La Via Della Droga

La Via Della Droga
La Via Della Droga

La Via della Droga è una pellicola rarerrima del filone poliziottesco italiano, a lungo inedita in dvd in Italia (circolava la versione da edicola della Hobby & Work, mi pare...) e infatti ne possiedo l'edizione tedesca della New, quella a cofanetto, limitata a 500 copie numerate. Ho inseguito parecchio questo titolo e alla fine l'ho arraffato, e mi sono regalato la visione per il giorno del mio compleanno. Abbiamo la coppia di sbirri David "deep red" Hemmings e Fabio "le battezzo tutte io" Testi; il primo, poliziotto "ufficiale", tenta di stroncare il traffico di droga che dall'Oriente passa attraverso l'Europa per poi salpare verso gli States, il secondo fa l'infiltrato, in combutta con Hemmings, e ogni giorno si confronta pericolosamente con la feccia della feccia. Il film si divide quasi nettamente in due parti, una prima, di costruzione del plot, che lascia anche ampio spazio alla denuncia sociale del fenomeno droga, e segnatamente eroina, con giovani disadattati e disfatti dall'ago in vena, madri disperatamente intente a salvare le figlie, ragazze che si prostituiscono per rimediare i soldi della dose, eccetera. La seconda parte mette il turbo e si concentra sulla faida di Testi contro l'Organizzazione, in un continuo crescendo di adrenalina, inseguimenti, sparatorie e grande azione. Molto ben girate tutte le scene rocambolesche, con un Fabio Testi perfettissimo per il ruolo ed una grande mano registica di Castellari, che, al solito, imbastisce tantissimo con poco. Una per tutte: la sequenza nella stazione ferroviaria sotterranea deserta è fantastica, roba che Tarantino si sarà masturbato per mesi rivedendola al rallenty 10 volte al giorno.

L'inizio del film ci porta in giro per le locations principali del commercio e dello smistamento della droga, Amsterdam, Hong Kong, Cartagena, New York, etc., e pare quasi di essere con Laura Gemser in cerca di Emmanuelle; qui però si spara a pallettoni di piombo e non c'è pietà per nessuno, il crimine è cinico e crudele, come impone la dura legge della exploitation. Il film è prodotto da Galliano Juso, quello del Monnezza, ed infatti qualche travaso si coglie, ad esempio l'abbigliamento "giraldesco" di Testi (francamente inguardabile), con tutone da metalmeccanico, toppe, toppine, cappellini, canotta da Grande Fratello e stivaloni da cowboy de' noantri; così come pure Hammings lo avevamo visto in Squadra Antitruffa, proprio con Tomas Milian. Parentesi obbligata per le musiche, niente-po-po-di-meno che dei Goblin, eccellenti, che fanno definitivamente decollare la pellicola verso l'empireo del cinema di genere italiano degli anni '70. Belle bellissime. En passant, mi piace citare Sherry Buchanan - splendida - l'unica scena di sesso (lesbo per altro) è sua; Wolfango Soldati, "tipico" capellone tossico degli anni di piombo, un'interpretazione assai credibile; Sergio Ruggeri, uno degli sgherri della Mala che si distingue per tamarraggine e cattiveria; Castellari stesso, che si concede un cameo (è lo spacciatore di Amsterdam fuori dal sexy shop, e pure sua figlia Stefania, che mi pare sia la ragazza che fuori da scuola tracheggia perché indecisa se acquistare la sua prima dose di eroina.

Trailer ufficiale

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