Comedians

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Salvatores torna sul luogo del delitto, Trevor Griffiths e la sua piéce teatrale alla quale si era già ispirato in occasione di Kamikazen - Ultima Notte A Milano, nel 1987. Stavolta ci torna prendendola meno alla larga  e gettandosi dentro il testo di Griffiths in modo più filologico, naturalmente riadattandolo per lo schermo cinematografico. Tuttavia non sceglie quest'opera a caso, non solo gli è congeniale, ma si prestava ottimamente al periodo covid nel quale è stata girata. Salvatores si sarebbe dovuto occupare di Casanova, ma l'impossibilità di girare e produrre un film in condizioni normali lo ha fatto momentaneamente ripiegare su questa pellicola interlocutoria, raccolta unicamente all'interno di un'aula scolastica, tranne che per uno stacco in un club. La storia accade tutta in una sera, una manciata di ore, quasi in tempo reale (dunque unità aristoteliche di luogo e spazio); degli aspiranti comici, al termine di un corso tenuto dal docente Eddie Barni (Natalino Balasso), si ritrovano un'ora prima di esibirsi in un locale. Durante l'esibizione verranno valutati da un esaminatore ed un eventuale esito positivo porterà ad un contratto per un programma televisivo. L'esaminatore li raggiunge prima del debutto, si tratta di Bernardo Celli (Christian De Sica), che all'epoca si esibiva proprio con Barni, solo che la sua carriera è poi decollata mentre quella di Barni è rimasta strozzata. I due sono profondamente divisi da una concezione antitetica della comicità, per Barni è un mezzo, per Celli è il fine. Barni intende la risata come uno strumento etico per colpire, sorprendere e risvegliare le coscienze, anche attraverso momenti di disagio e riflessione che esulano dal divertimento fine a se stesso; Celli dal canto suo non ama il troppo filosofeggiare, predilige la risata di pancia, spicciola, verace, vuole che sia il comico ad andare incontro alla gente e non la gente ad allargare la propria visuale, magari elevandosi al livello (astruso) voluto dal comico. Il punto è che i ragazzi di Barni sono stati istruiti secondo il suo metodo ed il giudizio di Celli potrebbe rivelarsi estremamente severo nei loro confronti. Si pone quindi il dubbio amletico se rimanere fedeli al proprio maestro, a quanto imparato ed a quanto approntato per quella sera, o rivoluzionare in corsa il proprio numero tentando di piacere a tutti i costi a Celli, che rispetto allo spiantato Barni detiene il potere di avviare una carriera, vera e non astratta.

Come ogni film di derivazione teatrale che si rispetti, il grosso del plot riguarda la caratterizzazione dei personaggi, la loro descrizione, minuziosa ed analitica, le loro dinamiche comportamentali e relazioni reciproche. Anche se non conosciamo fino in fondo le biografie di ognuno di loro, ne sappiamo abbastanza per metterli tutti dentro una stanza e osservare cosa accade non appena le loro vita si incrociano e si sovrappongono. Alleanze, schermagli, battaglie, financo scontri all'ultimo sangue, accade di tutto, senza farsi mancare ambiguità e zone d'ombra naturalmente. Comedians ha un tono particolare, tutto suo, perché essendo un film su dei comici (e sulla comicità) parrebbe lecito aspettarsi le matte risate, mentre invece in Comedians si ride poco e perlopiù amaro. Ci sono battute e momenti dedicati alla comicità, ma è chiaro che quelle parentesi siano dei passaggi, delle transizioni, non la ragione sociale del film. Comedians non vuole far ridere ma semmai far pensare a cosa sia la comicità e cosa debba essere per ognuno di noi. Quelle di Barni e di Celli sono due scuole di pensiero, due filosofie di vita che fatalmente travalicano i confini della comicità e si estendono all'esistenza, al modo di intendere il nostro essere al mondo e di rapportarci con il prossimo. Si potrebbe persino parlare di politica, non sarebbe poi così difficile attribuire i due direttori d'orchestra a delle determinate aree politico-culturali di riferimento. Salvatores rende il gioco ancora più scoppiettante ed interessante scegliendo due campioni che incarnano i rispettivi mood anche fuori dal set. De Sica viene chiamato a difendere il "suo" cinema", così come Balasso raccoglie l'onere di perorare la causa di una comicità piuttosto affine a quella nella quale egli stesso crede. Tuttavia la materia è affrontata con maturità, ironia e rispetto reciproco; è evidente quanto Salvatores abbia usato i guanti di velluto, non proponendo tesi precostituite ma lasciando campo libero allo spettatore di riflettere, scegliere ed eventualmente schierarsi (anche se, va detto, non è poi così difficile intuire da quale parte del campo si posizionerebbe Salvatores in una simile disputa concettuale).

Il regista premio Oscar disinnesca abilmente i rischi derivanti da una ristrettezza d'ambiente, cercando di ritmare fino all'estremo il racconto, usando espedienti come una ossessiva scansione del tempo, un rutilante acquazzone che incupisce ogni emozione e sentimento dei provinandi, un continuo saltare da un volto ad un altro, da un corpo ad un altro, oltre alla sequenza dell'esibizione al club, fatta di grande velocità e montaggio alternato. Ovvio che Balasso e De Sica facciano i pezzi da novanta (il loro ping pong di presentazione è forse il momento più alto e tagliente del film), ma anche il cast di contorno è perfettamente calato e calibrato nel contesto. Fa un po' eccezione Giulio Pranno (Zappa nel film), sorta di grillo parlante ibridato con il Joker di Batman, che sconvolge sempre lo status quo, mette a disagio e inquieta i suoi interlocutori e che nel finale avrà una sua funzione come chiave di volta nel mare (apparentemente) calmo del mesto e rassegnato Barni. Una prova alquanto intensa e lodevole quella di Pranno, sempre al confine tra caratterizzazione estrema e fuori binario. Comedians è un'opera che lascia volutamente qualcosa di irrisolto, non concluso, non spiegato, che getta continuamente spunti e visioni che poi lo spettatore in qualche modo deve raccogliere e rielaborare da sé, andando in cerca della sua idea, di un proprio punto di vista. Salvatores si conferma assai elegante, fine e misurato nella messa in scena, oltre che un gran professionista del nostro cinema.

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