E in un biennio si conclude la trilogia del Poliziotto Mark di Massi, anche perché, come è noto, Franco Gasparri poi si spaccherà tutto in un incidente con la moto tanto da pregiudicare la sua carriera (oltre che la sua vita). Forse la saga sarebbe proseguita, forse no, sta di fatto che già il terzo capitolo si distanzia sensibilmente dai due precedenti, trasformando il commissario Mark Terzi nell'agente qualunque Mark Patti trasfigurando il poliziottesco in una specie di spy story impelagata col terrorismo (temi forti, lontani dalla criminalità urbana e spicciola delle periferie italiche degli anni '70). Se da un verso questo ha un senso - Mark alla fine del secondo film dà le dimissioni, nauseato dai giochi di potere e dalla burocrazia - dall'altro rimane comunque un passaggio poco comprensibile, visto che il poliziotto cambia cognome e, francamente, appare tutt'altra persona rispetto al commissario delle altre pellicole. Si acchiappa lo stesso pubblico insomma ma si va per campi coltivati con ortaggi diversi. Il titolo non avrebbe dovuto fare alcun riferimento a Mark ma poi (ovviamente) le ragioni di botteghino hanno prevalso, anche se dei tre questo è quello che ha incassato meno.
Gasparri è agghindato come una specie di hippie de' borgata, con tanto di marcato accento romanesco. Forse una copertura per le sue quotidiane azioni anti scippi e rapine. Capello incolto riccio, maglietta rosa ampiamente scollata, jeans da ragazzaccio e stivali col tacco. Per caso viene adocchiato da una coppia di terroristi, la burrosa Marcella Michelangeli e lo spiritato John Steiner. Scambiato per un manigoldo di piccolo cabotaggio, viene inizialmente assoldato per badare un "caduto" di guerra, quindi reclutato ufficialmente per le azioni di violenza che l'organizzazione terroristica dispensa in tutta Europa. Mark passa sotto l'influenza della Criminalpol guidata da John Saxon, nel tentativo di arrivare alla testa del serpente attraverso la manovalanza sanguinaria. - SPOILER: strada facendo Mark scopre che lo stesso capo della Criminalpol è colluso con i terroristi, e che probabilmente c'è un livello politico più alto, il direttorio che tutto presiede e controlla, a livello di Nuovo Ordine Mondiale. In questo contesto Mark, a rischio della sua stessa vita, riesce almeno a sgominare la cellula terroristica nella quale si era inflitrato, facendo seccare in un conflitto a fuoco pure lo stesso John Saxon.
Come ho già scritto, la serie di Mark non mi fa particolarmente vibrare, la trovo modesta rispetto all'esito di tanti altri film del filone poliziottesco italiano, tuttavia questo terzo capitolo è forse, paradossalmente, il migliore, o perlomeno quello che ho preferito, nonostante in giro venga valutato in modo diametralmente opposto. Certamente vale almeno Mark Il Poliziotto Spara Per Primo, mentre Mark Il Poliziotto mi è sembrato il più moscio. E' vero che la deriva terroristica snatura il personaggio ma, appunto, essendo il dato di partenza non particolarmente positivo, alla fine questa diversificazione finisce con l'essere un elemento positivo. Rimane una certa fissità, a mio modo di vedere, una certa legnosità delle situazioni; la sceneggiatura ha incongruenze vistose (una per tutte: perché mai uno come Mark viene adocchiato da scafati terroristi?), i dialoghi sono spesso tirati via. Ottima invece la colonna sonora dell'altro Stelvio (Cipriani) che ritorna dopo aver lasciato la sala d'incisione ad Adriano Fabi nel caso del secondo film. Breve apparizione di una Malisa Longo buttata dentro "tanto per", Gasparri ci finisce a letto; tanto bella quanto inutile, se non vitata all'inevitabile scena di nudo integrale. Una curiosità, il titolo del film non può non far venire in mente il seguito di Guerre Stellari, il quale tuttavia uscirà solo nel 1980.