
Scorrendo la filmografia di Pasquale Fanetti si ha la sensazione di uno di quei tipici mestieranti del cinema italiano fatto di arte di arrangiarsi, fiuto per il cinema popolare e un po' di sano avventurismo incosciente. Tra nomignoli d'arte (Frank De Niro, Emanuele Glisenti, Robert Fani), professionalità a vario titolo (elettricista, sceneggiatore, direttore della fotografia, operatore di macchina, regista), documentari, televisione e lungometraggi veri e propri, Fanetti assomma un nutrito numero di titoli, sostanzialmente tutti di stampo erotico (soft e hard). Uno di questi è Impudicizia, noto all'estero anche come Games Of Desire, con Malù, ex Ramba (così era nota nella scuderia di Riccardo Schicchi), al secolo Ileana Carisio. La genesi è piuttosto pretenziosa, ovvero Florentine di Guy De Maupassant.
Malù è Florentine, facoltosa moglie di un direttore di un Museo sempre assente e scostante. Pur innamoratissima e dopo averle provate tutte per tener vivo il menage matrimoniale, Florentine decide di sfogare le sue voglie altrove, con la complicità della cameriera Dorothy (Lidija Zokovic), la quale fa da ruffiana, organizzando incontri alla sua signora presso una villa. Il tutto va avanti fino a che il piccolo Backhem (Slobodan Negic), figlio adottivo della coppia, non scopre un archivio fotografico che documenta tutti gli incontri amorosi della madre. Geloso, poiché edipicamente attratto da Florentine, rivela il complotto alla donna strappandole in cambio la promessa che, una volta cresciuto, lei gli concederà le stesse attenzioni concesse a tutti i suoi amanti occasionali. - SPOILER: Dorothy ed il suo compagno, il giardiniere della villa, sembrano i principali iniziati della frode, in realtà è Jake (Izudin Bajrovic), il marito di Florentine, ad aver orchestrato il tutto (con la complicità della servitù), a causa della sua improvvisa impotenza che lo ha portato a rifiutare le insistenti avances della moglie e a simulare addirittura un tradimento, per poi consolarsi con filmini voyeuristici nei quali Florentine si concede ad altri uomini.
Impudicizia ha tutti i difetti tipici degli erotici italiani degli anni '80 (pur essendo di poco successivo), quelli da battaglia, non proprio d'essai. E' pieno di situazioni e dialoghi del tutto improbabili, ridicoli ed imbarazzanti, ma fondamentalmente né al regista né agli attori interessava granché, e soprattutto non interessava agli spettatori che da pellicole del genere si aspettavano decisamente altro. Ad esempio non ha alcun senso che Malù si disperi in camera da letto, seminuda, mentre la cameriera le pettina maldestramente i capelli; non ha alcun senso che questa amoreggi col giardiniere in casa, lasciando le porte spalancate; non ha alcun senso che Malù tessa lunghe e penose orazioni sacre nei confronti del matrimonio e della monogamia quando ci mette un secondo a concedersi a chiunque (letteralmente chiunque) o va a ballare in discoteca in reggicalze e con una camicetta aperta fino all'ombelico. Suona tutto molto illogico e distorto, a patto che non si sospenda coerenza e razionalità e non si accetti di essere fiondati nel magico mondo dell'erotismo (a buon mercato), dove tutto è unicamente finalizzato all'erotismo in sé. La scena in discoteca per altro è veramente atroce, anche qui, come spesso accade per i passaggi in discoteca nei film anni 80; gente invertebrata che si dimena nel modo più aritmico ed antiestetico possibile al suono di musiche mai autentiche ma ricreate "in stile" dance, per un risultato finale che sa di "posticcio" e terribilmente kitsch.
I momenti erotici sono fatti con lo stampino, tutti incastonati nella camera da letto della villa, sotto una palla stroboscopica e degli effetti di luce con cromatismi cangianti. Si avvicendano gli stalloni mentre il resto è sempre uguale (pure le posizioni). Perlomeno l'avvenenza di Malù allevia un po' la ripetitività del meccanismo. Dotata di un fisico da indossatrice (quale in effetti era stata) e di una bellezza tutto sommato elegante, Malù rende decisamente di più in questi titoli soft che nelle ammucchiate di carnazza del periodo Ramba. Qui è molto credibile come signora annoiata upper class, disperatamente alla ricerca di un po' di "amore" (come eufemisticamente viene ripetuto lungo tutto il film). Le scene erotiche sembrano outtakes di Bolero Exsasy, con un bolero che accompagna movimenti sussultori, abbagliati dallo sfarfallio delle luci, mentre il fuoco di un caminetto crepita sullo sfondo.
C'è poi la sottotrama in odor di Malizia, col piccolo Backhem che spia la madre e prova a proporsi come partner. In realtà è una suggestione collaterale della trama, sfruttata quel poco necessario per favorire uno snodo narrativo che prelude ad un finale particolarmente moscio e debole. Tuttavia alcune scene sono abbastanza forti e molto probabilmente oggi sarebbe difficilissimo vederle in sala, mi riferisco a quando il bambino si attarda sotto il tavolo da pranzo, osservando ed accarezzando le gambe della madre (che non si ritrae), o quando aiuta la madre a lavarsi durante uno schiumosissimo bagno nella vasca. Non è tanto quello che si vede ma il contesto in sé, moralmente ardito. Dal '97 la Carisio non si vede più al cinema (ultimo film, proprio con Fanetti, Tradita A Morte), chissà cosa ne è di lei, comunque una delle protagoniste della stagione erotica del cinema di genere italiano di quegli anni. Secondo wikipedia la famiglia cattolica fece molte pressioni perché abbozzasse un certo tipo di carriera. Per un po' si riciclo pure in tv, in chiave assai più edulcorata, ma naturalmente il feedback del pubblico non fu lo stesso. Tra le curiosità che la riguardano c'è quella riguardante le sue apparizioni a sorpresa nelle pubbliche piazze, improvvisando spogliarelli e pose con finte armi "rambesche", prima del puntuale arrivo delle Autorità.