Faccio fatica a ricordare un film brutto con Roy Scheider, soprattutto se si considera il periodo che va da Lo Squalo ('74) alla metà degli anni '90 circa. Sarà perché Scheider è un attore che mi fa battere il cuore e dunque sono sempre ben disposto quando vedo il suo nome tra i titoli di testa. Una Lama Nel Buio arriva tra All That Jazz e Tuono Blu, due estremi che non potrebbero essere più distanti concettualmente. A suo modo anche questo thriller, scritto e diretto da Robert Benton nell'anno che l'Italia vinse i Mondiali in Spagna, rappresenta un capitolo a sé rispetto agli altri titoli menzionati.
Si comincia subitissimo con un bel cadavere. Si tratta di un paziente del Dr. Rice (Roy Scheider) un tizio che lavorava in una galleria d'asta e aveva una tresca con due colleghe, contemporaneamente. Si fa viva allo studio del Dr. Rice anche una delle due, Brooke Reynolds (Meryl Streep), l'ultima ad averlo visto prima della morte e, per altro, dopo una lite. Anche la Polizia sta alle calcagna di Rice, ritenendolo al corrente di qualche segreto inconfessabile del defunto. Rice sente un nodo scorsoio che va progressivamente stringendosi attorno al suo collo; vuole vederci chiaro sulla morte del paziente che non è stato in grado di aiutare per tempo e tuttavia nutre una crescente curiosità per la misteriosa Brooke.
Una Lama Nel Buio costruisce con calma e per stratificazione le sue architetture. Si sviluppa lento, secondo un ritmo che appartiene ai film di una volta, con qualche evidente debito di angoscia nei confronti di Hitchcock. La scena della lavanderia è emblematica in tal senso. Scheider è sempre impeccabile ma, ad onor del vero, la parte del leone in questa pellicola la fa la Streep. Un ruolo enigmatico, affatto semplice, giocato sempre sul filo dell'emotività. Non siamom più abituati a prove attoriali simili nei thriller contemporanei, tutti adrenalina e girandole vorticose di azione. Benton invece privilegia le atmosfere psicologiche ed i personaggi, anche a scapito del meccanismo giallo in sé e per sé. Bellissimo il sogno di Josef Sommer e altrettanto avvincente la traduzione che Scheider ne dà nel mondo reale. Divertente il ping pong professionale dello psichiatra con la madre (Jessica Tandy), psichiatra anch'ella. Deliziosi i notturni titoli di testa del film, giocati sul movimento lunare (il film in originale si chiama Still Of The Night), un'idea tanto semplice quanto efficace. Molto belle intense ed accattivanti anche le musiche di John Kander. Sorprendentemente la Streep ha dichiarato di ritenere questo film uno dei suoi peggiori, senza spiegarne il perché.