Per la serie, film brutti, oggi si proietta Perversion (1978), titolo originale Nathalie Dans L'Enfer Nazi, aka Nathalie Rescapée De l'Enfer, aka Campo De Perversion, aka Holocauste Nazi, aka nisciuno è fesso, perché esisteranno almeno 18 titoli circolati di questo film di Alan Payet, pure lui conosciuto con almeno altri 6 pseudonimi (tra i quali John Love), regista franzoso habitué della coscia ignuda e della tetta allegra in salsa nazi. Il film in oggetto però lo scrive Patrice Rhomm, già regista di Fraulein Kitty e La Calda Bestia Di Spilberg. Fanno parte del cast Patrizia Gori, che di nazierotici intanto ne aveva già girati due (tra i quali lo Spilberg di cui sopra), e Claudine Beccarie, pure lei piuttosto a suo agio nel genere. Per altro le due avevano già recitato insieme sia in Fraulein Kitty che in Inhibition, entrambi del 1976. Già così Perversion sa di taglia e cuci, figuriamoci poi una volta che lo si è guardato per benino; la pellicola è il tipico eros svastica come se ne sono visti a camionate, anzi a cingolati tedeschi. I cliché ci sono tutti, 2 lire in croce di budget, pessima recitazione, locations uber poveristiche di scuola Batzella, dialoghi improbabili, azioni, reazioni e comportamenti altrettanto folli, nazi spietati e stupidi, femmine prigioniere torturate, costrette a subire di tutto ma che, in certi casi, perdono di vista l'evidentemente ambiugo confine tra il sopruso ed il desiderio, l'aguzzina macchietta (naturalmente lesbica), i partigiani buoni che alla fine liberano tutti. In effetti una cosa manca, gli esperimenti scientifici cattivi del Mengele di turno, questo Perversion almeno ce lo risparmia.
La Gori è Nathalie Baskova, agente russo che bazzica l'Ucraina facendo il medico tra i villaggi assediati dai tedeschi. Viene spedita dal suo comandante in missione; diventa una detenuta di un campo di concentramento, in attesa di essere poi deportata alla fortezza di Stilberg (qui viene recuperato il nome giusto, con la T al posto della P), poiché la magione sarebbe un centro di smistamento radio di ordini nazisti, oltre a celare nelle sue segrete una spia inglese, le cui verità farebbero saltare una cospirazione ai danni di Hitler. La Baskova deve quindi infiltrarsi, scovare Ingrid, liberarla o ucciderla per impedire che parli. Ma c'è un ma, Stilberg è il bordello dei tedeschi, e la tenutaria del bordello è la terribile Helga Hortz (Jacqueline Laurent), una soldatessa sui generis che gira per Stilberg in tenuta sadomaso, ragiona come una bambina capricciosa di 5 anni e si diverte a seviziare le sue prigioniere (soprattutto quando non acconsentono a giacere con lei). - SPOILER: La Baskova scoprirà che Ingrid è già stata smascherata ed uccisa; inizialmente viene ingannata da Claudine Beccarie, che si spaccia per la spia, ma che in realtà è una controspia tedesca. Fortunatamente i partigiani ucraini assalteranno Stilberg, liberando all'ultimo la Baskova e le altre prigioniere, ed uccidendo tutti, compreso Muller, l'unico nazi che si era dimostrato benevolo con la Baskova e che infatti si era conquistato il suo amore.
Tralasciando i fuori sincrono del dvd Mosaico (visivamente almeno il master non è malaccio), il film è girato da cani e non presta la minima attenzione ai particolari. Basti dire che in un paio di scene la Gori indossa dei collant, così, alla cazzo, quando un secondo prima non li aveva e nell'inquadratura dopo, senza alcuna ragione, li ha (sul treno che la deporta a Stilberg e nell'ultima scena). Neppure si capisce perché per tutto il film porti delle décolleté tacco 12, mentre nel degrado generale va a visitare i vecchi dei villaggi o mentre si aggira tra le celle dei lager. E pure la Beccarie, vestita col grembiulino da prigioniera, ha delle super scarpe da gran soiree, sempre tacco sexy. Per altro la Beccarie è credibilissima come prigioniera incatenata e torturata da settimane, perfettamente truccata, con le sopracciglia disegnate e il capello fashion. Le condizioni in cui vivono le prigioniere sono anti igeniche e primitive, si suppone che tra quei giacigli di paglia faccia loro un freddo cane, essendo a malapena coperte, ciò nondimeno, alla prima occasione si denudano di gran carriera per amoreggiare in preda ad istinti lesbo (naturalmente dopo aver dovuto subire pure le pretese sessuali dei figli di Germania). E la Laurent, ne vogliamo parlare? Va in giro come una Jessica Rizzo de' noaltren, sempre, a tutte le ore, senza nessuno che le chieda uno straccio di perché. In cameretta sua però ha la vestaglina celeste da gran signora. Boh. Il bel Muller (vabbè, si fa per dire) è un nazista inconsapevole, ogni sua azione sembra farlo appartenere all'esercito della salvezza piuttosto che alla Wehrmacht; e pure il suo generalissimo, di cui non ricordo il nome, è un ubriacone che ama Shakespeare e che, se fosse per lui, sarebbe da qualche parte sul Reno a pescare, anziché in prima sotto le insegne alate dell'aquila di Hitler.
Perversion farebbe anche ridere se non annoiasse a morte. La Gori che in teoria sarebbe pur sempre un agente segreto, ha la faccetta da cane bastonato per tutto il tempo (però il capello mai sgualcito), si spaventa di tutto e non ha un'iniziatva che sia una. A quest'ora il Terzo Reich dominerebbe il mondo. Il fatto è che pure i tedeschi sono da Sturmtruppen, e quindi lo scontro si fa titanico, anche perché pistolettate ed amazzamenti sono a secco, manco una goccetta di sangue. Nel mezzo c'è la mitica Helga, aguzzina in latex che nei fine settimana arrotonda al Prognosi Riservata (come avrebbe detto un certo Ivano....). Va bene, i nazierotici non sono mai stati E Johnny Prese Il Fucile, però pure all'interno del filone si è visto molto di meglio, a partire dal capostipite Salon Kitty, e compresi pure gli episodi di Ilsa, che almeno conservano una certa ironia guascona che fa perdonare tutte le bassezze.