Che i gentiluomini preferiscano le bionde, possibilmente tutte curve, giovani e anche un po' oche, è universalmente noto, è legge di natura ed è sostanzialmente vero. Ce lo conferma anche il film che Marilyn Monroe interpreta assieme a Jane Russell nel 1953, per la regia di Howard Hawks, adattamento del romanzo omonimo di Anita Loos del 1925, che ne curerà poi anche la messa in scena teatrale (nel '26, e nel '28 ne venne tratto un primo rifacimento cinematografico, ancora muto). La Loos scrisse anche un seguito (Ma I Gentiluomini Sposano Le Brune) sempre con i personaggi di Lorelei e Dorothy, dal quale fu trattò il film, stavolta con la sola Jane Russell. La pellicola fu un successo strepitoso e molti dei suoi momenti più celebri sono diventati paradigmatici del concetto di cinema in senso lato. Basti pensare al videoclip di Madonna "Material Girl" chiaramente ricalcato sulla Marilyn di "Diamonds Are A Girl's Best Friend", stesse scenografie, stesse coreografie, stesso vestito. Pure Nicole Kidman ripete l'esperimento in Moulin Rouge, nel 2007 si cimenta Beyonce per lo spot Emporio Armani, e in Burlesque è la volta di Christina Aguilera. Il vestito iconico poi è stato copiato da innumerevoli starlette come Geri Halliwell, Kylie Minogue, Ann Nicole Smith, etc.
Lorelei Lee (Marilyn) e Dorothy Shaw (Jane Russell) sono due ballerine e grandi amiche. Lorelei è in procinto di convolare a nozze col figlio stupidotto di un riccone, si sposeranno a Parigi. Si imbarca quindi con Dorothy per l'Europa in attesa di essere poi raggiunta anche dal futuro marito. Sulla nave Lorelei si impegna a trovar marito anche per Dorothy, puntando rigorosamente uomini assai benestanti, indipendentemente dalla loro età, dal loro aspetto e dalla loro condizione di salute. Alle calcagna delle ragazze c'è anche un detective privato, ingaggiato dal padre dello sposo nettamente contrario al matrimonio. Il detective deve indagare e possibilmente cogliere in fallo Lorelei, per mandare a monte le nozze. Nonostante svariate peripezie e complicazioni varie, come nella migliore tradizione di Hollywood, tutto è bene quel che finisce bene, Lorelei verrà impalmata dal suo ricchissimo marito e Dorothy si innamorerà ricambiata del detective.
La commedia ha molto numeri musicali, uno più divertente dell'altro, a partire dall'inizio del film, battezzato con l'esibizione di Marilyn e della Russell nel locale dove lavorano, forgiate in un luccicosissimo vestito rosso, con spacco sul petto, gambe in bella mostra, tacchi di fuoco ed un copricapo piumato sulla testa. Nonostante la notevole differenza in centimetri, tra le due c'è grande intesa e voglia di divertirsi. Sublime "Bye Bye Baby", avviata dapprima dalla Russell assieme ad uno stuolo di atleti olimpionici imbarcati sulla nave per l'Europa, che poi prosegue in modo molto più intimo, ma assolutamente bollente, tra Marilyn e Tommy Noonan; Marilyn, con una bocca rossa come il peccato, sussurra maliziosa i versi della canzone a pochi millimetri dal volto di Noonan, il quale è costretto a voltarsi da un'altra parte per non commettere l'indicibile davanti a milioni di spettatori. Nessun essere umano, di sesso maschile e di orientamento etero, potrebbe resistere a tanto. Molto simpatico anche il numero che la Russell fa in piscina, sempre con la squadra olimpionica americana, "Ain't There Anyone Here For Love", nel quale la mora esalta la bellezza del corpo maschile, si dice inadatta allo sport ma bisognosa d'amore. Poi, come detto, c'è quel piccolo grande capolavoro che è "Diamonds Are A Girl's Best Friend", nel quale si estrinseca la natura e la filosofia del personaggio di Lorelei, estremamente negativo e cinico, se non fosse per il taglio comico e paradossale dato dall'interpretazione di Marilyn. Lorelei è quasi incapace di amare, non conosce affetto se non per il denaro, il benessere, i preziosi e l'agio, e in un compagno cerca unicamente queste doti; e lo stesso desidera per la sua grande amica Dorothy, la quale invece, all'opposto, rifiuta ogni sovrastruttura mirando unicamente ad un uomo che le sappia far battere il cuore in modo genuino, e che possibilmente sia anche molto attraente fisicamente. A ben guardare, nessuno dei due personaggi esprime un'indole positiva e politicamente corretta, poiché Lorelei è una femme fatale spietata in cerca di ricconi un po' stupidi da abbindolare, mentre Dorothy, sebbene più portata al romanticismo, è fissata col sesso, certamente due stereotipi femminili che negli anni '50 non incarnavano esattamente i modelli pensati dai genitori americani per le proprie figlie. Ma il taglio lieve, scanzonato e spiritoso dato al film, attenua ed edulcora la presunta immoralità delle due protagoniste.
La trama è qualcosa di estremamente flebile, ai limiti dell'inconsistenza, sciocchina e superficiale, si tratta più di una serie sketch intervallati da numeri da musical, che di un film vero e proprio pervaso da un collante narrativo; pare che Hawks non lo amasse neppure particolarmente, e che in alcuni casi (si veda il ballo di "Diamonds Are A Girl's Best Friend") nemmeno abbia messo piede sul set. Eppure la grandezza di Gli Uomini Preferiscono Le Bionde sta proprio nell'aver eretto una montagna partendo da un topolino; tanta pochezza di soggetto si trasforma in un coloratissimo cartone animato pieno di ironia e spensieratezza. Nessuno può prendere veramente sul serio i personaggi del film (anche se di Lorelei in giro se ne vedono, eccome....) tanto è marcato l'accento caricaturale. In questa chiave va letta anche l'idiosincrasia di Lorelei con la cultura ed il parlar forbito, tant'è che la bionda mangiatrice di uomini sbaglia continuamente le coniugazioni dei verbi e i pronomi personali, ma è preparatissima sulle regole dello stare al mondo e del sopravvivere mediante il mors tua vita mea. Sarebbe interessante scoprire i dialoghi in lingua originale, poiché sono sicuro che l'adattamento italiano avrà tolto parte del divertimento di questi "svarioni" della Monroe, e per altro la timbrica della doppiatrice (Miranda Bonansea) scelta per l'attrice non si adatta per niente, a mio parere, alla burrosità felina di Marilyn. Lorelei inoltre ripete continuamente un tormentone molto buffo che è "grazie, stragrazie". Da notare che nella scena in cui la Russell impersona Lorelei in tribunale, il doppiaggio italiano le assegna incomprensibilmente la stessa voce di Marilyn. Molto divertente anche il personaggio di Sir Francis Beekman (Charles Coburn), soprannominato "Piggy" (ma nel doppiaggio italiano il suo nomignolo suona più simile a "Picci"), strampalato e donnaiolo impenitente, nonostante l'ormai prossimo stato di decomposizione. Grazie al successo ottenuto dal film (il sesto incasso del '53) la Monroe e la Russell furono chiamate a lasciare le impronte delle mani e delle scarpe sul cemento della passeggiata della Hollywood Walk of Fame.