Nello stesso anno di E.T. Steven Spielberg produce un altro film che incollerà gli americani ed il mondo intero allo schermo, con protagonista ancora un bambino (in questo caso una bambina), ambientato sempre nel contesto della provincia borghese americana e dove il la famiglia è la cornice di ogni evento, l'alfa e l'omega, dove tutto ha inizio e dove tutto trova la sua ricomposizione. L'impatto che queste due pellicole hanno avuto sulla società, la cultura e la storia del cinema è un po' a vantaggia di E.T., tuttavia non si può dire che anche Poltergeist non sia diventato un film culto di quegli anni, di quel genere, dell'universo spielberghiano e del cinema in generale. In ogni caso, limitandosi ai numeri, fu il film horror più visto del 1982, incassò 76 milioni di dollari negli States e si classificò come ottava distribuzione di sempre. Tre nomination all'Oscar ed un po' di premi a strascico (Bafta e Saturn award).
La regia venne affidata a Tobe Hooper, già autore di pellicole affatto rassicuranti come Non Aprite Quella Porta ('74), Quel Motel Vicino Alla Palude ('77) e Il Tunnel Dell'Orrore.('81). Sull'argomento c'è una vexata questio mai risolta, ovvero che Spielberg oltre che autore del soggetto (fu contattato persino Stephen King in proposito, ma declinò l'offerta), co-sceneggiatore e produttore sia stato anche il regista occulto (e neanche tanto occulto) del film. Questo per vari motivi. La storia nei contenuti quanto nella forma (il modo in cui è girata) è clamorosamente affine allo stile ed al registro di Spielberg; Steven era costantemente presente sul set e alcune prove fotografiche lo attestano; anche diverse testimonianze di addetti ai lavori confermerebbero che il bastone del comando in realtà lo aveva Spielberg e non Hooper. Nulla vieta di pensare che semplicemente ci sia stata una stretta, forte ed intensa sinergia attorno a questa pellicola e sul set tra Spielberg (contemporaneamente impegnato in mille progetti) e Hooper; tradurla in percentuali di merito e attribuzioni specifiche forse non è neppure così importante, a giudicare dall'eccellente risultato finale.
Certo è che la descrizione dall'interno della famiglia (i Freelings) è qualcosa di autenticamente spielberghiano; la costante riproposizione e rielaborazione delle sue memorie familiari personali, per altro neppure troppo dissimili da quelle di altri suoi film, come ad esempio lo stesso E.T.. E questo è ciò che personalmente più adoro di Poltergeist, non tanto la storia di spiriti e fantasmi, non tanto gli effetti speciali (comunque deliziosi), ma la tensione emotiva, drammatica ed affettiva dei vari membri della famiglia Freelings, i loro rapporti, le dinamiche, le sfumature e le caratterizzazioni di ogni personaggio, anche oltre la famiglia, fino a tutti gli attori comprimari, secondari e collaterali. Sento il dolore e l'amarezza di Craig T. Nelson (Steven, come Spielberg) quando viene additato come il genitore severo che attribuisce le punizioni (stratagemma che deve essere adottato nel film per "ingannare" Carol Anne e spingerla ad allontanarsi dalla "luce"); sento l'incredibile pienezza e commozione che prova JoBeth Williams (Diane) quando viene "attraversata" dal corpo di Carol Anne, percependone la presenza, l'odore, la vita; sento il sincero istinto di protezione di Oliver Robins (Robbie) quando immagina di poter morire per raggiungere la sorella nell'aldilà e mostrarle la via per tornare nell'aldiqua; sento il terrore primitivo ed assoluto di Dominique Dunne (Dana) che non sa gestire quella opprimente sensazione di angoscia e si tappa le orecchie non appena sente echeggiare la voce di Carol Anne per la casa, manifestazione paranormale che invece infonde nuova speranza nel resto della famiglia (perché significa che ancora è viva, ancorché intrappolata da qualche parte). E' molto umana la paura della psicologa Beatrice Straight (Dr. Lesh) che arriva fino al tremito per le manifestazioni "psicocinetiche" incontrollate che infestano la casa dei Freelings. Infonde sicurezza e lucidità la guida della sensitiva Zelda Rubinstein (Tangina), trade union tra il mondo dei morti e quello dei vivi. Poltergeist è pieno di scene autenticamente commoventi ed il fatto che sia un blockbuster hollywoodiano, per di più di argomento horror (dunque estremamente commerciale), parzialmente distrae dallo spessore dei personaggi e delle situazioni.
