
Nello stato del Bananas, in America latina, si è instaurata una dittatura e il Governo di Washington anziché appoggiare i ribelli per rovesciare i militari, sostiene il caudillo locale. Solo un uomo può risolvere la bega e ridare potere al popolo, Fielding Mellish, un collaudatore industriale di schifezza improbabili (di quelle che una volta sarebbero finite dentro la rubrica "Mai più senza"). Mellish non è un idealista, lo fa per amore, o perlomeno quella è la molla iniziale, poiché la sua fidanzata, fervente attivista politica, lo molla per scarsa attitudine al comando e all'autorità. Mellish quindi lascia casa e lavoro e vola nel Bananas per aiutare la revoluciòn e dimostrare il suo grande impegno civile. Qui, al servizio di Castrado, capo cheguevarista dei ribelli, assiste alla detronizzazione del generalissimo Emilio Vargas; ma una volta che Castrado sente il profumo del potere, non fa altro che riprodurre il modello di Vargas. Ecco che i ribelli si ribellano pure al loro capo ed eleggono Mellish a nuovo leader maximo. Mellish si reca negli Usa per sensibilizzare il popolo americano vero la causa del Bananas. In America però Mellish viene smascherato dalle autorità e processato come truffatore e sovversivo. Riconosciuto colpevole viene dispensato dalla pena a patto che non vada a vivere nelle vicinanze del magistrato che ha presieduto la corte. La sua avventura lo porta a riconciliarsi con la vecchia fiamma Nancy.
Il Dittatore Dello Stato Libero Di Bananas (1971) è il film che consacra Allen, dopo il già brillantissimo Prendi I Soldi E Scappa (Che Fai, Rubi?, per quanto genialoide, era più che altro un divertissement). Ottanta minuti irresistibili, dal primo all'ultimo, titoli di testa e di coda compresi. Il film si apre con la telecronaca dell'omicidio in diretta del Presidente del Bananas, come fosse un match di football, e lo stesso accade in chiusura, quando il pubblico di TeleMondo Sport (Wide World of Sports in originale) assiste alla consumazione del matrimonio tra Nancy e Fielding, con tanto di interviste a fine prestazione (nel caso dell'omicidio, il telecronista intervista pure il morto). Allen è un vulcano di gag, trovate, situazioni comiche, battute ("...essere morti è un grosso handicap per la vita sessuale....io amo la lebbra, mi piace il colera, e tutte le principali malattie della pelle"), non c'è tempo per riprendersi che siamo già alla successiva. Il cinema demenziale dei vari aerei più pazzi del mondo, delle pallottole spuntate, dei top secret, eccetera, deve moltissimo a Woody Allen, che non è autore esclusivamente demenziale, ma che inserisce anche momenti grotteschi e paradossali in sceneggiatura (ad esempio l'arpista che suona nell'armadio della camera d'albergo, trasformando bruscamente la musica da extra diegetica a diegetica; o Allen che si improvvisa parcheggiatore e fa tamponare le auto) brevissime scenette comiche totalmente svincolate dalla narrazione principale, ma che fanno "colore". E' un piacere rivedere il primo Allen, si ha modo di rispolverare quella spavalderia che lo caratterizzava e che poi, in età senile, è stata quasi totalmente soverchiata da una mimica esclusivamente ansiogena e nevrotica. Mellish che testa i prodotti della sua azienda, Mellish che vuole invitare a cena la segretaria che vede filmini porno, Mellish che, con tanto di barbetta alla Fidel Castro, sbarca negli States impersonando il militare scafato che tesse reti diplomatiche, sono episodi nei quali Allen non si affida solo alla rappresentazione di un personaggio imbranato, goffo e ridicolo, ma spinge sul piede dell'arroganza di un ometto che intende atteggiarsi a vincente.
Altra componente fortissima dei suoi film è il cast, gli attori scelti sono sempre ottimi, spsso di derivazione teatrale, o comunque impeccabili nel proprio ruolo, merito del loro talento ma anche della capacità di dirigerli di Allen (il direttore dell'azienda di Allen è Conrad Bain, appena deceduto, il signor Drummond del telefilm Il Mio Amico Arnold). Bananas è un film sgangherato, che come tale vuole essere recepito da chi guarda, la sua folle anarchia è contagiosa, ci si aspetta qualsiasi trovata in qualsiasi momento, e pure l'esigua durata aiuta a farlo risultare ancora più vivace e scoppiettante. Importantissima la scelta delle musiche, buffe e divertenti, un commenti perfetto per le immagini. Il doppiaggio italiano invece, per quanto affidato a voci celebri del mondo dei doppiatori e molto "calde", tradisce alcune libertà di traduzione che soddisfano poco il purista del cinema. Per dirne una, nella scena in cui Fielding e Nancy amoreggiano per la prima volta, lei gli chiede di dirle "ti amo" in francese, lui non conosce il francese e le propone l'ebraico; in italiano "ebraico" è sostituito con "bolognese"...una licenza poetica affatto divertente, senza senso, e che ammazza il doppio senso relativo alle origini ebraiche di Allen. Anche il Bananas in originale si chiama San Marcos. "Bananas" in slang americano è un sinonimo di "crazy", e allo stesso tempo l'espressione "banana republic" indica esattamente il tipo di ambientazione sudamericana che Fielding trova a San Marcos. Alla domanda "perché il film si chiama Bananas", Allen rispose: "perché non ci sono banane nel film". Nel 2000 è stato realizzato un remake dal titolo Una Spia per Caso, nel quale Allen compare in un cameo.