Il Fascino Sottile Del Peccato

Il Fascino Sottile Del Peccato
Il Fascino Sottile Del Peccato

E' di nuovo Grassia time su Cineraglio, orgogliosamente! Dopo una serie di pellicole a catena di montaggio negli anni '80, perlopiù "napulitane" e dal taglio ninodangelesco, con Il Fascino Sottile Del Peccato Ninì avvia il periodo erotico che lo porterà lontano, per ben 15 film, compresi tra il 1987 e il '99 (anni durante i quali dirigerà comunque anche delle commedie e i ritorni di fiamma con la canzone neomelodica sotto o' Vesuvio, affidata stavolta, tra gli altri, all'apocalittico Gigggi D'Alessio....brrr!). A tal proposito fonda anche la P.A.G. Film International, con la quale produrrà 12 titoli. Soggetto, sceneggiatura e regia (e musiche, assieme a tale Aldo Tamborelli) sono dell'autarchico Grassia, che chiama a sé il fidato attore feticcio Saverio Vallone, biondo mascellone buono per tutte le stagioni. Tutta la vicenda ruota attorno alla facoltosa famiglia Mainardi, come fosse una specie di Dynasty di provincia de' noantri.

Arianna Minardi (Alessandra Delli Colli), che dal defunto marito Marcello Aleardi ha ereditato un impero finanziario, si è sposata in seconde nozze con Aurelio, portando in dote potere, denari, conti correnti, la figlia Carlotta (Claudia Cavalcanti) e il figlio Gustavo (Alfredo Gallo). Al tavolone mangiano pure Sonia Aleardi (Danila Trebbi), sorella del fu Marcello, ed il suo fidanzato Enrico (Saverio Vallone). Sonia ha ricevuto in eredità solo una piccola parte del tesoro e la cosa rode non poco. Sesso e avidità sono l'alfa e l'omega del ménage familiare poiché, nell'ordine (seguitemi perché è complicato): 1) Carlotta fa la finta verginella ma già la dà a Enrico (fidanzato della zia Sonia); 2) Aurelio, sposato con Arianna, se la intende con la segretaria zozza (e pure con altre -anta donnine dal numero imprecisato); 3) Carlotta è gelosa di Aurelio (che sorprende a "dettare lettere urgenti" alla segretaria, in ufficio), e si ingegna, ricattandolo, per godere degli stessi privilegi; 4) Gustavo è ghey e fa coppia fissa con un certo Mario; 5) Mario viene corrotto dal perfido Enrico perché si faccia fotografare mentre si accoppia con Gustravo. In cambio verrà raccomandato da Enrico per partecipare ad una corsa automobilistica alla quale tiene tanto (ma che gli sarebbe preclusa in quanto minorenne); 6) grazie alle foto scattate ai due, Enrico ricatta Arianna, terrorizzata dal fatto che nella famiglia Minardi alberghi il seme dell'omosessualità, e soprattutto che lo si venga a sapere in giro; 7) architetta così un piano per "salvare" Gustavo dalle sue sciagurate preferenze sessuali, ovvero la raffinatissima idea di darlo in pasto a donne compiacenti per vedere se la gnagna fa il suo effetto medicamentoso. Già, ma chi? La cameriera? Le amiche? Di chi fidarsi? Chi accetterebbe una missione caritatevole così delicata? Arianna decide che solo lei stessa, come mamma, può salvare suo figlio. Circuisce così il ragazzo e gli fa provare le gioie del sesso edipico; 8) Gustavo gradisce e ringrazia ma ribadisce, il calippo di Mario è sempre il calippo di Mario. Arianna si dispera, ma non è tutto. Il viscidissimo Mario, scoperta la tresca tra madre e figlio, pretende di essere incluso nel giochetto, che deve essere allargato a tre, pena ovviamente uno scandalo pubblico; 9) Arianna, oramai ricattata anche dai termosifoni, e scesa a compromessi col figlio, dopo aver fatto 30 fa anche 31, e si congiunge carnalmente con Mario, mentre Gustavo guarda inorridito; 10) Enrico, che nel frattempo oltre a godere dei favori di Carlotta, a tempo perso si ripassa pure la sua legittima fidanzata Sonia, porta dal notaio i Minardi, facendosi cedere come pattutito la maggioranza societaria. Solo allora consegna finalmente ad Arianna i negativi delle compromettenti foto ghey; 11) Arianna si suicida in piscina; 12) Aurelio, inuito che nel putridume sono coinvolti un po' tutti i membri di famiglia, fa le valigie e lascia per sempre la villa; 13) Enrico si insedia in azienda, regnando incontrastato dallo scranno che era di Aurelio e, esattamente come per lui, si annunciano stringenti rendez vous con la segretaria tuttofare.

Fate pausa, bevete un tamarindo, che si ricomincia. In un centinaio di minuti circa (anche se il dvd Duck Record riporta erroneamente una durata di addirittura 134, strafalcione replicato col copia/incolla su Wikipedia) avviene tutta la sequenza appena descritta, con una sola unica tetragona certezza, che ogni 5 minuti qualcuno, da qualche parte, in qualche modo, sifona. Ci potreste regolare l'orologio, meglio di un metronomo. Grassia non risparmia sulle nudità e sugli amplessi, scandendo il tempo della narrazione con le carni delle attrici sempre generosamente disponibili. La Cavalcanti fa il bello e cattivo tempo, giocando sull'effetto lolita. Il suo ballo erotico al cospetto di Aurelio nella equivoca garçonnière di quest'ultimo è qualcosa di agghiacciante, un quarto d'ora di pretestuoso e inutile dimenamento muscolare indossando unicamente mutande e calze a rete. Il buon Aurelio, che la carnazza la gusta e la conosce bene da mo', avrebbe favorito anche senza l'atroce stacchetto velina, ne siamo sicuri. Danila Trebbi è bella in carne, di quelle cicce alla Licinia Lentini che piacciono al sano uomo mediterraneo senza tanti grilli per la testa. La Delli Colli si mantiene sobria per la prima metà del film, durante il quale la Cavalcanti non si concede tregua; ma non appena la ragazza tira un attimo il fiato, la matrona ingrana la quarta scatenandosi col figlio "contronatura", ed è così che il pubblico scopre che la signora ha le sue carte da giocare.

Il peccato, poco sottile ma sicuramente fascinoso, alberga copiosamente in casa Minardi. Non se ne salva uno. Grassia si tuffa mani e piedi in un erotico tout court che non lascia nulla di intentato o di understatement. Come da tradizione, l'impianto generale non è propriamente hollywoodiano, ma va detto che rispetto ad altre produzioni di Grassia questa ha un certo tenore, vuoi per le location aristocratiche, vuoi per la ricchezza di situazioni. L'erotismo è audace, con quel suo sapore di provincia amatoriale garantito quando dietro la macchina da presa siede Grassia. Attenzione a non confondere Il Fascino Sottile Del Peccato con il quasi omonimo Il Sottile Fascino Del Peccato (2010) con Carmen Trigiante.

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