Gods Of Egypt

Gods Of Egypt
Gods Of Egypt

I Cavalieri dello Zodiaco vanno in trasferta sul Nilo. Non nascondo che Gods Of Egypt, sulla carta - anzi, sulla celluloide - era un titolo che mi attraeva tantissimo, sia perché l'ambientazione egizia ha sempre il suo fascinosissimo bel perché, sia perché l'idea di concentrarsi sulle zuffe degli Dei era un punto di vista tutto sommato originale che ad oggi non aveva conosciuto molti adattamenti cinematografici. Certo, il trailer mi aveva già fatto capire che mi sarei trovato di fronte ad un film super digitalizzato, plastificato e posticcio ma, ingoiato il rospo della CG, poteva comunque esser venuta fuori una pellicola magari accettabile. La prima impressione era stata giusta, semmai arrotondata per difetto. Speravo meglio, invece è stato molto, molto peggio. Come detto, l'idea era più che buona, peccato che affidarla al Moccia del cinema fantastico (stiamo parlando del regista del sopravvalutatissimo teen movie per eccellenzan, Il Corvo) non ha giovato. Mi domando cosa avrebbero realizzato un Lynch, un Ferrara, un Cronenberg con una materia simile per le mani. Va bene che le beghe degli antichi Dei, greci o egizi che fossero, ci sono sempre state raccontate come capricci di onnipotenti snob e infantili, ma questa riduzione cinematografica di Proyas oltrepassa la soglia della decenza, trasformando la sceneggiatura (un fumetto per bimbetti) in una girandola roboante di schiaffi tra Grandi Signori dello spazio-tempo. Non si va per il sottile; cosa sono gli umani (i "mortali") rispetto agli Dei? Creature inferiori, ed ecco che Gods Of Egypt traduce letteralmente quel "inferiori", mostrando gli uomini più piccoli di statura rispetto ai cestisti dell'NBA che risiedono nel Pantheon egizio. L'effetto è quello degli hobbit, e credo purtroppo di non essere neanche andato troppo lontano dalla fonte di ispirazione di Proyas. Gli Dei si atteggiano come bulli del wrestling, fanno battute spaccone e si trasformano in creature inspiegabilmente laminate in oro e metallo; in pratica indossano le armature nippo style dei Cavalieri dello Zodiaco. Perché...Dio solo lo sa, anzi, chiedere direttamente a Ra.

Il miscasting è clamoroso, con attori fuori da ogni parte, grazia e regola. Nikolaj Coster-Waldau come Horus; Gerard Butler che si cimenta nel peggior ruolo della sua carriera, un crudelissimo Seth al cui confronto il bodyguard di Attacco Al Potere pare un fine intellettuale del Secolo dei Lumi; il povero Geoffrey Rush costretto a fare il nonno Ra nella parte più umiliante e becera della sua vita; e si potrebbe continuare fino all'ultimo nome in cartellone. Il comparto femminile invece si caratterizza innanzitutto (ed esclusivamente direi) per il push up dei costumi. Distinguiamo un'attrice dall'altra infatti in base alla scollatura, altro non è pervenuto. Il ruolo fighetto comicarello è assegnato al ladruncolo Brenton Thwaites, un Backstreet Boy fuori tempo massimo, col ciuffo sin troppo californiano e la parlantina da Eddie Murphy, il quale mette a soqquadro l'antico Egitto, ruba agli Dei in casa loro, li percula, gli dice di alzare le chiappe e farsi le cose da soli, compie percorsi ad ostacoli come fosse il campione mondiale di Tomb Raider, e vaccate a nastro di questo tenore. L'epica insomma va a farsi benedire dopo una manciata di fotogrammi dai titoli di testa. Un progetto che poteva divenire qualcosa di poderosissimo e strabiliante, e che si traduce in uno SmackDown de menare tra divinità palestrate ottuse dall'anabolizzante, con grandissimi poteri con i quali però non riescono neppure a fermare un ragazzetto abbronzato e con la lingua lunga.

Il dispiego di effetti speciali è abnorme e totalizzante, con l'unico risultato di ottenere un film di una sub-normalità impressionante.Non c'è un dialogo che sta in piedi. Lasciamo pure perdere la verosimiglianza storico-mitologica della materia, ma risultare meno credibile di Asterix E Obelix - Missione Cleopatra non era facile. Proyas ci riesce alla grandissima. Ovviamente la produzione è stata messa in cantiere con l'intenzione di creare un franchise, ovvero sequel a pioggia, il che fa rabbrividire considerando che porcata è l'incipit di questa ipotetica. I Cannoni Di Navarone, Lawrence D'Arabia, I Predatori Dell'Arca Perduta, L'Uomo Che Volle Farsi Re ed i western di Sergio Leone sono i numi tutelari citati dal regista come imbarazzanti riferimento per Gods Of Egypt. Un coraggio che sfiora (ed oltrepassa) la sfrontatezza ed il ridicolo. Il film è stato criticato per l'inaccuratezza nella scelta degli attori (si è parlato di "whitewashing", sbiancamento razziale, stessa accusa lanciata a Exodus di Ridley Scott). Accusa incredibile... prima di concentrarsi su questa lacuna c'è un cumulo di immondizia tale da far passare completamente in secondo piano l'epidermide e l'accento (in lingua originale) dei protagonisti.

Trailer ufficiale

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