I poltergeist non sono banalmente creature cattive, mostri e diavolacci, ma sono poveri cristi trapassati ai quali viene profanata la dimora (il cimitero terreno) e che in più scontano una condizione davvero poco invidiabile, un limbo che li trattiene in prossimità della vita terrena e che li imbroglia lungo il cammino verso quella eterna, fonte di pace e serenità. La processione delle luci nel salotto dei Freelings esprime un senso di estrema solitudine e disperazione, quasi si parteggia per gli spiriti, simili a code di lucertola staccate dal resto del corpo e incapaci di trovare la retta via. Dunque il "male" (come accade per gli alieni di E.T. ed Incontri Ravvicinati) è solo apparentemente tale, scavando di scopre che c'è poco da temere, semmai più da capire.
Carismatica protagonista indiscussa è la meravigliosa e dolcissima Heather O'Rourke, Carol Anne, oggetto del desiderio dei poltergeist. Impossibile non innamorarsene. Lo stesso Spielberg la notò in un ristorante e fece di tutto per scritturarla. Celebre il provino dell'urlo che assicurò a la O'Rourke la parte, nonché tutte le accortezze che Spielberg osservò sul set per non spaventare né far mai sentire la bimba a disagio (stesso trattamento riservato alla sospettosa JoBeth Williams). Tristemente noto anche l'epilogo della O'Rourke, morta appena tredicenne, immediatamente dopo il terzo sequel di Poltergeist, per complicazioni derivanti dal morbo di Crohn. Girano voci terribili riguardanti diagnosi sbagliate che la condannarono a morte, ma anche l'aggravarsi della sua infezione intestinale da attribuirsi a delle violenze sessuali alle quali sarebbe stata sottoposta, lei come tanti altri minori all'epoca invitati a partecipare a show televisivi nei cui backstage sarebbero avvenuti fatti terribili a base di droga e pedofilia. Casi mai accertati e dimostrati, ma che circolano da tempo su internet con documenti e narrazioni di varia natura.
Il caso della O'Rourke per altro non sarebbe neppure l'unico tragicamente legato al film (e più in generale a tutta la seria), sebbene rimanga quello più eclatante, poiché diverse sono le morti e gli incidenti che si sono susseguiti negli anni. Dominique Dunne (sorella di Griffin) venne strangolata a morte dall'ex fidanzato, Lou Perry fu ucciso a colpi d'ascia da un rapinatore, Julian Beck (Poltergeist II) morì di tumore subito dopo la fine delle riprese, Will Sampson (Poltergeist II) morì a causa di una insufficienza renale seguita ad un doppio trapianto cuore-poloni, suo figlio venne trovato morto senza che mai sia stata chiarita la dinamica di suicidio o omicidio, Brian Gibson (Poltergeist II) morì anch'egli di cancro, Oliver Robins rischiò di morire soffocato durante le riprese in una scena col clown, Richard Lawson fu uno dei 24 miracolati che scampò ad un incidente aereo (per puro caso cambiò il suo posto all'ultimo momento, accedendo alla prima classe). Tobe Hooper stesso racconta di aver assistito a diversi casi di poltergeist da giovane, soprattutto legati alla scomparsa del padre, mentre JoBeth Williams è tra gli attori rimasti più traumatizzati dal film e racconta che gli scheletri usati per le riprese fossero vere ossa umane, il che si spiegherebbe per meri motivi economici, poiché all'epoca del film acquistare scheletri umani in ambito medico costava meno che ricostruirli come effetti speciali (questo avrebbe inciso molto sulla "maledizione" che il film si sarebbe attirato, dunque Spielberg, Hooper e la Produzione avrebbero ripetuto esattamente lo stesso errore del costruttore immobiliare Jaren Karen, non rispettare i defunti). La casa dei Freelings usata