L’Appuntamento

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L’Appuntamento

Giuliano Biagetti, pisano, è stato un regista discontinuo e a suo modo anche un po' misterioso. Esordisce nel '53 con Rivalità, grazie all'aiuto (finanziario) di Rossellini. Lavora nel mondo dei caroselli televisivi (girandone anche con Totò ma curiosamente questi non verranno mai trasmessi e anzi, addirittura trafugati). Dalla fine degli anni '60 si cimenta in pellicole di genere, anche sotto pseudonimo (Pier Giorgio Ferretti). Gira Interrabang, il Decameroticus, La Svergognata, Il Sergente Rompiglioni, La Novizia. Nel '77 approda a questo film con Montagnani. Poi un lungo periodo di iato, fino alla conclusione di carriera con altre due pellicole tra l'87 ed il '94. Rispetto all'erotismo presente in molti suoi film, la commedia con Montagnani - pur rientrando tutto sommato nel filone sexy - edulcora molto questo aspetto, contenendo parecchio i nudi ed andando maggiormente alla ricerca di un risvolto sociale. Il motore di tutta la vicenda è pur sempre il sesso e la ininterrotta missione del protagonista (l'impiegato Adelmo Bartalesi, aka Montagnani) di collezionare tutte le femmine papabili del circondario, tuttavia nel far questo lo spettatore ha occasione di seguire una giornata tipo del playboy e con essa di osservare da vicino il microcosmo nel quale l'esemplare di maschio toscano è immerso ed agisce. Il film pare quasi costruito in divenire, non si ha l'impressione di una sceneggiatura solidissima ma semmai di una serie di trovate e situazioni estemporanee, sviluppate un po' lì per lì, con il solo pretesto di consentire piena libertà di movimento a Montagnani ed al suo repertorio comico, al quale imporre delle briglie avrebbe comportato azzopparlo. Il buon Renzo qui è un autentico mattatore e porta sulle spalle l'intero peso del film, anche se coadiuvato da caratteristi e dalla inevitabile schiera di belle figliole. Montagnani poi gioca in casa, nella "sua" Firenze (anche se di nascita farebbe Alessandria) e per chi appartiene a quella città il film rappresenta comunque una stretta al cuore - al di là dei suoi meriti artistici - poiché offre l'occasione di vedere in lungo e in largo la città all'altezza di quegli anni. Confesso di aver riconosciuto molte strade, piazze, giardini, palazzi, monumenti ed esercizi commerciali, e di aver gustato ogni fotogramma quasi come un vecchio album di fotografie di famiglia.

La vicenda si riduce al signor Adelmo che ottiene finalmente, dopo tanto battagliare, un appuntamento galante con la collega Adelaide Picchioni (Maria Pia Conte), la bella dell'ufficio. Prime delle fatidiche 18:00, allorché Adelmo andrà a casa della Picchioni, la sua giornata sarà funestata da ogni sorta di incidente e contrattempo. Innanzitutto dovrà fronteggiare la morbosa curiosità e l'invidia dei colleghi, su tutti il suo capo, il "commendatore" Mario Carotenuto (che ha lo stesso vizietto di Montagnani, le mogli altrui, segnatamente dei propri sottoposti). Poi la sua famiglia ed in particolar modo il figlio Antonio Petrocelli, irriverente nei confronti del padre e assolutamente consapevole delle sue scappatelle. Quindi, una volta per strada, dovrà dare inaspettati passaggi in auto, fare favori a perfetti sconosciuti, tamponerà nel traffico un imbroglione travestito da frate, subirà multe, attacchi di colite spastica, si vedrà portar via l'auto in sosta vietata, litigherà con tassisti logorroici (e senza licenza), si imbatterà nella moglie del console svedese, scappata di casa ed in cerca di avventure piccanti, verrà sloggiato da una casa di appuntamenti prima che la Polizia vi faccia irruzione e verrà quindi sospettato di aver rapito la suddetta moglie del console. Dopo un'intera giornata di peripezie, Adelmo si presenterà finalmente a casa della Picchioni. Pur avendo quasi valutato di abbandonare il proposito, il pensiero della bellissima Adelaide - adagiata in un letto di rose e coperta da lingerie sensuale - lo convince a suonare il campanello. La Picchioni tuttavia si presenterà agli antipodi rispetto all'invitante sogno ad occhi aperti di Adelmo. Con i bigodini, le vesti da faccende casalinghe, una casa in disordine, un acquaio pieno di piatti da lavare ed un mal di testa lancinante. Adelaide non pensava che Adelmo si sarebbe veramente presentato, ritenendo il suo corteggiamento una specie di gioco e null'altro. Affranto, andrà via in silenzio, tornando verso casa dove lo aspetterà la solita guerriglia familiare.

Montagnani fa e disfa per 90 minuti di pellicola, dispensando battute fulminanti, gran girigogoli verbali, riflessioni e una mimica vulcanica. Non a caso è stato battezzato un film di "toscani", anche se in realtà c'è pure molto romanesco (vedi CarotenutoLiberti). Maria Pia Conte è perfetta, sensuale ma non vamp, proprio come lo stereotipo della bella collega di ufficio piacente ma non troppo esagerata. Quando però Montagnani la immagine in trepidante attesa, la eleva su di un altro livello; la Conte diventa una specie di coniglietta di playboy, eroticissima, con nudità in bella mostra e fumetti allusivi, il che crea un bel contrasto con la realtà che Adelmo si troverà poi davanti. La moglie del console, Ingrid, è interpretata da una pazzerella Barbara Bouchet, particolarmente sopra le righe, alla quale vengono messi in bocca dialoghi sempre abbastanza stupidini. Infine c'è la splendida Orchidea De Santis, nei panni della moglie un po' ninfomane di un collega di Montagnani. La De Santis - insoddisfatta dal marito - si concede disperatamente a chiunque e vorrebbe approfittare anche di Montagnani, le cui doti amatorie sono ben note nell'ambiente dell'ufficio. Purtroppo l'incontro tra i due non potrà però consumarsi (come del resto Montagnani non riuscirà a consumare né con la Conte, né tanto meno con la Bouchet). Peccato per l'insopportabile doppiaggio piemontese (sembra in tutto e per tutto la voce di Magda/Irina Sanpiter in Bianco Rosso E Verdone). Al di là dell'aspetto schiettamente comico e sexy (e di qualche ritratto sin troppo caricaturale), il profilo recitativo di Montagnani consente di conferire al suo personaggio ed a questa pochade qualche spunto ulteriore, di riflessione sociale, naturalmente sempre nei limiti del contesto del film (che in alcun modo pretende di avere ambizioni troppo "seriose"). Montagnani però al momento giusto sa tirar fuori la stoccata pungente o l'espressione di malinconia che danno un valore aggiunto alle peripezie meramente ridanciane dei vari protagonisti in commedia. Il film è anche noto come Dove, Come, Quando?...L'Appuntamento.