiché il dvd recita sulla fascetta 82 minuti di durata, in realtà poi ne dura 92 ed il film avrebbe una durata ufficiale accreditata di 98, quindi almeno 6 minuti ballano. La recitazione veramente ammazza la storia, a fronte di una sceneggiatura comunque già povera, una regia alquanto impersonale e dei dialoghi insipidi. Si ok, si respira il clima "morboso", ma è troppo poco per appassionarsi. Qualche intuizione ci sarebbe, ad esempio le evidenti citazioni di Omicidio A Luci Rosse e/o La Finestra Sul Cortile, così come lo scambio di sessi, che aggiunge alla componente erotico-masturbatoria anche un sottotesto psicanalitico che si sarebbe potuto approfondire (arrovellatissima la scena in cui la Guérin, vestita da uomo, mette a quattro zampre il suo lui vestito da donna e lo "possiede", praticamente un cubo di Rubik).