
Napoli Violenta di Lenzi (1976) ottenne un discreto successo d'incassi, ecco che l'anno dopo arriva il sequel ufficioso, Vincenzo Mannino firma sempre soggetto e sceneggiatura (stavolta assieme a Gianfranco Clerici), dietro la MdP c'è Mario Caiano il quale porta con sé il suo commissario, Leonard Mann (al secolo Leonardo Manzella), data l'indisponibilità di Maurizio Merli. Se osservate la locandina però vedrete che in primo piano c'è comunque un biondo baffuto piuttosto somigliante a Merli (marketing), è Jeff Blynn, attore "non protagonista" si direbbe in gergo hollywoodiano, ma utilissimo alla Produzione per accalappiare le vedove inconsolabili di Merli. Il vero commissario di ferro qui (dall'abusatissimo cognome Belli, vedi Franco Nero in La Polizia Incrimina, La Legge Assolve proprio di Caiano...mentre Merli è stato il commissario Betti) è Leonard Mann, attore noto nel sottobosco del cinema di genere italiano del periodo ma, purtroppo per lui, non così carismatico come il suo predecessore. Poca presenza scenica, per quanto Mann si sbatta parecchio senza risparmiarsi.
La trama è presto detta, Belli dà la caccia al gangster Santoro (Henry Silva), spietato e sempre impegnato in rapine e sparatorie. Il criminale è protetto dal vecchio boss Don Alfredo (al quale in realtà Silva ha pure ammazzato un figlio), che lo aiuta ad evadere dal carcere quando, momentaneamente, Belli sembra aver vinto la sua battaglia contro Santoro. Naturalmente tra i due avverrà la resa dei conti finale in chiusura di pellicola. Tutto qua? Già, perché il resto del film sono sparatorie, inseguimenti, smitragliate, morti ammazzati, e pure qualche intreccio del genere poliziottesco con quello della sceneggiata napoletana. Caiano infatti mantiene in vita il personaggio di Gennarino (il pestifero personaggio di Gennarino), uno scugnizzo di strada che si "arrangia" alla napoletana per sfangare la giornata, e per il quale il commissario ha un occhio di riguardo. Gennarino si barcamena tra la Legge e la microcriminalità, ma in fondo è 'nu bravo uaglione... - SPOILER: tant'è che in due passaggi chiave darà un aiuto decisivo a Belli per incastrare Santoro, sacrificandosi addirittura in una drammatica sparatoria finale che si concluderà con il gangaster colpito a morte e maciullato sulle rotaie da un treno in corsa. Inutile dire che mi è assai più dispiaciuta la morte di Henry Silvia che quella di Gennarino.
Come action movie Napoli Spara! vince, è serratissimo, nervoso, estremamente ritmato e adrenalinico. Henry Silvia con la sua impressionante inespressività dà corpo ad un criminale velenosissimo. Come detto, non sono rimasto troppo convinto da Mann e soprattutto dalla pestilenziale e dilagante presenza di Massimo Deda/Gennarino, e complessivamente bisogna ammettere che il film di Lenzi era ben altra cosa rispetto a questo sequel, dignitosissimo ma inferiore. Terribili anche i cambi di registro del commento sonoro, che quando deve occuparsi di Gennarino trasforma il clima carico di tensione in una "sagra paesana", per dirla alla maniera di Bruschini e Tentori. Da notare che il tema "Gangster Story" dei fratelli De Angelis viene riciclato da La Polizia Incrimina, La Legge Assolve e Roma Violenta. Caiano però rincara la dose di violenza con alcune parentesi piuttosto forti. Il film ad esempio comincia con una truce rapina in banca dove una povera donna incinta viene presa a calci in pancia; poi assistiamo ad una evirazione in carcere (un tizio che probabilmente si è macchiato di crimini sessuali, anche se non si capisce di che risma, stupro, omosessualità, pedofilia?), infine c'è l'omicidio di baffone Blynn, letteralmente decapitato mentre va in moto. Anche nei corpo a corpo c'è una forte iniezione di violenza, Mann quando deve pestare lo fa senza complimenti e senza osservare regole cavalleresche e di galateo. Napoli Spara! è un buon film, assolutamente godibile, ancor più se svincolato dall'ombra del suo predecessore Napoli Violenta. E' un piacere gustarselo anche perché il dvd Cult Media offre un master davvero ottimo (integrato negli extra da alcune scene tagliate).