Firenze! L’Assassino E’ Ancora Tra Noi

Firenze! L’Assassino E’ Ancora Tra Noi
Firenze! L’Assassino E’ Ancora Tra Noi

Mentre Camillo Teti, produttore, ha in cantiere la pellicola Il Mostro Di Firenze la cui regia è affidata a Cesare Ferrario, Camillo Teti, regista, dirige un film sul mostro di Firenze, intitolato L'Assassino E' Ancora Tra Noi, e la lavorazione va estremamente di corsa per bruciare sul tempo Ferrario ed uscire prima in sala, cosa che in effetti accade. Qualche settimana di set e via nei cinema. Un divieto ai 14 anni, mentre Il Mostro Di Firenze è alle prese con la Commissione Censura ed un divieto ai minori di 18. Qualche taglio lo subisce pure Teti e per altro, nonostante tutto l'impegno, il film non va bene nelle sale. A Firenze viene decisamente poco gradito (perlomeno così raccontano le cronache) e nelle sale dove aveva smaniato di arrivare ci rimane poco perché viene ritirato dalla programmazione. Col senno di poi il lavoro di Ferrario si rivelerà più lucido, attinente alla ai fatti e razionale; quello di Teti invece sembra proprio scontare la fretta, che rende il film arruffato e in ogni caso abbastanza disinteressato dalle pagine di cronaca nera di quei giorni (l'ultimo delitto era del settembre del 1985, ed è su quell'onda lunga che nasce la lavorazione delle due pellicole gemelle). Pura exploitation insomma. Teti era stato ispettore di produzione de L'Uccello Dalle Piume Di Cristallo, produttore di Mondo Candido di Jacopetti e Prospero e di qualche commedia sexy con la Guida e la Siani, Firenze! L'Assassino E' Ancora Tra Noi è la sua prima regia, alla quale ne seguiranno altre sei, ed una co-regia con Vittorio Rambaldi per il film d'animazione Yo-Rhad - Un Amico Dallo Spazio. Questo thriller è davvero bizzarro, per vari motivi. Il titolo inziale non conteneva il riferimento a Firenze (per altro è girato a Roma), ma venne aggiunto (non so se prima di uscire in sala o in occasione della distribuzione in VHS). Il primo duplice delitto richiama i fatti del Mostro, ma poi il film va abbastanza per conto suo, rivolgendosi più al filone decodificato del giallo-thriller che alle pagine della cronaca locale.

Viene citato apertamente Hitchcock (uno dei personaggi va al cinema a vedere La Congiura Degli Innocenti, anche se in realtà il riferimento più prossimo dovrebbe essere Il Sospetto) e molti cliché sembrano derivare dai grandi nomi del genere (in primis Argento), vedi le soggettive dell'assassino, le telefonate anonime con la voce contraffatta, la presenza di un medium che entra in contatto con l'assassino, un assalto (anche discretamente riuscito) alla protagonista che è imprigionata nel proprio appartamento mentre avviene un blackout e qualcuno cerca di forzare la porta d'ingresso. Una scena girata con competenza tecnica ed un buon senso del ritmo, anche se derivativa (c'è perfino un neon esterno che riflette la propria luce rossa ad intermittenza nella casa, creando un apprezzabile dinamismo cromatico). Mariangela D'Abbraccio (al secolo Cucciniello, sorella di Milly, la pornostar), dopo Eduardo De Filippo, Giorgio Albertazzi, Damiano Damiani, Giuseppe Patroni Griffi, Franco Zeffirelli, e soprattutto D'Annunzio, Cechov, Schnitzler, Shakespeare, Pirandello, Tennessee Williams, si ritrova nei panni di Cristiana, laureanda in psicologia criminale, affidata alle mani di Camillo Teti. La sua recitazione è probabilmente la cosa migliore del film, non si può dire lo stesso di tutto il cast, con volti anonimi e dialoghi che sembrano improvvisati o, di contro, troppo pensati. Ma soprattutto il film non è lineare, la sceneggiatura (firmata anche da Ernesto Gastaldi, mentre il soggetto era a quattro mani con Giuliano Carnimeo) non ha una direzione precisa, dunque si parte dalla cronaca per poi adagiarsi sul giallo puro, quindi ci si sposta addirittura sul paranormale, visto che ad un certo punto la criminologa (ed addirittura gli inquirenti) partecipano ad una seduta spiritica che, non si sa a che titolo, dovrebbe svelare l'identità del cosiddetto mostro. Si ammicca continuamente ad un medico legale che dovrebbe essere l'assassino ma è perfettamente chiaro da subito che si tratterà di una falsa pista.

E quando finalmente sembriamo essere sul punto di capirci qualcosa di più, il film finisce. Quindi una scritta in sovraimpressione si affretta a dirci che il film intende essere un monito per i giovani ed un contributo alle forze dell'ordine perché si acciuffino le "bestie" simili a quelle ritratte nel film, dunque un colpo di coda ai limiti del docu-film di denuncia sociale (cosa che L'Assassino E' Ancora Tra Noi non è per niente, lungo i suoi risicatissimi 83 minuti di durata). La versione televisiva si limita a 74 minuti con espunzione dei dettagli più crudi, come il taglio dei capezzoli e dei genitali femminili da parte del maniaco), il che rende ancora più esile, vaga e astratta la vicenda alla quale lo spettatore assiste, un po' attonito. E' tutto un vorrei ma non posso, pare di essere sempre sul punto di essere condotti da qualche parte (di sensato) ma poi la strada intrapresa si ammoscia e la sensazione a fine visione è di una fastidiosa inconcludenza. Verrebbe da dire: "....embè?" Pregevole colonna sonora di Detto Mariano.

Trailer ufficiale

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