Navigator assieme magari a Explorers, Invaders, D.A.R.Y.L., Wargames, Corto Circuito, Tron, The Black Hole (per citare i primi che mi vengono in mente), è uno di quei film che, da babbo, ho intenzione di far vedere ai miei figli tra qualche anno. Sono film che da ragazzetto mi hanno fatto sognare, mi hanno emozionato, mi hanno fatto fantasticare. Titoli specificatamente rivolti ad un pubblico giovane (non stupido, giovane), per altro tutti accomunati dall'essere di ambito sci-fi (perché altrimenti un'altra menzione d'obbligo andrebbe ai Goonies), seppur per teenager, dove il termine "teen" è da riferirsi culturalmente al contesto storico degli anni '80, non certo a quello odierno, che lo assegna pressoché quasi esclusivamente ad un tag di ricerca nei siti porno.
Navigator è una fiaba avventurosa e avveniristica al contempo, dove la patina fantascientifica serve giusto per dare un po' di sapore alle peripezie del giovane David (Joey Cramer). Il 12enne di Fort Lauderdale si inoltra a buio nella boscaglia vicino casa in cerca del fratellino, ma cade e perde i sensi. Quando rinviene, sono "solo" trascorsi 8 anni, i suoi familiari sono invecchiati, il suo pestifero fratello minore adesso è un ragazzo, il Presidente degli Stati Uniti non è più Jimmy Carter, la serie di Starsky & Hutch è finita, i videoclip musicali spopolano. David è stordito, inizia esami medici, sempre più approfonditi, che lo condurranno fino alla Nasa, dove contemporaneamente gli scienziati stanno studiando un misterioso velivolo impenetrabile piovuto dal cielo. Tra David e l'astronave si instaura un legame empatico, tanto che il bimbo sale a bordo e fugge via. Inizia il suo viaggio, coadiuvato dal computer di bordo Trimaxion (abbreviato in Max), fino al suo ritorno a casa, consapevole dell'accaduto negli ultimi 8 anni... - SPOILER: David era stato rapito per scopi di indagine scientifica da Trimaxion, incaricato di prelevare specie aliene, portarle sul pianeta Phaelon e restituirle poi al loro habitat naturale, il tutto in 4.4 ore, calcolate in tempo Luce, sfruttando così il cosiddetto "paradosso dei gemelli" (teoria della relatività - Einstein), ovvero 8 anni di vita terrestre. Abilmente Kleiser racconta tutto, ma lasciandolo in background, senza doverlo mostrare (per ovvie questioni di budget).
Gli effetti speciali, visti oggi, fanno tenerezza, ma all'epoca furono a loro modo avanguardistici poiché Navigator uscì all'alba del 3D ed è stato il primo film in 35mm ad impiegare la tecnologia dell'enviroment mapping, visibile ad esempio nei riflessi del paesaggio sul corpo liscio dell'astronave (simile ad un guscio di noce come forma) pilotata dal "navigator" David. L'effetto del portellone dell'ufo che va in liquefazione, assumendo poi la forma di una scalinata di accesso, è stato invece ottenuto con la animazione in stop motion (ed infatti la resa è mediocre). Gli interni dell'astronave, praticamente interamente a specchio con rilievi, sono piuttosto intriganti, soprattutto tenendo conto di un'estetica futuribile di stampo Eighties. Dell'astronave furono costruiti due modellini, adattando sottili lastre curve di legno su una struttura di metallo trattato e rifinito con vernice riflettente. Oggi sono visitabili uno a Disney World, l'altro agli studios della Disney (perché se non lo si era capito, il film è prodotto dalla Disney).
Tra gli attori del film, oltre al simpatico e paffutello Joey Cramer, da segnalare il gran capo dell'equipe della Nasa, Howard Hesseman, e una adolescenziale Sarah Jessica Parker, la ragazza che alla base porta da mangiare a David e stringe amicizia con lui, aiutandolo nella fuga. E' a suo modo un attore anche il robot Max, un braccio meccanico terminante con una sorta di grande occhio, che dialoga con David a bordo dell'astronave. Se la prima parte di film regge abbastanza anche per un adulto, e non è priva di una certa vena d'inquietudine per quanto accade allo spaesato bambino (notevole ad esempio la scena di David che torna a casa ma ci trova degli estranei, poiché i suoi genitori si sono trasferiti da tempo), tutta la seconda metà ambientata a bordo del guscio di noce spaziale è palesemente pensata per i ragazzini. Accade che Max, avendo perso la strada per casa, debba appropriarsi delle mappe stellari contenute nel cervello del ragazzino, e lo sottoponga quindi ad una sorta di Tac. Nel far questo, acquisisce anche il linguaggio e gli schemi di pensiero di David, ed inizia ad esprimersi come un bamboccio di 12 anni, modulando anche la voce in modo più infantile. Questo ovviamente toglie verosmiglianza al film, ma del resto si è consapevoli sin dall'inizio che di teen movie si tratta. Tuttavia Max non eccelle in simpatia (visto con gli occhi di un adulto), e la sua mutazione giovanilistica a tratti irita per la forzatura e la semplificazione troppo esibita. C'è poi tutto il comparto creaturine buffe della galassia, le cavie prelevate da Max oltre a David, che fanno un po' Gremlins un po' Critters. Una di queste per altro (ovviamente la più simpatica), rimarrà nella borsa di David e tornerà sulla Terra con lui. Un'altra cosa che rivedendo il film oggi mi ha fatto un po' sorridere, è l'insistenza col quale Max chiama David il "navigator", poiché David, detentore delle mappe stellari, pare veramente un tom tom spaziale. Musiche epiche ed altisonanti di Alan Silvestri. P.S. notare come l'astronave della locandina non c'entri assolutamente una mazza con quella effettivamente presente nel film.