La Segretaria Privata Di Mio Padre

La Segretaria Privata Di Mio Padre
La Segretaria Privata Di Mio Padre

Diventata famosa grazie alla tv, accanto a Pippo Baudo in Canzonissima (stagione 1973-74), Maria Rosaria Omaggio esordisce al cinema nel 1976 con ben quattro pellicole in contemporanea, due poliziotteschi (Roma A Mano Armata e Squadra Antiscippo), una coproduzione italo-spagnola (La Lozana Andalusa) e questa commedia sexy di Laurenti, scritta dal sodale Francesco Milizia e prodotta da Luciano Martino, il quale si incarica personalmente di convincere la Omaggio ad accettare la corte di Laurenti per un film nel quale immancabilmente la starlette televisiva dovrà spogliarsi. Dice bene Giovanni Grassi dalle pagine dell'allora Corriere Della Sera, caste nella morigerata tv democristiana ma scollacciate in sala, molte eroine dell'Italia del periodo compiono questo percorso e la Omaggio non fa eccezione. Tuttavia il film le viene proposto come una specie di prodotto di classe, ancorché inserito nel filone sexy; cast tecnico ed artistico di livello, una storiella divertente che sembra far capo addirittura a La Segretaria Privata, film d'esordio di Elsa Merlini del 1931, ed un ridotto apporto di nudità che non la svergogneranno troppo, anche se Martino precisa che questo tipo di cinema (commerciale, popolare e redditizio) è una tappa obbligata nella carriera di una attrice. Con qualche ritrosia la Omaggio accetta e tutto sommato fa bene, per due motivi. Innanzitutto perché il suo volto (ed il suo corpo) dà freschezza ad un filone inflazionatissimo che suppergiù passa al setaccio sempre le stesse epidermidi; effettivamente il contraccolpo della Omaggio in un film del genere si avverte ed arriva con una certa nettezza allo spettatore. L'attrice napoletana (ma nata a Roma) ha uno strano candore, un misto di ingenuità ed ambiguità, di erotismo e signorilità che la differenziano dalle antagoniste della commediaccia coeva ("accia" in senso buono ed affettuoso). Un po' come Luisa, la segretaria che interpreta, la Omaggio appare spaesata e frastornata da tutto l'ambaradan circense ed allupato che i vari Renzo Montagnani, Enzo Cannavale, Stefano Patrizi e Alvaro Vitali mettono in piedi per circuirla ed ottenerne i favori. Quando la Omaggio si spoglia (e non accade in modo poi così parco come Martino aveva preventivato) trasmette una sensualità elegante, preziosa, raffinata, piuttosto distante da certe volgarità ruspanti viste altrove.

Alla Omaggio si associano Anita Strindberg e Giuliana Calandra, che non si denudano e contribuiscono a mantenere più "aulico" il livello di femminilità presente nel film. Due volti, due approcci, due allure da ristorante stellato anziché da osteria con menù a prezzo fisso. Va detto che la Strindberg qui è quasi a fine carriera e sembra un po' stanca; impiegata a mo' di versione decente della Marina Lotar vista all'opera in ruoli simili. La Calandra interpreta la moglie gelosissima di Montagnani (pure lei ex segretaria), piuttosto divertente nelle sue rigidità dittatoriali e ancora piacente come sciura del comasco industriale. Ma avevo scritto di due ragioni per cui la Omaggio aveva fatto bene ad accettare il contratto. La seconda è che La Segretaria Privata Di Mio Padre è un film divertente; al netto delle pruderie e dei seni al vento, l'accoppiata Montagnani/Laurenti vince e convince, non di rado i dialoghi pungenti e serrati tra l'attore toscano e un Cannavale particolarmente in forma fanno ridere di gusto, gli epiteti che Montagnani affibbia al cameriere tuttofare partenopeo sono fulminanti e all'insegna di un'inventiva incontenibile. La Omaggio è l'oggetto del desiderio di ogni maschio presente nella storia eppure, nonostante la sua apparente sprovvedutezza e semplicità, riuscirà a volgere la situazione a proprio favore completamente. Belle le location lombarde da ricconi. Alvaro Vitali per fortuna è tenuto a freno (e doppiato), il che contribuisce a renderlo assai più digeribile e divertente, e ad evitare una deriva caciarona del film. A tratti la vicenda si ingarbuglia ai limiti della pochade, con personaggi che si nascondono negli armadi, sotto il letto e dietro le tende come si trattasse delle comiche, ma Laurenti si rivela un capitano dai nervi saldi, mantenendo un equilibrio pressoché perfetto tra i vari elementi che compongono la pellicola. Prodotto senz'altro gradevole che fa della presenza della Omaggio uno spunto (l'unico) di originalità rispetto ad altri titoli concorrenziali del periodo.

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