nel film venne seriamente danneggiata da un terremoto nel '94 (in parte accade anche alla camera da letto dei genitori nel film, ed infine la casa si disintegra e viene risucchiata nel portale dimensionale). Particolare estremamente inquietante è il dettaglio di un poster del 16° Superbowl nella camera dei ragazzi. E' datato 1988, nonostante il film sia ambientato nel presente, allora il 1982 (perché il poster di un Superbowl di 6 anni dopo?). Il giorno del match è il 31 gennaio. Esattamente in quella data, 31 gennaio 1988, Heather O'Rourke si sentirà male, perderà i sensi, verrà trasportata d'urgenza al Rady Children’s Hospital di San Diego, in California, subirà un arresto cardiaco - che venne imputato allo shock settico risultante da un’occlusione intestinale e dalla conseguente sepsi - fino a morire (per poi essere seppellita accanto alla tomba di Dominique Dunne). Il Superbowl quell'anno venne giocato in California, a San Diego.
Genericamente Poltergeist è classificato come un film horror, cosa che in parte anche è, ma personalmente lo vedo più come un film prevalentemente fantastico, con alcuni momenti di orrore. A suo modo è persino un film per ragazzi, non solo per la presenza come protagonisti di bambini e teenager, ma per i continui riferimenti a quel mondo (Guerre Stellari è riprodotto ovunque) e alle tipiche dinamiche familiari, nelle quali, come detto, Spielberg è imbattibile. Inizialmente la sua idea era quella di una storia sempre in qualche misura riferita ad alieni, una sorta di lato oscuro di Incontri Ravvicinati, pare fu proprio Hooper a spostare il baricentro sui fantasmi, essendo meno interessato ad elementi squisitamente sci-fi. Incredibile anche la colonna sonora di John Williams, autentico valore aggiunto al film ed estremamente duttile nell'adattarsi ai vari momenti del film. Che infatti non sono solo horror, ma persino avventurosi ed a tratti assai ironici. Si pensi al sottotesto della tv, mezzo di "comunicazione", ma in questo caso col mondo degli spiriti, ovvero dei morti, e dunque sorta di portale per la putrefazione. Una minaccia, un pericolo, un oggetto posto nelle case di tutti i cittadini, americani e non, il pezzo di arredamento più comune e proprio per questo il più spaventevole, poiché estremamente naturale e confidente per qualsiasi spettatore. E' la tv che mina e distrugge la famiglia Freelings, il primo fotogramma apre su di essa, l'ultimo chiude su di essa..Ed i suoi contenuti? Beh pure su quelli non manca la stoccata, come quando JoBeth Williams dice alla O'Rourke di smettere di guardare ossessivamente il white noise (il cosiddetto rumore bianco delle tv catodiche attraverso il quale Carol Anne comunica con gli spiriti) perché le farà del male, e cambia canale sintonizzandosi su un film di guerra con gente che muore crivellata di colpi. L'idilliaca situazione familiare dei Freelings si incrina alla morte del canarino di Carol Anne, la prima morte che preluderà ad una serie di eventi straordinari e terrificanti, al termine dei quali Tangina troverà comunque il tempo di risistemarsi la pettinatura, posando orgogliosamente e non senza una certa vanità capricciosa, davanti alla telecamera di Ryan (Richard Lawson). La frase pronunciata da Carol Anne "Sono arrivati!" ("They're here!" in originale) è diventata tra le più iconiche, citate e riconosciute della intera storia del cinema, inserita al 69esimo posto in una ideale classifica delle 100 battute più famose stilata dall'American Film Institute.
P.S. La prima volta che ho riacceso la tv dopo aver visto il bluray del film la mia soundbar ha smesso di funzionare. Per dire.