Emanuelle Nera 2

Emanuelle Nera 2
Emanuelle Nera 2

Bitto Albertini, dopo essersi intestato nel '75 il merito della prima Emanuelle Nera, si distrae un attimo per dedicarsi al western Che Botte Ragazzi! con Klaus Kinski, ed ecco che quella pelle di Massaccesi gli scippa attrice protagonista e franchise, producendo nel '76 Emanuelle Nera - Orient Reportage, sempre con Laura Gemser. Ad Albertini tocca ripiegare sulla sconosciuta Shulamith Lasri, anche se furbescamente chiama il film Emanuelle Nera 2, a indicare una filiazione filologica dal primo capitolo, anche se la sceneggiatura in realtà nulla ha a che vedere con i fatti del film precedente. Nel '76 dunque escono in sala due Emanuelle Nere, quella di D'Amato che viaggia in Oriente e quella di Albertini che invece sta in America, internata in una casa di cura per malati di nervi, dopo che una bomba a Beirut le ha fatto perdere la memoria.

Angelo Infanti rimane nel cast, anche se ha un ruolo completamente diverso rispetto al film del '75. Qui è il direttorone della clinica (che poi è praticamente un manicomio). Si divide tra il caso "interessante" di Emanuelle, fotomodella smemorata, e le attenzioni morbose della nipotina Sharon (Sharon Lesley), una biondina poco di buono ninfomane che fa la pazza nel tentativo di essere curata dallo zio, sempre con la stessa "medicina". Ci sarebbe poi anche la moglie gelosissima e trascurata (Dagmar Lassander) e le infermiere della clinica, tutte piacenti e vestite con grembiule scollato, gonna e scarpe col tacco.

La storia è squinternata forte; di per sé tutto si riduce al tentativo di Infanti di svelare il trauma che ha causato la perdita di memoria di Emanuelle, e conseguentemente anche la sua schizofrenia nei confronti degli uomini e del sesso (ricercati e respinti entrambi). - SPOILER: scopriamo quindi che i ricordi della fotomodella sono tutti alterati e che lo shock deriva da una violenza subita da ragazzina da parte di alcuni motociclisti col casco rosso, i quali hanno poi anche ucciso suo fratello che era intervenuto per difenderla. La terapia di Infanti è tanto assurda quanto improvvisata, la porta al luna park dove degli stuntmen corrono in moto col casco rosso (e lui lo sapeva eh....tutti sempre e solo col casco rosso!). Il semplice vederli scatena l'adrenalina ad Emanuelle che finalmente realizza tutti i perché ed i percome del suo disagio e guarisce definitivamente.

Nel suo periodo di internamento in clinica Emanuelle fa comunella con Sharon, la quale ovviamente la provoca e la inizia ad ogni amoralità possibile (amplessi saffici, a tre, marijuana, alcol, rock n roll). Sharon non si perita neppure di giacere con il marito di Emanuelle, tant'è che quest'ultima, dimessa dalla clinica, decide di abbandonare tutto e tutti e fuggirsene alle Hawaii proprio con Sharon (in moto e col casco rosso). Torna poco e niente della trama, tutto è abbastanza tirato via, come i dialoghi psicanalitici tra Infanti e la povera Lassander, ridotta a petulante mogliettina insoddisfatta (ma sempre stupenda). Terribili i presunti siparietti comici tra Infanti e il generale pazzo, che sembrano scarti di montaggio di una commedia sexy militaresca con D'Angelo e Carotenuto (ma c'è anche un pescatore stallone ingroppatore che regge il peso di un'ancora di kg e kg col... ). Le cose migliori del film sono i seni della Lasri, la colonna sonora funky rock anni '70 di Don Powell (che nel film interpreta il padre musicista di Emanuelle), il tocco lievemente blaxploitation e qualche scorcio metropolitano dello zio Sam. Una pellicola decisamente inferiore alla prima Emanuelle Nera che, oltre ad essere la capostipite del genere apocrifo derivato dalla Emmanuelle francese della Arsan, rimane anche uno dei migliori della intera serie. Non pago, mentre D'Amato proseguirà a mieterà successi con la "sua" Emanuelle Nera, Albertini girerà nel '77 una versione "gialla" di Emanuelle: Il Mondo Dei Sensi Di Emy Wong.

Trailer ufficiale

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