Il Vizio Di Famiglia è ritenuto la summa della commedia sexy all'italiana, una delle sue sintesi più rappresentative, visto che al suo interno raccoglie i topoi e gli attori che l'hanno resa celebre, e propone anche qualcosa di ulteriore e più azzardato. La gira Mauriano Laurenti ed esce al cinema nel 1975. Siamo nel nord Italia, alla corte di Giosuè Buzzaccaroni (Gigi Ballista), un anziano industriale degli spaghetti circondato da donnine e pretendenti all'eredità. La moglie Ines (Susan Scott), con un passato da gran puttanone, la sorella Magda (Juliette Mayniel), gelosissima di Ines che attira tutte le attenzioni del fratello, il figlio onanista di Magda, la servitù, Don Liborio (Gastone Pescucci), sono in continua rivoluzione nel tentativo di rientrare nelle grazie del padrone di casa, oscurando la presenza altrui. Magda assume a servizio il maggiordomo Giacomo (Renzo Montagnani), un ex galeotto con la fama di gran castigatore di donne, nonché ex compagno della Ines; il suo scopo è far cadere nuovamente la donna tra le braccia della vecchia fiamma, smascherandola così agli occhi di Ballista, e nel fare questo, per non destare gelosie del vecchio conte, Montagnani dovrà fingersi pure pederasta. Col prosieguo della storia, al circo si uniscono altri due personaggi, Marisa, (Orchidea De Santis), cameriera personale di Ballista, ovvero una prostituta che se la intende con Montagnani, e Suzie (Edwige Fenech), figlia di un vecchio amore di Buzzaccaroni che si palesa dal niente dopo 20 anni. Si innesca quindi un tutti contro tutti, complotti e trame continue per far fuori i concorrenti pretendenti ed assicurarsi il bottino. Alleanza si stringono e si sciolgono in un tripudio di amorazzi focosi, seni al vento e foto compromettenti.
Dal ragazzino - con le prime pruderie e l'hobby della fotografia voyeuristica - preso in consegna dalla matura zia d'esperienza, al vecchio porcone che in vita ne ha viste tante e oggi, costretto su una sedia a rotelle, si limita ad alzare le sottane delle cameriere; dall'uomo di mezza età nel pieno del suo furore sessuale (il soprannome dell'ex detenuto Montagnani è, non a caso, "botta continua"), alla cameriera timida e ritirata (Anna Melita) che in realtà, nel finale, sfodera una malizia seduttiva degna di Goldoni; dai siparietti lesbo tra la Melita e la Fenech, alla immancabile doccia con abbondanza di dettagli anatomici, qui sostituita da giochi d'acqua con un pompa in giardino (usata per altro a mo' di surrogato fallico); il campionario di situazioni tipiche della commedia scollacciata è tutto ricompreso in Il Vizio Di Famiglia, con l'aggiunta di altre provocazioni. Alla villa infatti abbiamo il clero, incurante delle ipocrisie e dei sotterfugi che avvengono sotto i suoi occhi, ma anzi tutto interessato ad ottenere una fornitura di pasta per il proprio collegio, e pure un po' interessato alle grazie della contessa Magda; abbiamo un amore adulterino consumato addirittura nello stesso letto coniugale, col povero Ballista steso a colpi di sonnifero, e Montagnani e la Scott che cavalcano al suo fianco indisturbati; abbiamo il giovane Marco (Roberto Cenci) che non fa altro che spiare le donne procaci di famiglia e che viene dapprima sedotto dalla Scott, e poi gongolato da una ammiccante Fenech, la quale a sua volta ha il vizietto dell'amore saffico. Diverse le scene piuttosto forti, ancorché calate nel contesto della commedia; l'unione sessuale tra Montagnani e la Scott di cui sopra che dissacra il talamo nuziale, gli amori open air sul terrazzo sempre della focosa Scott, la scena di seduzione della Fenech ai danni di Cenci nella vasca da bagno, e la battaglia amorosa sempre tra loro due combattuta con la pompa dell'acqua in giardino, che col suo getto insiste sul pube della Edwige.
Sorprendentemente il film offre pure degli improvvisi momenti al limite del drammatico; ad esempio quando Ballista scopre la tresca della moglie con Montagnani, e tra i due avviene un confronto verbale piuttosto crudo; quando la Fenech mostra a Ballista le foto che incolpano la Scott e lui vuole essere lasciato da solo a riflettere; quando sul finale una gran cena attorno al tavolo di famiglia si trasforma nella rievocazione ridanciana dei vari complotti avvenuti, ma la "festa" si conclude bruscamente col colpo apoplettico di Ballista che muore stecchito. Questa abilità di contenere momenti comici, altri erotici ed altri ancora drammatici dà la cifra del valore, della sottigliezza e della complessità di questa pellicola, parecchie spanne al di sopra delle altre sexy commedia del periodo. Merito anche e soprattutto di una sceneggiatura solida e di un cast in effetti stellare, che mette assieme molti dei migliori volti del nostro cinema di genere.