Miliardi è una telenovellona dei Vanzina del 1991, un attimo dopo la Milano da bere e un attimo prima della Milano in galera. Un film "love to hate", di quelli cioè che la gente ama odiare, denigrare, lo stereotipo vanziniano al quale il figo della situèscion che vuol fare il critico evoluto e sapiente si attacca per denigrare tutto "un certo tipo" di cinema e di "società itagliana", quella cioè che guarda i film "dei Vanzina". Notoriamente sono anni luce distante dalla spocchiasnob jihadista militante e quindi verrebbe da difendere a spada tratta un film dei V bros sempre e comunque. Però non abbiamo nemmeno il prosciuttino sulle palpebre, e vediamo che i nostri cari registi-autori-soggettisti-sceneggiatori hanno fatto talvolta di meglio, talvolta di peggio. Miliardi non è tra le pellicole più riuscite della ditta, anche se comunque si lascia guardare volentieri. E' di quelle più effimere, più vuote, che procede un po' per inerzia una volta impostata la marcia iniziale. Qui la scaturigine è una famiglia d'alta finanza, roba alla Dynasty (ma pure Beautiful in America esisteva già dal 1987), con patriarchi miliardari, mogli devote, figli ambiziosi, nuore zoccole altrettanto ambiziose, nipoti sbandate, amanti sullo yacht, segretarie "tutto" fare, avvocati trafficoni, eccetera. Una galleria di figurine bidimensionali, il cui collante sono unicamente lusso e potere. La storia è ai minimi termini, ed in effetti poco conta, se non per inscenare una serie di locations prestigiose, snocciolare continuamente luoghi del jetset, ostentare perle, perline, giacche fashion, messe in pieghe ultralaccate e autoreggenti col pizzo.
C'è Carol Alt, feticcio in quegli anni dei Vanzina e delle produzioni di area Mediaset, che però qui ha un ruolo abbastanza minore (così come c'è la gemellina Reneé Simonsen, per pochissimi minuti, e fa la mignotta); c'è Alexandra Paul, una rizzacazzi mica da ridere; ci sono un po' di vecchie glorie sul viale del tramonto, come la Bolkan, Jean Sorel, Cyrus Elias e Lauren Hutton (un po' come prendere Del Piero e Seedorf e fargli fare l'ultimo anno nei Bodega Bay Allstars); c'è Donald Pleasence che è riuscito a partecipare a tutte le produzioni italiane più trash di quegli anni (Mr. Gold); e c'è Billy Zane, il più protagonista di tutti, pur trattandosi di un film corale. Io Billy Zane non l'ho mai capito, a cominciare dal Titanic, fa sempre quel ruolo lì, mezzo stronzo, mezzo bello, mezzo pesce lesso, tutto abbronzato...mah! Qui ha dei capelli prossimi all'imbarazzo, e pure gli occhialini da sole tondi che sfoggia costantemente si posizionano al primo posto della classifica ridi-ridicule. Giusti nel dizionario Stracult accredita pure la Grimaldi, ma sant'Iddio io non l'ho vista, si fa strada seriamente l'ipotesi che Giusti abbia smarronato... Le musiche pompano "alla grande", del resto siamo appena usciti dagli anni '80 e il clima per molti aspetti è ancora un po' quello lì, nonostante i divani chateau d'ax e le zoccole imperiali. Filmetto senza pretese, chiaramente costruito sul modello soap-operistico yankee. Gli anni '90 non saranno i migliori per i Vanzina, che, a mio giudizio, vedono le loro migliori produzioni confinate nel decennio precedente. Si sappia comunque che il dvd (edizione Cecchi Gori, qualità scadente andante) è a suo modo un oggetto di culto, visto che è fuori catalogo un po' ovunque, e che per arraffarlo dovete avere un po' di culo su ebay.