Malizia 2mila

Malizia 2mila
Malizia 2mila

Salvatore Samperi racconta che il film era un chiodo fisso di Silvio Clementelli, il produttore. Buffo perché all'epoca di Malizia (1973) Samperi spingeva tantissimo per girare il film che voleva mentre Clementelli era piuttosto titubante; si cercava di convincere Samperi a girare Fantozzi (1975) mentre lui insisteva per la sua Malizia. Alla fine Clementelli cedette. Quasi trentanni dopo i ruoli si rovesciano, il produttore vuole assolutamente un sequel di Malizia (pregustando gli stessi incassi del primo), mentre Samperi sa perfettamente che un nuovo film sarebbe privo di senso. Non è più quel contesto storico e sociale, quello che doveva essere detto era stato detto in Malizia, un sequel non aveva ragione d'essere. C'era però anche la questione Laura Antonelli. L'attrice era nel bel mezzo delle sue traversie giudiziarie (nella sua villa di Cerveteri vennero rinvenuti 36 grammi di cocaina, per i quali venne condannata in primo grado per spaccio e poi assolta nove anni dopo, decaduta l'accusa di spaccio e riconosciuto l'uso personale delle sostanze stupefacenti); l'Antonelli cercava un rilancio, dell'ossigeno che la cavasse fuori dall'incubo, e Samperi si sentiva in dovere di accettare la regia per dimostrare di non giudicare umanamente - con un suo rifiuto - la Antonelli, che tanto gli aveva dato con l'interpretazione del primo Malizia. Rimessi assieme Turi Ferro, la Antonelli, Samperi, Clementelli e lo sceneggiatore Ottavio Jemma, il cuore del 1973 era ricostituito; se le premesse erano rosee il risultato fu un fallimento.

Samperi aveva perfettamente ragione, Malizia nel 1991 non aveva alcun senso. Non erano più i tempi della trasgressione di un amore adolescenziale consumato con una donna matura, non erano più i tempi del reggicalze che fa capolino da sotto la veste, del rovesciamento dei valori borghesi e familiari dell'Italia dei primi anni 70. Tant'è che più o meno consapevolmente Malizia 2mila va a parare da tutt'altra parte. Rivisto oggi (ma già all'epoca) il film fa l'effetto di una fiction televisiva. Non solo perché lo stile è proprio televisivo, modesto, privo di personalità, piatto e lineare, ma anche perché la trasgressione è del tutto assente e dunque un prodotto del genere potrebbe tranquillamente andare in prima serata su Rai 1 senza colpo ferire, quasi un programma per famiglie. Una qualsiasi puntata di Striscia la Notizia o di Ciao Darwin contiene assai più nudità, lingerie, ammiccamenti, erotismo e volgarità assortite. Malizia 2mila punta più sulla comicità e sui rapporti tra i personaggi, ma al netto del sesso. In totale abbiamo la Antonelli che scopre una coscia e, sul finale, una ripresa di schiena che lascia fugacemente intravedere un seno. Stop. Parlare di film erotico è una pura illazione (la cosa più stuzzicante è in realtà Barbara Scoppa, la segretaria di Turi Ferro). Preso atto che non si trasgredisce e non si erotizza, la pellicola non appaga neppure per tutto il resto. L'andamento è prevedibile e scipito. Turi Ferro è un attore di sostanza e alla Antonelli si vuol bene a prescindere, ma dialoghi e personaggi sono al minimo sindacale. L'archeologo da salotto di Roberto Alpi poi è proprio demenziale, quasi da comica slapstick.

I primi piani sul volto della Antonelli sono impietosi, delle coltellate che si perdonano difficilmente a Samperi. Laura appare appesantita, spenta. la stanchezza è tanto nelle occhiaie, nelle macchie epidermiche, nei gonfiori che nello sguardo. C'è tutta la malinconia e la tristezza dell'attrice prima ancora che del personaggio. Se una concessione alla Antonelli (oltre che all'avido produttore) doveva essere, Malizia 2mila si rivela più un dispetto, un atto di mancanza di rispetto, un torto alla bellezza, alla solarità e alla vitalità della Antonelli dei due decenni precedenti. Se a questo ci si aggiunge tutto ciò che è accaduto all'attrice anche a seguito del film, il deturpamento del viso (che lei attribuì ai trattamenti estetici ai quali si dovette sottoporre per girare Malizia 2mila e che invece una sentenza di tribunale assegnò all'edema di Quincke... per l'appunto verificatosi in concomitanza dei trattamenti estetici), la depressione, il ricovero in un centro d'igiene mentale, l'indigenza, la solitudine degli ultimi anni di vita ed infine la morte per infarto nel 2015, il film assume i connotati di una specie di maledizione lanciata sulla povera Antronelli da qualche entità crudele e perversa. Per anni se ne è parlato come di un film fetido ed orribile, e certo non è un buon film; tuttavia, contestualizzato, preso per quello che è, rivisto quasi 30 anni dopo, lo si guarda come si guarda al filmino di quella volta che al mare, per fare il bellimbusto, sei scivolato sugli scogli, battendo l'osso sacro e facendoti prendere in giro da tutti. Un fallimento ma venato da nostalgia e buone intenzioni. Certo, se si pensa alla potenza delle scene di Malizia, la "disubbidienza" morale di quel "fotti bambino mio" ripetuto due volte, mentre Vittorio Storaro fa volteggiare le luci sul set come fosse un terremoto, qui pare di guardare una puntata de i Robinson.

Esiste un sequel americano di Malizia intitolato Malizia 2, che non è un sequel e non si chiama Malizia 2 (ma The Big Bet). O meglio, in Italia è stato fatto circolare in homevideo con quel titolo, mettendo in copertina una scena che nemmeno appartiene al film. C'è Sylvia Kristel che fa la milf che svezza un presunto diciottenne (ma l'attore è grandicello) impacciato con la sua fidanzatina (che poi è una coniglietta di Playboy, Kim Evenson). La storia è ambientata in America a metà anni '80, Malizia di Samperi non c'entra un bel niente e la locandina originale del film viene sostituita da un fermo immagine di Emmanuelle o di qualche altra pellicola della Kristel, col goffo risultato che nel frattempo la Kristel appare decisamente più invecchiata e decadente nel film (questo si, come la Antonelli), persino con una diversa capigliatura. Per correre ai ripari, al giovane virgulto vengono continuamente messi in bocca apprezzamenti estetici sul corpo della Kristel, che però sortiscono l'effetto opposto poiché è evidente che tutte le donne e le ragazze che circondano il protagonista - purtroppo per la Kristel - hanno ben altro vigore fisico rispetto all'attrice olandese, che pure all'epoca aveva solo 33 anni. Beh insomma, se vi capita a tiro evitate questo Malizia 2 come la peste, è una truffa; male per male, meglio Malizia 2mila.

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