La Cugina

La Cugina
La Cugina

Che gran regista che è Aldo Lado, L'Ultimo Treno Della Notte mi era piaciuto da morire, e questo La Cugina invece....pure! Nel 1974 Lado firma questa pellicola di ideale derivazione samperiana (e infatti nasce artisticamente come assistente alla regia di Bertolucci e Samperi), Malizia precede La Cugina di appena un anno. Intendiamoci, non che il film di Lado sia spalmabile tout court su quello di Samperi, tutt'altro, Lado è un autore a tutto tondo, personale, raffinato e profondo, ma una parentela tra i due registi e le rispettive pellicole di sfondo erotico-borghese-agreste esiste. Ci sono canoni, topoi e stili comuni insomma, come fosse una "scuola".

In La Cugina seguiamo fanciullezza e crescita di Enzo (Massimo Ranieri) e Agata (Dayle Haddon) cuginetti che mostrano un interesse reciproco fin da bimbi, un legame che li unirà per sempre, a prescindere dalle loro scelte di vita (Agata sposerà per interesse ed ambizione il barone Ninì Scuderi/Christian De Sica, mentre Enzo entrerà nel mondo degli adulti prendendosi finalmente la laurea). Assistiamo a continue schermaglie amorose tra i due, cariche di tensione erotica e allusioni sessuali, che Lado però sa rendere giocose, divertenti, naif, senza mai concedere alcunché al morboso, al volgare, al triviale. Ovvio, si parla di sesso, non di bambole e soldatini, ma il rapporto tra Enzo e Agata è molto divertente e affettuoso, pur scandito da un tira e molla dovuto perlopiù all'insesperienza amorosa e alla giovane età. Ottimi gli interpreti, un Ranieri molto credibile (anche se qualcuno ha osservato che nella scena di seduzione, in piedi, con la cameriera, sculetta un po' troppo....), una Haddon alla quale personalmente avrei piazzato un pallettone in mezzo agli occhi, ma che per il proprio ruolo è adeguatissima, un De Sica giovanotto e imbolsito che fa la parte dell'utile idioto sempliciotto e oppresso dalla madre Laura Betti assai melodrrammatica. E ottime le presenze pure di Francesca Romana Coluzzi, moglie ninfomane di un deputato nonché navescuola per tutti i ragazzi del paese; Stefania Casini, sorella del barone Scudieri, personaggio vitale e brioso, una "americana" libera, emancipata e parecchio attratta dal sesso, ma anche vera e sincera nei sentimenti; Cristina Airoldi, cameriera della Coluzzi, che appare per pochi minuti ma lascia il segno per sensualità e bellezza. Il cast al suo completo è un punto di forza de La Cugina, diretto splendidamente da Lado, che beneficia anche della fotografia sempre luminosa e calda di Gabor Pogany (uno che ha lavorato con Rossellini, Lattuada, De Sica, Mastrocinque, Blasetti, per dire). Ulteriore protagonista "carnale" del film è la Sicilia, la campagna accogliente e assolata degli aranceti e dei limoni, campi sterminati nei quali i giovani amanti possono correre, flirtare e conoscere le prime gioie del sesso, accompagnati per altro dalle musiche di Morricone.

Il film è tratto dal libro di Ercole Patti, ma al riguardo merita riportare integralmente il pensiero di Lado, estrapolato da Wikipedia: "Quando lessi la sceneggiatura, dissi: 'Faccio il film, ma non così' perché, partendo dal libro di Ercole Patti, gli sceneggiatori, Franciosa e Mantagnana, lo avevano seguito fedelmente, e il romanzo, dalla seconda pagina, è una scopata dietro l'altra. A me non andava. Allora dissi: 'Dobbiamo riscrivere la sceneggiatura e approfondire il rapporto tra lui e la cugina. Non dobbiamo buttarli a letto subito, ma creare un sottile erotismo che esploda solo alla fine, con una gran scopata.' L'ho costruito tirando la tensione fino al momento culminante e per quella pecorina tra la Haddon e Ranieri mi sono inventato, insieme al direttore della fotografia, Gabor Pogany, qualcosa di originale. Cioè, abbiamo cambiato la velocità della ripresa, passando da quella normale al ralenti e poi di nuovo a quella normale, alternando in sincronia i rapporti del diaframma e, in progressione parallela, le luci. Quello che volevo trasmettere era che in quel momento il tempo, come noi lo conosciamo, spariva. La soddisfazione è stata che, a quella scena, il pubblico [...] partiva con un fragoroso applauso. Era un momento liberatorio." Ed è tutto assolutamente vero, quell'atto sessuale ha una sua genialità registica, oltre ad un portato erotico clamoroso; non vediamo nulla di più delle chiappe della Haddon, ma tanto basta a scatenare ormoni e testosterone negli spettatori. Una scena da cineteca quando si parla di sesso in 35 mm. Assieme ai vari Malizia, Miranda, La Nipote, Tranquille Donne Di Campagna, ed in misura minore anche titoli come L'Ingenua o Casta E Pura, La Cugina costituisce, pur con tutte le differenze individuali dei film citati, un paradigma di erotismo campestre italiano, molto vivace, descrittivo dell'Italia del dopoguerra, delle sue culture locali e dei suoi emozionanti paesaggi.

Trailer ufficiale

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