Antonio Margheriti non era un amante spassionato del poliziesco, ma da cineasta al quale piaceva spaziare praticamente in ogni genere esistente, non si tirò certo indietro mettendosi alla prova anche sul filone noir. Con La Rabbia Agli Occhi è una pellicola che va a cascare proprio da quelle parti, tra un western (La Parola Di Un Fuorilegge.... E' Legge, 1975) e un avventuroso orrorifico (Killer Fish, 1978). Il soggetto è di derivazione spagnola ma poi ci mette le mani Giacomo Furia, amico fraterno di Margheriti. I due decidono di trarne un film, soprattutto quando Margheriti - a seguito di un viaggio in America - riesce a strappare una promessa a Yul Brynner di interpretare il protagonista. Guido Castaldo e Furia stendono lo script e si parte. La storia è a suo modo molto classica, un regolamento di conti interno alla malavita (molto "mafiosa" come rappresentazione....); da New York a Napoli, il crimine deve rimettere a posto alcune faccende. Viene assoldato il killer Peter Marciani per andare ad uccidere un signorotto che pare tempo addietro abbia avuto un ruolo nell'assassinio del fratello di Marciani, evento che tra l'altro lo ha fatto desistere dalla "professione". Armato di incarico e istinto di vendetta, Marciani arriva in Italia. Qui viene preso subito sotto benevola custodia tanto dalla Polizia (che intanto indaga sugli omicidi legati al regolamento di conti malavitoso) quanto da Angelo (Massimo Ranieri), uno scagnozzo del boss ucciso, rimasto "orfano" e dedito perlopiù a imbrogliucci di piccolo cabotaggio legati alle corse dei cavalli. Angelo vuole in tutti i modi entrare nelle grazie di Marciano, se possibile aiutarlo e trarne profitto. Per far questo coinvolge la sua amica Annie (Barbara Bouchet), ballerina di night, al quale affida il compito di circuire Marciano. Non c'è bisogno di insistere poi troppo, tra i due scoppia subito l'amore. Nel frattempo la vendetta di Marciano va avanti.
- SPOILER: il killer ha sovente delle allucinazioni nelle quali rivede l'agguato che costò la vita al fratello. Questi momenti gli tolgono vista e lucidità, ma sul finale la visione mostrerà senza più alcun equivoco che all'attentato partecipò anche il boss americano che ha commissionato questo ultimo incarico a Marciano. Dunque anche lui è tra i colpevoli dell'assassinio del fratello. Marciano morirà a Napoli portando a termine il suo lavoro, la sua eredità verrà raccolta da Angelo, il quale andrà negli Stati Uniti uccidendo il boss e prendendo il posto di Marciano nell'Organizzazione.
Con La Rabbia Agli Occhi è molte cose. E' un poliziesco, è un thriller, ha sfumature maledette e noir, è un revenge movie, è uno di quei film nei quali avviene il passaggio di consegna tra vecchio mestierante di esperienza e giovane allievo scalpitante. Ed è anche innegabilmente un B-movie. Il rapporto tra Brynner e Ranieri è molto importante, certamente un tema portante del film. Assieme alla relazione del protagonista con la Bouchet, questi sono i due aspetti più interessanti della storia, poiché la parte "criminale", al netto dell'assenza di particolare originalità, non è nemmeno ciò che Margheriti dispiega meglio nel corso dei 90 minuti circa di pellicola. Nella scena della sparatoria iniziale all'ippodromo di Agnano ad esempio si nota come il boss sia incredibilmente goffo e inetto nella scelta di tempi e modi. Viene freddato perché scappa praticamente offrendosi a bersaglio pieno ai suoi esecutori, con una scelta di tempo per la fuga da vero principiante. In generale la sparatoria è girata in modo un po' sommario, né va troppo meglio in quella nella quale Brynner spara al suo bersaglio, con tutto l'inseguimento e gli ulteriori proiettili esplosi che ne conseguono. Brynner per altro, sempre carismatico, appare evidentemente in flessione, è più imbolsito, rigido, fisicamente meno prestante, nonostante fosse tutto sommato appena un 56enne. Gli anni '70 sono gli anni del declino attoriale di Brynner, interprete di film perlopiù di serie B (ma non per questo mediocri o disprezzabili, anzi). Tuttavia è evidente come la sua sia la figura del vecchio leone ad un passo dal ritiro, se non altro molto calzante per il personaggio del killer Marciano che deve interpretare. Brioso e spumeggiante invece il giovane Ranieri, qui 25enne, davvero un'ottima prova la sua (come quasi sempre davanti alla macchina da presa).
La Bouchet ha un ruolo audacissimo. Metà delle sue pose sono nude, anche completamente nude, con tanto di full frontal. Le sue sono anche le scene che più rimangono impresse, non solo per l'epidermide così generosamente offerta al pubblico, ma anche per motivi artistici. Si pensi ad esempio allo striptease tra le luci cangianti e le mille rifrazioni degli specchi del night club o a quel piccolo momento di genio nel quale, per permettere a Brynner di eludere la sorveglianza della Polizia, appostata fuori dalla sua casa la notte dell'ultimo dell'anno, la Bouchet si spoglia a favore di finestra ed inizia a simulare un rapporto sessuale, sapendo di essere oggetto degli sguardi da voyeur dei poliziotti, mentre nel frattempo il suo uomo può sgattaiolare via indisturbato ed andare a compiere il suo omicidio su commissione. Bellissima come sempre Barbarella, è un vero valore aggiunto del film. Tuttavia l'attrice raccontò di quanto fosse insopportabile Brynner fuori dentro il set, con atteggiamenti arroganti e presuntuosi. Fu così che la Bouchet gli fece recapitare in albergo un mazzo di fiori particolarmente detestati da Brynner, il quale andò su tutte le furie per questo dispetto rimasto anonimo. Bella la colonna sonora dei fratelli De Angelis, che invece generalmente ha ricevuto più critiche che lodi.