In Italia le supplenti e le insegnanti avevano il volto (e anche qualcos'altro) di Carmen Villani, Michela Miti, Nadia Cassini, negli States quello di Sidney Poitier, Perry King, James Belushi, Michelle Pfeiffer (quest'ultima rialza un po' la media in effetti). In sostanza, se in Italia si cercava di stimolare i ragazzi con "certi" argomenti didattici, in America erano roncolate sulle gengive e senza tanti complimenti. Tra i prof giustizieri dello zio Sam va annoverato anche Tom Berenger, protagonista de L'Ora Della Violenza (The Substitute in originale), che sta da qualche parte tra l'ora di Educazione Tecnica e quella di Religione; filmetto divertente anche se pieno di cose un po' così, alla viva il parroco.
Jonathan Shale è il leader di un plotoncino di guerriglieri mercenari assoldati dal governo Usa per missioni sporche (ad esempio il sabotaggio di una raffineria cubana di droga). Al termine dell'ennesima operazione, non proprio finita benissimo, questa specie di A-Team ultra cheap viene scaricato dall'oggi al domani. La banda deve trovare nuovi ingaggi per sopravvivere ma Shale è piuttosto restio a servire signorotti locali della droga per proteggere i loro affari sordidi. Mentre i suoi commilitoni gli si rivoltano contro per il troppo rigore morale, Shale si ritrova a dover fronteggiare la situazione che vede coinvolta la propria compagna Jane (Diane Venora), insegnante di un liceo borderline frequentato perlopiù da neri e ispanici, dove armi, violenza e sostanze stupefacenti circolano liberamente. Jane cerca da tempo di opporsi alla tirannìa di Juan Lacas (Marc Anthony), lo studente boss della posse criminale, ma riceve in cambio un agguato con un tizio che le spezza una gamba a bastonate. Shale decide di farsi assumere come insegnante supplente ed inizia le sue indagini personali. - SPOILER: scoprirà che lo stesso preside Claude Rolle (Ernie Hudson) è connivente, che ingenti quantitativi di droga sono nascosti proprio nella scuola e che altri mercenari e trafficanti sono coinvolti nel giro. Ritrovata la fiducia dei suoi compagni di scorribande militari, Shale arriverà alla resa dei conti con i trafficanti, ingaggiando un conflitto a fuoco dentro la scuola, durante il quale moriranno tutti ad eccezione di Shale stesso e di uno dei suoi commilitoni, sgominando così il malaffare una volta per tutte.
L'Ora Della Violenza non va tanto per il sottile, il mondo si divide in buoni e cattivi, quelli che sanno menare campano meglio, le femmine sono carta da parati, gli immigrati in genere danno problemi e il comunismo in Vietnam e a Cuba è il Male. Punto e stop. Se ci sono rogne a scuola arriva Tom Berenger, con le sue cicatrici e il suo sguardo di ghiaccio, e spacca tutto. Destroy, erase, improve. Non ci sarebbe molto da dire sul film se non che alla fine è piuttosto divertente (a patto di spegnere il cervello e qualsiasi pretesa civile e democratica). Sta poco in piedi il fatto che un drappello di mercenari scafatissimi, abituati a scansare le pallottole dei sicari di Castro e dei musi gialli di Hanoi, si gettino a capofitto nella bonifica di un liceo (senza ricompensa alcuna se non il senso di giustizia) e ne rimedino di cotte e di crude, facendosi accoppare come delle mammolette. E' incomprensibile il marmoreo senso di integrità etica che Berenger tira fuori tutto d'un tratto, quando fino al giorno prima era a scaricare fango con le betoniere in qualsiasi parte del globo la CIA ritenesse necessario. E' inspiegabile come un militare taciturno e picchiatore possa essere credibile come insegnante sotto copertura in un liceo pubblico (e infatti, quando non è intento a scatafasciare sedie per terra o a spezzare braccia agli studentelli arroganti, parla solo e soltanto del Vietnam). Detto tutto ciò (e ci sarebbe molto altro, come il fatto che in un appartamento in piena città si consumino colluttazioni e sparatorie, e i vicini si facciano vivi dopo abbondanti quarti d'ora bevendosi la scusa della tv un po' alta), rimane agli atti un action rude e crudo, tutto orizzontale, dove il senso è rimettere al suo posto la feccia e farlo con i mitraglioni più fallici e testosteronici possibile.
Berenger è perfetto per il ruolo; nella prima metà della sua carriera, nonostante il fisicaccio minaccioso, aveva anche provato a fare altro, poi, capita l'antifona, è diventato un altro Steven Segal della situazione e si è insediato, bicipiti e tricipiti incorporati, in ruoli tutti uguali da picchiatore glaciale (e all'occorrenza sciupafemmine). Qui è pure un po' imbolsito. Da notare che il cattivissimo di turno è quel Marc Anthnony poi divenuto cantante e marito di Jennifer Lopez (e poi marito anche della modella Shannon Lima, tutte donne bruttissime). Lasciate perdere dialoghi, finezze registiche, grandi doti attoriali e una sceneggiatura che mette in fila uno dopo l'altro tutti, ma proprio tutti, i cliché del caso già visti e rivisti in altre pellicole affini come The Principal o Pensieri Pericolosi. L'Ora Della Violenza è un piatto di pasta e fagioli (massicci e incazzati). Esiste pure un seguito chiamato The Substitute 2 (sottotitolo: School's Out) con Treat Williams, mai uscito in sala e approdato direttamente in tv e in homevideo.