Le Verità

Le Verità
Le Verità

Le Verità è il primo lungometraggio dell'allora ventiseienne Giuseppe Alessio Nuzzo, un biglietto da visita non da poco per un film affatto periferico o da cineclub, ma con tutti i crismi del cinema vero da sala. Un cast con diversi nomi di pregio, nuovi (o relativamente tali) come Francesco Montanari, Anna Safroncik e Nicoletta Romanoff, ed altri più "storici" e di tradizione come Renato Scarpa, Sergio Solli, Salvatore Misticone, sebbene in ruoli minimi e di contorno, facce caratteristiche del teatro e del cinema partenopeo, cornice che ospita anche la trama de Le Verità (ambientato nella zona di Vico Equense). Il titolo declinato al plurale è emblematico dell'orizzonte degli eventi narrati nella pellicola, verità che si sdoppiano e all'occorrenza si moltiplicano, generando la conseguenza di perdere il proprio significato intrinseco, cosa è vero, cosa lo diventa, cosa non lo è mai stato? Verità che non sono più tali o che lo sono al quadrato, un portato insostenibile per la mente umana che infatti, comprensibilmente, va in confusione. E' ciò che accade a Gabriele (Francesco Montanari) di ritorno da un viaggio d'affari in India. Dipendente nell'azienda del padre Giovanni (Luigi Diberti), ha maturato una profonda insofferenza verso la soffocante routine delle sue giornate e vorrebbe tornare a dipingere ed essere libero, ma per tutta risposta il genitore gli affida il velenoso compito di svecchiare la fabbrica, licenziando gli operai più anziani. Contemporaneamente Gabriele soffre una condizione che ha avuto i suoi prodromi in India, per qualche motivo ha delle percezioni di ciò che accadrà in un futuro prossimo, intuisce il verificarsi di incidenti ed accadimenti prossimi. La vita di Gabriele esplode tra le sue mani, il suo status di crescente disagio e malessere amplifica il dipanarsi degli eventi sempre più negativi, fino ad un climax catartico. Una misteriosa giovane donna turca, Aylin (Anna Safroncik), pittrice come Gabriele, diventa una sorta di catalizzatore del giro di vite attorno al quale l'esistenza dell'uomo si sta avvitando. In lei Gabriele vede una ambigua e sfuggente via da percorrere per arrivare alla consapevolezza e, a suo modo, la intraprende tenacemente, fino al concretizzarsi della possibilità di svelare il mistero di due vite vissute apparentemente in sovrapposizione. Quale è stata vera e quale no? - SPOILER: Davanti alla porta della verità Gabriele scegli di non scegliere. E' in fondo così importante saperlo? Quella consapevolezza renderà migliore o peggiore il tempo che a Gabriele rimane da vivere?

Per essere il prodotto di un autore "giovane" e privo di un'esperienza rodata, Le Verità è un ottimo film che si apprezza soprattutto per la capacità di dosare gli ingredienti e creare un clima notevolmente sottile, dubbio, elusivo, sempre in bilico. Ciò accade con artifici visivi (i continui disturbi che Gabriele - e per proprietà transitiva lo spettatore - subisce alla sua capacità percettiva), con un uso elegantissimo delle musiche e degli effetti, con situazioni narrative e con una recitazione molto sobria e allo stesso tempo incisiva da parte di Montanari. Ci sono giusto un paio di sbavature in 100 minuti, l'insistenza di scene di pioggia su di un Gabriele sempre più derelitto (un eccesso di pathos un po' troppo plateale) e un accenno di pianto (di troppo) da parte del protagonista nel dialogo con la Safronick; per il resto tutto ha una gradevole misura che contribuisce a rendere più sobria la vicenda, nonostante gli spunti vagamente fantastici e soprannaturali, che tuttavia potrebbero tranquillamente essere incanalati sul binario della psicopatologia o degli effetti destabilizzanti di un coma. Chiaro che non sia così, perlomeno non del tutto, ce lo dicono alcuni piccoli elementi disseminati lungo la strada, tuttavia Nuzzo intelligentemente tiene il piede in due staffe e usa questo mistero obliquo per dare respiro e profondità al film. C'è un cameo volante di Maria Grazia Cucinotta che interpreta addirittura la madre di Montanari. Un bel film italiano, non fosse un ossimoro ci sarebbe di che rallegrarsi.

Trailer ufficiale

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