La Vedova Inconsolabile Ringrazia Quanti La Consolarono

La Vedova Inconsolabile Ringrazia Quanti La Consolarono
La Vedova Inconsolabile Ringrazia Quanti La Consolarono

Circa dal '72 i film italiani di genere avevano iniziato il trend dei titoli chilometrici: Il Tuo Vizio È Una Stanza Chiusa E Solo Io Ne Ho La Chiave, Perché Quelle Strane Gocce Di Sangue Sul Corpo Di Jennifer?. Parliamo di gialli thriller, entrambi con la Fenech, come sempre con la cara Edwige sono pure La Bella Antonia, Prima Monica E Poi Dimonia, Quel Gran Pezzo Dell'Ubalda Tutta Nuda E Tutta Calda, Giovannona Coscialunga Disonorata Con Onore, sexy commedie più o meno scollacciate (il titolo spesso prometteva più di quanto il film concedesse, in qualche maniera sminuendo anche il portato artistico delle pellicole). Su questo filone di logorrea si inserisce pure La Vedova Inconsolabile Ringrazia Quanti La Consolarono; si tratta di appena un paio d'anni nel novero dei quali ci sono tutti i titoli suddetti (e molti altri), gli anni d'oro della Fenech del resto.

Mariano Laurenti e l'attrice algero-francese si erano già incontrati sui set dell'Ubalda e dall'Antonia; qui la commedia imbastita dal regista capitolino vede una questione di eredità, nel più classico solco della pochade scostumata e localistica a base di dialetti. La Fenech diventa vedova, ancora giovane e piacente, il facoltoso marito muore in un incidente d'auto (si distrae pensando ai seni della Fenech, lo si può capire....) senza far testamento. Ecco che il parentame si scatena nel miraggio dei miliardi del grand'uomo (in realtà uno strozzino spietato). La povera Catarina parrebbe dover rimanere a bocca asciutta e con lei la mefistofelica madre (Didi Perego), a meno che non venga partorito un pargolo, legittimo erede del fu commendatore. La Fenech naturalmente non è incinta, ma ha 20 giorni per rimanere in dolce attesa. I fratelli del defunto, per tutelare il patrimonio che altrimenti spetterebbe loro, piantonano la casa con picciotti ogni 20 metri, per evitare che qualsiasi masculo possa frequentare la villa delle donne. Grazie alle strategie ordite dalla scaltra Perego, e all'inaspettato aiuto da parte di un nobile spiantato (Carlo Giuffrè), alla villa nasceranno non uno ma ben due pargoli, uno dal ventre della Fenech e uno pure da quello della Perego.

Edwige Fenech, pur nel contesto di un film dalle pochissime pretese, dà il massimo; la scena nella quale "dialoga" con la foto del marito Salvatore (tipica gag di molti film del periodo, con l'immagine che cambia espressione a seconda della piega della discussione) è un esempio di grande espressività recitativa. Insisto sul mio cavallo di battaglia che la Fenech, oltre che una splendida donna, era ed è pure una signora attrice, anche se il genere che l'ha vista protagonista ha (purtroppo?...Per fortuna?) esaltato assai più il suo corpo a discapito del talento. In particolare in questo film la Fenech è di una bellezza radiosa, maestosa, sovraumana, consegnando La Vedova Inconsolabile alle pellicole in cui l'attrice col nasino all'insù abbaglia di più in assoluto. Le sue mise a lutto sono naturalmente tutto un programma, vertiginose scollature velate a forma di cuore sul petto, trasparenze, pizzi, spacchi infiniti sulla schiena, gonne sopra il ginocchio, calze nere e tacchi piramidali. Cerca di tenerle testa pure la Perego, più in là con gli anni ma dotata di un décolleté di tutto rispetto. I divertenti fratelli pasticcioni che contrastano nel donne sono Guido Leontini e Pino Ferrara. Enzo Andronico fa una breve comparsata come notaio ad inizio film, mentre Carlo Giuffrè gigioneggia signorilmente nel suo ruolo di ingallatore obbligato (causa protesto delle cambiali) della Fenech. Edwige concede qualche topless ed un nudo integrale (non frontale però), esibendo una silhouette devastante. Ma i suoi primi piani sono forse ancora più terremotanti per il testosterone dello spettatore. Musiche di Bruno Nicolai, ma soprattutto da segnalare il mitico "Tango del Cu Fu?" sul quale scorrono i titoli di testa. Film di poche pretese si diceva, vero, ma anche estremamente spassoso e ben fatto. Io, fossi in voi, me lo vedrei nell'edizione restaurata del dvd AVO.

Trailer ufficiale

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