
Sarò sincero, Fantasmi Da Marte non mi è mai sembrato il miglior Carpenter. Per carità, sempre divertente da vedere, il ragazzo, oramai 63enne, ha talento da vendere, la cosa è acclarata e sa come rendere dei fotogrammi sempre accattivanti. Tuttavia Fantasmi Da Marte pare un po' un gran riciclo di materiale vario; innanzitutto Distretto 13 (tant'è che si è anche parlato di un quasi remake), la situazione è proprio la stessa, trasferita nel futuro, su Marte, ma siamo sempre inchiodati allo stesso meccanismo narrativo, gli stessi personaggi, trama pressoché identica, pochissime le variazioni, dovute prevalentemente al vestitino horror/sci-fi cucito su questo film. Permangono anche i riferimenti romeriani ai film che vedono gli zombi assediare un manipolo di umani; e poi ovviamente ci sono i richiami western, tanto cari a Carpenter (Howard Hawks su tutti). Stavolta il low budget si sente particolarmente, i modellini appaiono tali e la stazione mineraria marziana è molto minimal (fa un po' l'effetto Playmobil). La recitazione regge, magari meno quella di Ice Cube, che pare Ice Cube che recita Ice Cube, però ci sta. Pam Grier è sempre intensa, anche se per poche pose. La protagonista femminile, Natasha Henstridge, oltre ad avere grandi argomenti (due, davanti), non se la cava male (praticamente il corrispettivo esatto del tenente Ethan Bishop di Distretto 13). Gli effetti speciali non rendono sempre al massimo, il capo clan dei marziani cattivi è uguale a Marilyn Manson, e se ci aggiungiamo che alla colonna sonora hanno collaborato gli Anthrax, Steve Vai e Buckethead, abbiamo riunito la famigliola rock 'n roll. Gran profluvio di teste mozzate con lame rotanti. Carina la struttura narrativa ad incastri di flashback. Film interamente girato di notte (in una riserva indiana del New Mexico trasformata in Marte a colpi di vernice rossa). Ok dai, il film si può vedere, tranquilli, la serata passa allegra e adrenalinica, però un fan di Carpenter sa che può aspettarsi decisamente di più.