La Tua Bocca Brucia

La Tua Bocca Brucia
La Tua Bocca Brucia

"Non aprite quella porta" - recitava un celebre horror, "non bussate" - ci diceva nel 1952 Roy Ward Baker col suo drammatico adattamento cinematografico del romanzo di Charlotte Armstrong, "Mischief" (1951). Italianizzato in La Tua Bocca Brucia (titolo assai distante dall'originale ma perlomeno adeguato all'atmosfera ed alla protagonista del film), il lavoro di Baker vanta alcuni importanti primati; è il primo film di Anne Bancroft, è il primo ruolo drammatico da protagonista di Marilyn Monroe, la storia è narrata in tempo reale, i minuti che trascorrono sull'orologio dello spettatore sono gli stessi che scorrono dentro il film. Tutto accade in un prestigioso albergo di New York, nel quale avrà luogo una cena di premiazione di un editorialista. L'uomo e la moglie affidano la propria bambina Bunny alle cure di Nell, una babysitter nipote dell'anziano ascensorista dell'albergo, una giovane forestiera che sin da subito mostra di avere comportamenti strani e poco decifrabili. Rimasta sola con la bimba, Nell rivela atteggiamenti particolarmente duri e rigidi. Addormentata Bunny, Nell inizia a fantasticare con gli oggetti della coppia, i gioielli della signora, il profumo, l'elegante negligé, fino a che instaura un ambiguo rapporto con un uomo la cui finestra affaccia proprio dirimpetto a quella della sua stanza. Jed (Richard Widmark) è in cerca di avventure per smaltire una delusione amorosa, la sua donna (Lyn/Anne Bancroft) lo ha scaricato accusandolo di cinismo ed insensibilità. In breve i due si ritrovano nella stanza di Nell, la numero 809. Qui dapprima Nell millanta di essere una gran dama in viaggio ma poi, complice le bizze della bambina, viene smascherata da Jed.

Da quel momento il suo comportamento dà forti e progressivi segni di squilibrio. Nell identifica Widmark come Phil, il suo promesso sposo, morto in un incidente aereo. A ritroso, scopriamo sempre più particolari della tormentatissima esistenza di Nell; dopo alcuni anni di ospedale psichiatrico, la ragazza è fuori da appena un mese, sui polsi reca i segni di un tentato suicidio, il suo rapporto con i genitori è sempre stato difficile per via di restrizioni e proibizioni, e solo ora la ragazza sembra aver trovato una qualche tranquillità, accasatasi presso lo zio. Tuttavia il fantasma del suo "Phil" non l'ha mai veramente abbandonata e la coincidenza di scoprire che anche l'uomo dell'albergo di professione è aviatore (e come Phil ha un passato da bombardiere in guerra) crea un corto circuito nel cervello di Nell. Mentre anche Widmark cerca di maneggiare la situazione con la massima cautela, Nell si sente sempre più minacciata (dallo zio, dalla bambina e dai suoi genitori), arrivando a desiderare l'uccisione di Bunny, per punirla di aver ostacolato il suo "amore" con Jed. In un crescendo altamente drammatico e carico di tensione, Nell viene fermata proprio mentre sta per avventarsi sulla bimba (che aveva già precedentemente legato ed imbavagliato). Nella confusione del momento, Nell raggiunge la hall dell'edificio, in evidente stato di confusione; qui viene circondata dal personale dell'albergo e ricondotta alla ragione dall'intervento di Jed e di Lyn. In un finale tristissimo, Nell viene portata via dagli agenti di polizia, mentre l'esperienza vissuta da Jed ricompatterà la sua unione con Lyn, che riconosce nell'uomo un inaspettato moto di solidarietà e sensibilità verso la povera Nell.

Il film sa essere parecchio disturbante, soprattutto per l'eccellente interpretazione che Marilyn dà al suo personaggio. Un ruolo purtroppo largamente autobiografico, per il quale la Monroe non ha che da scavare nel suo passato e riproporre pezzi della propria vita sotto le luci del set. La madre di Marilyn aveva grossomodo condotto la vita che si immagina essere di Nell, fuori e dentro i manicomi, oltre al rapporto conflittuale con la figlia. Marilyn aveva certamente sentito un forte senso di abbandono ed incuria nei propri confronti, dolori e dispiaceri non erano mancati, e neanche la scarsissima considerazione da parte della gente, fino a che il suo nome ed il suo corpo non esploderanno sui cartelloni pubblicitari degli Stati Uniti ed oltre. Anche per questo si avverte un certo disagio nell'osservare le angosce di Nell, la cui tendenza autodistruttiva si rivelerà profetica per il destino di Marilyn. Il film è pervaso da un tono che oscilla continuamente dal malinconico all'allucinato ed al mortifero, vuoi anche per il set opprimente (nonostante si tratti di un hotel grandissimo, tutto avviene in un paio di stanze), vuoi per la scelta di lasciare che l'azione avvenga in tempo reale, senza pause o camere di decompressione per le emozioni dello spettatore. Si tenta qualche labilissimo elemento da commedia a stemperare, come la coppia di anziani che intuisce la malaparata (con la moglie in particolare che è la classica vecchia scocciatrice ciarliera) o lo zio di Nell (Elisha Cook Jr.), un vecchietto buffo e dalla battuta facile (e quasi sempre incompresa). Nel suo delirio paranoico Nell rischia di uccidere la piccola Bunny già una prima volta, quando lei si spenzola dalla finestra e Marilyn la accarezza sul dorso, tramutando il gesto d'affetto in una potenziale spinta assassina; non ha remore neppure nell'aggredire lo zio con un colpo di posacenere di metallo alla nuca quando questi rischia di scoprire la presenza di Jed in camera, ed infine pare pronta a giustiziare Bunny quando oramai il suo "amore" è definitivamente compromesso. Una interpretazione toccante e carica di umanissima fragilità quella di Marilyn, senza che in alcun modo la sua sensualità venga strumentalizzata (eccezion fatta per la fugace scena in cui, vestita con gli abiti della madre di Bunny, Marilyn si sistema il reggicalze allo specchio).

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