Nello Stesso anno di Un Delitto Poco Comune (1988) che pure non è affatto un film disprezzabile, e subito dopo The Barbarians, che è una trashata colossale ma con elementi di divertimento puro, Ruggero Deodato gira questo Minaccia D'Amore, assicurandosi come starlette principale una donna bellissima e ancora poco valorizzata dal cinema, Charlotte Lewis, vista ne Il Bambino D'Oro con Eddie Murphy e in Pirati di Polanski, entrambi del 1986. Un nome internazionale anche se ancora non troppo famoso da snobbare una produzione italiana di genere ad opera di un regista quantomeno controverso e borderline come messieur Cannibal. Il problema è semmai che la sceneggiatura della pellicola è per certi versi atroce, poggiata su di un assunto del tutto non credibile, puerile e realizzato con una approssimazione ed un infantilismo che trascinano nel disastro tanto Deodato quanto l'avvenente Lewis. Esistono delle energie in grado di incidere fisicamente nella realtà, propulsioni positive e negative che si concentrano a tal punto da causare effetti. Ad esempio laddove dolore o rabbia sono stati estremamente permeanti, significativi, pronunciati, accade che queste forze si manifestino mettendo in difficoltà vittime e malcapitati.
E' ciò che succede a Jenny (Charlotte Lewis) la quale semplicemente commette l'errore di sbagliare numero telefonico e comporre quello di un centro d'ascolto per persone disagiate (alcolizzati, tossicodipendenti, psicolabili a vario titolo) che è stato chiuso da tempo. Per motivi imprecisati questa struttura è ancora fisicamente in piedi anche se allucchettata e coperta di polvere (nonché di tortore e colombe che svolazzano al buio nello stanzone... alludendo alle anime fragili che si rivolgevano a questo centro). Ore ed ore di conversazioni telefoniche sono registrate su nastro e stanno lì, ad aspettare il proprio disfacimento. Attraverso la cornetta telefonica (negli ann'80 quando ancora esistevano le cabine e non eravamo dominati da cellulari e smartphone) Jenny viene raggiunta da queste forze che da quel momento in poi la stalkerare e la bullizzano senza soluzione di continuità Ogni qual volta la ragazza o un suo conoscente hanno a che fare con una linea telefonica accade un fattaccio soprannaturale. Fili del telefono che si stringono al collo, scariche elettriche che si sprigionano dalla cornetta, specchi che vanno in frantumi, sequenze sonore di fax e segreterie telefoniche che causano stati ipnotici con tendenze suicide, eccetera. Un vero e proprio assedio "telefonico" responsabile di molteplici morti. L'unico sodale di Jenny è un vicino di casa, Riccardo (Marcello Modugno, il figlio di Domenico) che immediatamente accoglie l'improbabile vicenda di Jenny e si erge a suo difensore e paladino. Dopo alcune ricerche in ambito universitario, appuriamo che c'è un grande studioso di "energie misteriose" che da 20 anni si occupa di casi simili, il professor Klein (William Berger).
- SPOILER: I due riescono ad avvicinarlo e ad estorcergli la rivelazione che tutto ciò che sta accadendo a Jenny è del tutto plausibile, purtroppo un attimo dopo anche lui verrà assassinato dalla telefonia che aleggia nell'etere, con il cuore che letteralmente gli esploderà in petto. Appena una posa per Berger, il lavoro di un pomeriggio sul set. Quando tutto sembra perduto e le anime di disagiati del centro di ascolto hanno oramai fatto tabula rasa attorno ai ragazzi, avendo portato la stessa Jenny quasi alla morte, in una scena ai confini della realtà, la donna ha finalmente l'intuizione giusta, a questi poltergeist della depressione irriducibile deve essere dato l'unico antidoto possibile per liberarli dalle afflizioni e dallo sconforto, l'amore. Ecco che Jenny compone di nuovo il fatidico numero e dichiara tutto il proprio amore per queste povere anime perse. Riceve pure in grazie dall'altro capo della cornetta e finalmente il male cessa.
Deodato gira forse ad occhi chiusi questa storia strampalata perennemente in bilico ed oltre sul burrone del ridicolo involontario. Gli omicidi sono impensabili, tutti a favore di cornetta. Il continuo riproporre lo stanzone del centro d'ascolto, irrorato da una luce bluastra, con un ventilatore al soffitto che più rotea vorticoso più annuncia il compiersi del sortilegio e con questi volatili bianchi che zompettano di qua e di là è una grande metafora del non si sa che. L'atmosfera è molto rock, grazie alle musiche (particolarmente orride) composte per l'occasione da Claudio Simonetti. La produzione è di Giovanni Bertolucci e Galliano Juso, ed anche le scenografie sono di una vecchia volpe del nostro cinema di genere, Massimo Antonello Geleng. Nonostante ciò Minaccia D'Amore è quasi insalvabile. Bisogna proprio accontentarsi delle grazie della Lewis, mostrate pochissimo da Deodato, il quale punta convintamente sull'aspetto horror della storia. C'è solo una scena nella quale l'attrice di origine irlandese-iracheno-kazako-cilena concede qualcosa al pubblico, ovvero quando il telefono le chiede un atto d'amore e lei esegue soggiogata, indossando della lingerie e gettandosi nella vasca da bagno. Verrà salvata da Riccardo, il quale accorrerà giusto in tempo per evitare che Jenny frigga a causa del telefono che si autoscaglia nell'acqua. Poco prima Jenny aveva amoreggiato con la cornetta, sempre sotto l'influsso delle forze maligne in cerca d'amore. Altra scena non da poco è quella nella quale Jenny viene trascinata sottoterra con tutta la cabina telefonica nella quale cerca di rimettersi in contatto con il numero sbagliato ad inizio film. C'è un certo dispendio di effetti speciali, per una resa finale da parco divertimenti, con la cabina che scende di livello nel sottosuolo. Il film comprende personaggi piuttosto folcloristici, come il proprietario del bar dal quale Jenny telefona al Centro (spalancando di fatto le porte dell'inferno), una specie di neanderthaliano allo stato brado, il pompiere Carlo Monni che cerca di circuire la Lewis dopo che ha appena rischiato di morire (prendendo comprensibilmente il due di picche), Giorgio Tirabassi ai suoi esordi, truccato da punk, che interpreta uno stupratore assassinato a colpi di gettoni, tale "vecchia talpa", ovvero Mattia Sbragia nei panni di un operaio della compagnia telefonica con l'hobby della musica . Minaccia D'Amore è un film squinternato ed altamente improbabile, anche volendo gettarsi mani e piedi nel "verfremdung effect" di brechtiana memoria.