
Galaxy Quest credo non sia mai uscito al cinema in Italia (ma potrei sbagliare). Si tratta di una specie di parodia di Star Trek, c'è il cast della serie tv (che nel film si chiama appunto Galaxy Quest) che, una ventina d'anni dopo la messa in onda, vivacchia facendo comparsate ai meeting annuali dei fans irriducibili (i cosiddetti fandom - FANatic kingDOM), e facendo pubblicità a qualche squallida svendita di supermercato. Attori falliti e senza prospettive, che per altro a distanza di tempo hanno finito con l'odiarsi vicendevolmente e odiare lo show che li ha immortalati, ritenendolo un cannibale che ha consumato ogni loro aspirazione artistica diversa. I costumi citano quelli di Star Trek, così come la caratterizzazione dei personaggi, le ambientazioni, gli alieni strampalati, la tecnologia giocattolo eccetera. In poche parole, si sfancula magnificamente Star Trek e tutta la sua sacralità mistica; provate ad andare ad un incontro di megafans indiavolati e vedrete gente ridotta veramente all'ultimo stadio di decenza neuronale. Il capitano della baracca è Jason Nesmith "Taggart", alias Tim Allen (grande!), super comico americano purtroppo poco noto in Italia (avete mai visto la serie tv Home Improvement? E ti credo, la mandava in onda Raidue ad orari improbabili, la mattina presto), la donna dell'equipaggio è Gwen DeMarco, nientemeno che Sigourney Weaver, qui particolarmente sexy, con chioma bionda e tutina a balconcino; poi c'è il corrispettivo di Spock (Alan Rickman), lo scienziato alieno saggio, c'è il pilota afro (al posto dell'orientale Sulu), il tecnico delle macchine (lo Scottie della situesciòn, qui impersonato dal Detective Monk di Rete 4), insomma tutta la platea di figurine alla Star Trek appunto.
Per farla breve, succede che l'equipaggio, sfavato e alla deriva, si ritrova davvero nella serie tv, ovvero nello spazio, in guerra con cattivissimi rettili militarizzati, in difesa di un popolo che sta per essere annientato. Tutto è raccontato con un tocco miracoloso, sempre in bilico tra la farsa e l'avventuroso, da una parte si ridicolizza la startrekkomania con toni da commedia, dall'altra si crea una avventura sci-fi che appassiona. Il calibro degli attori fa il resto. I dialoghi sono scoppiettanti (anche se Allen è tenuto a briglie tirate), le situazioni fanno scompisciare, gli effetti speciali sono seri e non cinepanettoneschi alla A Spasso Nel Tempo; infatti la grande differenza con gli americani è proprio quella, anche se loro fanno una parodia comica la curano nei dettagli, nei particolari, tutto deve essere credibile, per amplificare l'effetto comico, noi invece siccome c'è la scorreggia di De Sica pensiamo che la cartapesta sia pure troppo, tanto uno mentre vede il film pensa: "A Christia' ... facce ride!".
Se a naso pensate che la tipologia di film possa fare al caso vostro, concedetevi 102 minuti di simpatia galattica. Il popolo dei Thermiani, che l'eroico equipaggio di Galaxy Quest si incarica di salvare, è assolutamente esilarante, pura comicità applicata. Ora l'unica cosa che temo è che qualche nerd in rete a un certo punto mi scriva dicendomi che in realtà esisteva la serie a fumetti di Galaxy Quest, pubblicata tra il 12 maggio del 1978 e il 27 novembre del 1985, e che lui ha il primo numero in edizione thailandese con copertina verde per colpa degli inchiostri sbagliati, naturalmente acquistata su Ebay al prezzo di un Picasso da Sotheby, autografata dal comandante Taggart in persona.