Luna Zero Due

Luna Zero Due
Luna Zero Due

Racconta Luigi Cozzi, esperto e conoscitore delle vicende Hammer, che questo film è un prodotto della fase crepuscolare della casa cinematografica britannica, quando il leader maximo era Michael Carreras, al quale si deve l'impronta bizzarra di Luna Zero Due. Carreras aveva una certa idiosincrasia verso l'horror ed il fantastico, praticamente verso il core business della Hammer e con le 500 mila sterline di budget intese (far) realizzare il primo "western spaziale", o perlomeno così venne pubblicizzato il film, tanto nelle locandine quanto nei trailer. La regia venne affidata a Roy Ward Baker (che qualcuno ricorderà per La Tua Bocca Brucia con Marilyn) senza che il suo apporto caratterizzi granché le immagini. Luna Zero Due parte nel modo più inaspettato possibile, ovvero con i titoli di testa che scorrono su dei cartoni animati, una striscia comicarella che intende ripercorrere le fasi della corsa allo spazio tra Usa e Urss. Non va dimenticato che appena tre mesi prima dell'uscita del film Armstrong aveva fatto quel "piccolo passo per l'uomo" che si rivelò "un gigantesco balzo per l'umanità". Digerito un incipit così anomalo e sorprendente, siamo già nella cabina del velivolo "a noleggio" di Bill Kemp (James Olson), sorta di tassista che nel 2028 fa la spola tra la Terra e la Luna. La vecchia compagnia presso la quale lavorava in precedenza vorrebbe riassumerlo ma lui nicchia; nel frattempo Hubbard (Warren Mitchell), un losco uomo d'affari, intende deviare il corso di un asteroide (miniera di zaffiri) facendolo abbattere sulla luna, per ricavare il prezioso materiale iper resistente da impiegare come rivestimento per i motori delle astronavi e monopolizzare il mercato dei futuri viaggi verso altri pianeti. Hubbard però è anche implicato nell'omicidio di un minatore che si era rifiutato di cedergli la sua concessione mineraria lunare. Kemp scopre ogni malefatta con l'aiuto della sorella del minatore, Clementine Taplin (Catherine Schell), ed insieme azzereranno ogni progetto criminale di Hubbard.

Si fa fatica a prendere sul serio Luna Zero Due, quasi mai un vero film di fantascienza. Che sia volontaria o inconsapevole, c'è una certa ironia di fondo che stempera ogni tensione. L'intento di trasferire pari pari una storia western in un contesto sci-fi è lampante, basti vedere il saloon (il "moon bar") nel quale i personaggi bevono cocktail improbabili a base di kerosene ed assistono a continui balletti con indiane e cow girl. La miniera potrebbe essere di pepite, Hubbard un proprietario terriero (con le fattezze molto somiglianti a Donald Pleasance) e Kemp il cavaliere buono e solitario. Mancano gli indiani....come del resto mancano gli alieni. Anziché i cavalli abbiamo le astronavi. Gli effetti speciali ed i modellini impiegati sono teneri ed ingenui, per non dire approssimativi, anche facendo riferimento al '69, considerando cosa aveva fatto vedere Kubrick appena un anno prima. Li aveva creati Les Bowie, uomo di fiducia della Hammer nel settore fx. Olson è uno spaccone di prima categoria, Mitchell un cattivo da fumetto, la Schell è una bambolina con pochi neuroni ma un bel faccino, e chissà se vi siete accorti che si tratta della mutaforme Maya che poi si vedrà in tv nella seconda stagione della serie Spazio 1999 (1977), anche se nella prima aveva comunque interpretato un'aliena in un episodio (Il Pianeta Incantato). I costumi sono sgargianti e sempre coloratissimi (quello sexy della poliziotta Adrienne Corri è veramente fuori da ogni logica), così come gli arredi e le scenografie. La musica è spesso e volentieri fuori contesto, allegrotta, enfatica e decisamente più adatta ad un western che alle imprese spaziali. Sull'attendibilità scientifica di ciò che vediamo (la gravità, questa sconosciuta....) è meglio non porsi troppe domande e guardare il film esclusivamente per divertimento ("spegnendo il cervello", come saggiamente consiglia Cozzi nella presentazione al film dell'edizione Sinister). Non a caso all'epoca alcune recensioni fecero riferimento a Flash Gordon (il fumetto e i serial televisivi trasmessi tra il 1936 e il 1940) o al film spaziale di Gianni e Pinotto, Abbott And Costello Go To Mars (1953), da noi sommariamente diventato Viaggio Al Pianeta Venere.

Trailer ufficiale

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