Leoni Per Agnelli

Leoni Per Agnelli
Leoni Per Agnelli

E bravo Robert Reford, un'altra ottima regia per un altro ottimo film. 92 minuti duri, durissimi, emotivamente laceranti, nessuna concessione a buonismo e buon senso di facile accatto. Mi si spaccia Leoni Per Agnelli come un film di propaganda antimilitarista e antiamericana. Nessuno dei suddetti. Quello che mi piace del film e che mi ha convinto è la sua onestà, la sua assenza di pietà e compiacimento anche verso i cosiddetti "buoni". I personaggi positivi, che sarebbero quelli "contro", non sono positivi per niente; falliti, pieni di scheletri negli armadi, oltre che pavidi e anche un po' qualunquisti. Facile, facilissimo avercela con senatori senza scrupoli e ottusi militari, ma gettare uno sguardo lucido e disincantato anche su chi dice e pensa le "cose giuste" non era affatto scontato, poiché il film è amerikano con la kappa e si sa, la kappa è una brutta lettera. Peccato che questa cinematografia (come Tutti Gli Uomini Del Presidente, La Parola Ai Giurati, Dead Man Walking, Platoon, etc.) noi ce la sogniamo in Europa e in Italia.

Una tensione morale vibrante percorre tutto il film, ma non quella "a tesi", che emette sentenze saccenti fin troppo ovvie, bene di qua vs male di là. Il corto circuito è totale, il sistema si tiene tutto, ed una falla nel meccanismo si riverbera all'interno dell'intera macchina, nessuno escluso. Non ci sono angeli da salvare e mostri da condannare, ma una presa d'atto di un sistema andato in rovina, al collasso, per apatia e avidità. Tom Cruise è sempre più credibile nel ruolo di "cattivo", come già lo è stato in Collateral; la sua maniacalità ossessiva fa sì che simili ruoli gli calzino oggi perfettamente addosso, assai più di un Maverick piacione. Meryl Streep e Redford gigioneggiano un po', è vero, ma la loro stirpe è quella degli attori veri. I dialoghi sono tesi e taglienti, il montaggio ad incastro delle tre vicende parallele, raccontate in tempo reale, è una scelta avvincente e ritmicamente felice, per un film che poteva correre il rischio di una eccessiva verbosità. Non si esce dal cinema sollevati per aver trovato un capro espiatorio a cui addossare ogni colpa; siamo tutti colpevoli e la soluzione non pare a portata di mano, il punto di non ritorno è definitivamente superato. Un film civile, coscienzioso, pervaso da un grande senso di giustizia, dignità e verità. E' stato il mio film di Natale 2007.

Trailer ufficiale

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