Il Bi E Il Ba

Il Bi E Il Ba
Il Bi E Il Ba

Con l'apporto di Giovanni Bertolucci come produttore e pigmalione, e la regia di Maurizio Nichetti, Nino Frassica da Messina nel 1985 approda al suo primo film da protagonista dopo la partecipazione a FF. SS. con e di Renzo Arbore (e mentre, sempre con Arbore, nello stesso anno dà fuoco alle polveri del programma televisivo Quelli Della Notte). Il Bi E Il Ba è la sua consacrazione ed in qualche misura si accoda ad altre operazioni simili che sono passate sul grande schermo negli anni immediatamente precedenti. Mi viene da pensare ad esempio agli esordi dei Giancattivi prima e del Nuti solista poi, dei Gatti di Vicolo Miracoli, di Benigni, di Abatanuono, etc; cosa avevano in comune le pellicole di questi attori comici? L'essere costruite interamente intorno al protagonista, spesso e volentieri con trame pretesto, non per questo brutte o anonime, ma relegate a sfondo, a carta da parati sulla quale l'attore emergente del caso potesse dar libero sfogo (in modo anche un po' anarchico e slegato) alla sua vis comica non di rado stralunata, bizzarra, eccentrica e strampalata. In fin dei conti poco importa la storia, quasi sempre si tratta di un girovagare in mezzo ad altri personaggi che costituiscono gli incontri del protagonista, spalle comiche, trampolini che gli consentono di sviluppare la sua cifra umoristica ed istrionesca. Il tutto calato in un'Italia che non c'è più e che oggi fa una nostalgia pazzesca. Frassica in particolare verrebbe facile da associare ad Abatantuono per via del ricorso ad un linguaggio dialettale sospeso tra il meridione ed un idioma parossistico ai limiti del fonetico. Abatantuono era il milanese 100% con evidenti inflessioni del sud, Frassica è siciliano doc, in questo film in trasferta a Roma. Tuttavia, al netto di questo punto di partenza comune, il vernacolo di Frassica ha tutt'altro spessore rispetto a quello di Abatantuono, che fondamentalmente è una storpiatura dell'italiano; Nino crea neologismi, piega la lingua alla sua comicità e, tra le righe, fa un uso assai più dotto ed elaborato del dialetto rispetto ad Abatantuono. Il che non significa che lo si debba necessariamente preferire ma va indubbiamente dato atto a Frassica di una finezza di altro spessore rispetto al collega formatosi al Derby di Milano e battezzato dai Vanzina.

Antonino Scannapieco (lo stesso personaggio interpretato da Frassica in Quelli Della Notte, dove però veste la tonaca del frate) è un perditempo che vive con mamma e sorelle nel paese di Scasazza. Ascoltato come un oracolo dagli amici, li convince a farsi finanziare un viaggio nella Capitale di 600 mila lire per incontrare il professore Svernagovich, del quale ha letto un annuncio sul giornale e che promette di risolvere ogni problema. Parte dunque per Roma dove si accasa presso dei parenti. Qui vive varie esperienze (cavandosela sempre egregiamente), come commesso nel negozio di elettrodomestici dello zio (Nino Terzo), come guida turistica per delle vecchiette straniere, viene coinvolto in una retata della Polizia come presunto cliente di una casa d'appuntamenti, conosce (ma non riconosce) la sua eroina Maria Giovanna Elmi (che interpreta se stessa), infine approda allo studio di Svernagovich che tuttavia è stato sostituito da uno studio veterinario poiché l'annuncio del giornale era vecchio di oltre 15 anni. Incidentalmente Antonino scopre che Svernagovich si è stabilito proprio sopra l'appartamento degli zii; va a trovarlo ma la casa sembra disabitata, Antonino prende così il posto di Svernagovich e riceve una prima visita da un cliente. E' facile intuire come la sceneggiatura del film sia una girandola situazionista di eventi, facce e personaggi che Frassica cannibalizza per dar sfogo alla sua verve, costantemente invischiato in un eloquio sconclusionato ma terribilmente divertente. Il Mereghetti liquida il film come poca cosa e Frassica come poco incisivo ma in effetti è l'esatto contrario; Il Bi E Il Ba (che sarebbe un po' come dire "l'alfa e l'omega", tutto quel che c'è da sapere insomma su un dato argomento) costituisce l'esempio plastico di come con niente Frassica e Nichetti realizzino 90 minuti di pellicola totalmente creativa e anticonformista. Si tratta di quel genere di film che o si ama o si odia perché dà la sensazione di aver perso tempo dietro ad un pugno di mosche (che poi è la condizione esistenziale di Antonino Scannapieco), c'è tutto l'estro favolistico di Nichetti dietro la macchina da presa, con trovate estemporanee all'insegna del candore, dell'ingenuità e del favolistico; Frassica casca a pennello in un contesto del genere e - per quanto mi riguarda - fa morire dal ridere. Nel film nella parte di una scalognata compaesana di Antonino innamorata di lui c'è la moglie Daniela Conti (poi divenuta ex nel 1993).

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