L'Ombra Del Dubbio si colloca agli albori del cosiddetto periodo americano quando, dopo 23 film realizzati in Inghilterra, Hitchcock si trasferisce a Los Angeles per le sue nuove e future produzioni. Dagli anni '40 Hitch diventa "americano" ed in tale contesto L'Ombra Del Dubbio è perfettamente centrato poiché non solo è ambientato lì, a Santa Rosa in California per l'esattezza, ma ha proprio come obbiettivo quello di ritrarre la provincia americana nelle sue abitudini, nel suo stile di vita, nel suo essere defilata rispetto alle mille luci delle città tentacolari. Una provincia molto poco glamour che vive di gente semplice, innocente, vicini di casa che ci conoscono, una comunità di brave persone con il sorriso stampato sulla bocca, che compie opere buone ed è sempre disposta a dare una mano, ospitare e credere a qualunque cosa venga raccontata. Non c'è opulenza e nemmeno appariscenza, un fiume tranquillo fatto di pesci piccoli e pacifici. La pellicola si gioca tutta sul tema del doppio, proprio a partire dalla contrapposizione città e paesello. Carlo Oakley (Joseph Cotten) è l'uomo di città, cosmopolita, aristocratico, scafato, ambiguo, che torna al paese dalla sorella Emma (Patricia Collinge), dalla quale si fa ospitare. Ad accoglierlo c'è una intera famiglia, il marito della sorella e tre figli, due piccoli e Carla (Teresa Wright), giovane donna intelligentissima, volitiva e devotissima allo zio. Durante la permanenza a Santa Rosa dei giornalisti avvicinano la famiglia per un sondaggio popolare. Presto Carla capisce che quei giornalisti sono altro - SPOILER: si tratta di poliziotti che stanno braccando un assassino in fuga di cui tuttavia non conoscono il volto. E' uno strangolatore di vedove che si è arricchito con i loro patrimoni. C'è il forte sospetto possa trattarsi di Carlo. Improvvisamente il mondo crolla addosso a Carla, lo zio è il suo supereroe e una notizia del genere, se confermata, farebbe impazzire Emma. Carla cerca di decriptare i comportamenti dell'uomo, alla ricerca di ogni possibile indizio possa confermare o smentire l'accusa.
Sebbene Hitchcock sveli le carte un poco alla volta, intorno ai 3/4 di film è ampiamente chiaro per lo spettatore chi ha fatto cosa; i ruoli vengono assegnati e certificati, e la tensione non si sviluppa (più) dalla scoperta dell'identità dell'assassino, bensì dalle conseguenze che l'inserimento di una personalità malvagia in un determinato contesto fa scaturire. Ci si identifica tanto con i "buoni" che con i "cattivi" e la forza del film sta proprio in una sceneggiatura sublime che dà ad ogni personaggio un'importanza ed un disegno profondissimi. La bravura di Hitchcock sta nel rendere popolare e commerciale una storia che in realtà tocca temi affatto superficiali o banali, senza mai trasformarsi in pedante film d'essai (pure essendo a tutti gli effetti un film d'autore). L'integrità morale, l'affetto, la doppiezza, la violenza, il tradimento, l'inganno, il male senza una ragione, sono i mondi attraverso i quali i personaggi si muovono ed interagiscono. Carla è di una dolcezza disarmante ed è impossibile non sentire tutto il suo dolore, anche perché Hitchcock la rende viva e tridimensionale. Dapprima è una ragazza vagamente depressa e abulica, poi la sua vita si riaccende grazie all'arrivo dello zio, esplode di gioia ma progressivamente questa gioia si oscura e diventa dispiacere, poi sofferenza, infine astio e odio. Ogni momento ed ogni figura della storia hanno una precisa funzione nell'economia del film.
Il doppiaggio italiano è molto particolare poiché sia la Wright che un po' tutti i personaggi minori hanno una strana inflessione che li rende quasi indistintamente "stranieri" ad un attento orecchio italiano. La voce di Edna May Wonacott in particolare ha un retrogusto palesemente spagnolo, ed infatti l'edizione italiana della pellicola fu doppiata in Spagna da attori italiani oramai evidentemente così ben calati nel paese iberico da assumere una lingua leggermente contaminata dalla cadenza locale. A causa della Seconda Guerra Mondiale capitava di dover spostare tali processi in altri paesi e addirittura L'Ombra Del Dubbio non uscì nelle sale italiane fino al 1947. Hitchcock semina l'intera vicenda di doppi. Ci sono due scene di chiesa, due in garage, due alla stazione, due visite di poliziotti, due sono i sospettati di un crimine, due i tentativi di omicidio di un personaggio, due i pranzi a cui assistiamo. Sono 14 le situazioni sdoppiate, come ebbe a notare finemente Truffaut. E gli stessi personaggi principali, Carlo e Carla, sin dalla condivisione del nome (Charlotte "Charlie" e Charles "Charlie" in originale) sono evidentemente legati da un rapporto doppio, sono due parenti, sono affini come gemelli, hanno un affetto che a tratti quasi sconfina nell'essere amanti e condividono una intelligenza speciale anche se opposta e contraria negli esiti. Il modo nel quale Hitchcock ce li presenta è identico, entrambi sdraiati sul letto, con fare pensieroso e assorto. Più in generale il tema del doppio, oltre a non essere una novità nel cinema thriller, è stato spesso e volentieri percorso da Hitchcock, si pensi a Delitto Per Delitto, La Donna Che Visse Due Volte, Psycho, Frenzy. Le immagini che si vedono nel film, apparentemente decontestualizzate, di un gran ballo di gala fanno riferimento all'operetta La Vedova Allegra, che ha un significato ben preciso. Così come il tornare e ritornare della melodia del valzer "Sul Bel Danubio Blu". Il dubbio è il vero protagonista del racconto, il convitato di pietra che sgretola tutto e oscura ogni cosa, un po' come il nero fumo del treno che preannuncia l'arrivo a Santa Rosa dello zio Carlo in una splendida giornata di sole e cielo terso.