1986 ed io ero in sala quando uscì i Tre Amigos! , un bimbetto che si gustava una sgangheratissima commedia americana, senza avere la minima cognizione di causa, ma ridendo come un matto. A 12 anni non potevo sapere che Lorne Michaels, Randy Newman e Steve Martin che avevavo scritto il film provenivono dal Saturday Night Live, e che avevano travasato parte di quella comicità nel film, non conoscevo affatto Chevy Chase (che poi sarebbe diventato uno dei miei idoli), non avevo ancora visto Salto Nel Buio con Martin Short (perché sarebbe uscito l'anno dopo), mentre avevo già afferrato che John Landis era uno figo con delle buone idee, perché Spie Come Noi, Una Poltrona Per Due e Ai Confini Della Realtà mi erano piaciuti assai (ancora nulla sapevo dei Blues Brothers e di Un Lupo Mannaro Americano A Londra).
Mi si presentano davanti questi tre improbabili mariachi argentati, che sculettano in modo equivoco, fanno grossi proclami di onore e giustizia ma scappano via a gambe levate davanti al terribile bandito El Guapo. Dopo la cocente umiliazione però, e spronati dal desiderio di liberare la bellissima senorita Carmen (Patrice Martinez) rapita da El Guapo, i tre ritrovano l'amor proprio ed il coraggio perduto, partendo alla conquista del fortino dei bandidos e liberando Carmen. Tornati al villaggio di Santo Poco aiuteranno i villici ad organizzare la resistenza contro il malvivente, eliminandolo una volta per tutte. La trama de I Tre Amigos! è piuttosto brillante, perfetta per inserire su un contesto semiserio una sequenza interminabile di demenzialità comiche. La prima parte del film procede in modo meno scoppiettante della seconda, però quando il trio ingrana la marcia giusta si ride a crepapelle. Ci sono momenti quasi seri (l'assedio al villaggio), momenti comici (per citare qualche esempio, il dialogo tra gli Amigos e i banditi prima della fuga da Santo Poco, l'irruzione al fortino, il personaggio del tedesco) e momenti del tutto non sense (la disquisizione sulla "pletora" di regali per il compleanno di El Guapo, il suo bel maglione, la canzone di Chevy Chase alla quale partecipano tutti gli animali del deserto, il cactus canterino, eccetera). I Tre Amigos! cambia frequentemente registro, pur essendo chiaro sin dall'inizio che sarà una cavalcata a briglia sciolta che ci porterà dove l'estro dei protagonisti deciderà di andare.
La prima sequenza è fulminante, i tre caballeros intonano il "main theme" del film, la canzone de i Tre Amigos, divertentissima. Segue la contestualizzazione dei personaggi, con il loro background cinematografico e la loro contingente situazione di spiantati, quindi il plot prende finalmente avvio, con la bella Carmen che assolda i tre nella speranza di liberarsi dal giogo del fetentissimo El Guapo. Ed inizia così la girandola di bischerate. Dei tre, Steve Martin è quello che viene più fuori (non a caso è anche co-autore della sceneggiatura), Chevy Chase è un po' sottotono, impegnato perlopiù a fare faccette, mentre Short ha il ruolo che alterna maggiormente serietà e comicità, il suo Ned Nederlander è l'Amigo più corposo dei tre, a livello di profondità del personaggio (sempre nei limiti eh...). Non nego che nell'86 il film mi fece ridere in modo molto più generoso e genuino di quanto accaduto rivedendo la pellicola decenni dopo; fisiologico direi, il film sconta un po' il passare degli anni, tuttavia è stato un bel tuffo nel passato poterlo riassaporare, ed inoltre quel gusto folle e imprevedibile per la comicità mi mancava parecchio, lo si ritrova infatti solo nelle varie diramazioni del Saturday Night Live, nel primo Eddie Murphy, nel giovane Woody Allen, nei Monty Python, in Mel Brooks e nei film dichiaratamente demenziali dei fratelli Zucker e Jim Abrahams.
Il balletto di Short e Martin è impagabile, davanti a quello spettacolo le facce degli avanzi di galera messicani, barbuti, perennemente attaccati alla bottiglia e con l'idioscincrasia per un buon bagno, fanno oggettivamente morir dal ridere, così come la sgangheratezza senza arte né parte dell'assalto al fortino di El Guapo è comicamente tenera. A proposito di El Guapo, ottima la prova di Alfonso Arau, che fornisce continuamente appigli eccellenti agli Amigos perché si esibiscano nelle loro trovate impossibili. Curiosa la lunga scena del bivacco degli tre, chiaramente girata con dei fondali iperrealistici alla John Wayne in un West infinito e allegorico. Del film esiste un'edizione integrale con molte scene che sono poi state espunte; tra queste anche una riguardante un'attrice impersonata da Fran Drescher (la famosa Tata) che rivaleggia con gli Amigos per il primato negli Studios (guidati per altro da Joe Mantegna).