Nel 1974 Nello Rosati dirige La Nipote, commedia erotica con Orchidea De Santis, Francesca Muzio, Daniele Vargas, Annie Karol Edel. La storia: in quel della provincia di Rovigo, una famiglia facoltosa vede il ritorno a casa di una nipote, da parte di matrigna (la Edel). Il capofamiglia (Vargas) si mostra da subito interessato ma, almeno inizialmente, le sue attenzioni sono tutte per la governante di casa, la bella e frizzante Doris (la De Santis). Ci si mette poco a capire che ogni personaggio nel film consuma i sui tradimenti libertini; la matrigna se la intende con Giorgio Ardisson (l'amministratore dell'azienda di famiglia), Vargas ci prova un po' con tutte (ma ha qualche problemino in fase di finalizzazione....), Doris è sempre aperta, recettiva e generosa, la nipote (la Muzio) pare da subito un'acqua cheta. La vicenda si contorna pure di altri personaggi, come il figlio di Vargas, anche lui rientrato all'ovile dopo qualche insuccesso al collegio. Il ragazzo dovrebbe studiar sodo ma spesso e volentieri si perde dietro a sottane e giornaletti sconci. Gli amici del paese poi commentano e insinuano, ma proprio il più chiacchierone di loro è quello con la moglie più disinibita. La chiave della storia è che la nipote, rientrata a casa quasi come una sguattera, con furbizia e malizia rovescerà la propria condizione fino a diventare la vera padrona della maison.
Un coacervo di situazioni da commedia sexy insomma, senza che però La Nipote scada mai nella volgarità di "bassa", o pecoreccia. Il film anzi mantiene una sua eleganza nelle forme e nei modi, forte anche dell'intrigante provincia veneta, patinata, rurale, magnetica, che rende le ambientazioni un incontro ideale tra Samperi e Brass. Vargas fa il mattatore, ma la vera stella indiscussa del film è Orchidea De Santis, che purtroppo esce di scena verso la metà, e si sente. Doris è la dinamo pulsante del film, le situazioni erotiche passano tutte per lei, e la bellezza di Orchidea è tale da illuminare ogni cosa la circondi. Ingenua, allettante, eccitante, irresistibile, sempliciotta e al contempo molto avveduta, Doris pare uscita da una novella del Boccaccio, ed il fatto che tanta grazia sia incarnata da una Orchidea in stato di grazia - seni glutei e cosce ai limiti della perfezione ellenica, uno sguardo stuzzicante, un sorriso provocante - costituisce un'autentica malìa esercitata sullo spettatore. Gioiosa, vivace, spontanea, pura carica erotica. Un po' l'esatto contrario della Muzio, francamente un pesce lesso che credo abbia eccitato solo Vargas per contratto e il regista, che evidentemente vedeva grandi doti di maliarda in quella silhouette invero assai insipida. Il film ha una certa rarità ed a suo tempo fu ovviamente editato con i soliti insert porno per il mercato oltre confine (che, almeno in questo caso, c'entrano come il cavolo a merenda e rovinano pure la coerenza interna del plot). Il dvd della AlanYoung ripropone la versione originale, con tanto di scene tagliate (disponibili come materiale extra, oltre all'audio commentary della De Santis.