
Come prima regia Francesco Nuti sceglie di appoggiarsi ad un film che gli aveva dato soddisfazioni, e che insieme a Madonna Che Silenzio C'è Stasera, dello stesso anno (1982), gli aveva regalato la sicurezza di potercela fare anche da solo, senza i Giancattivi. Casablanca Casablanca dunque è una sorta di sequel non dichiarato di Io, Chiara E Lo Scuro, ne mantiene gli interpreti principali (la De Sio e Marello Lotti detto lo Scuro) e ci fa vedere come prosegue la vita della coppia del Toscano (il soprannome del personaggio di Nuti nel film) e della sassofonista roscia interpretata dalla De Sio. Francesco Piccioli (il cognome è quello del produttore) ha smesso di giocare a biliardo per amore, Chiara ha continui impegni di lavoro in giro per l'Italia. Tra i due però s'insinua qualche crepa, Chiara ingrana col sassofono, soprattutto grazie all'interessamento di un discografico faccendiere che le procura contratti su contratti nella speranza di circuirla sentimentalmente, e parte per una crociera (di lavoro). Di contro, quasi per ripicca, Francesco accetta di partecipare ad un campionato mondiale di biliardo che si svolgerà a Casablanca. Ironia della sorte, la coppia scoppiata si ritroverà in Marocco e, dopo le consuete schermaglie amorose, riprenderà il proprio cammino interrotto.
Sulla falsariga di Io, Chiara E Lo Scuro, Nuti imbastisce una trama che ne sfrutta ogni appiglio, facendo sostanzialmente delle variazioni sul tema. Il film diverte abbastanza, anche se le prove successive di Nuti attore/regista saranno sicuramente più brillanti. La regia non è ancora granché personale ed incisiva; divertente però l'idea di giocare con il film di Curtiz del '42, echeggiato sin dal titolo. Nuti ripete alcune situazioni, non parodiandole, ma semplicemente riproducendole ed adattandole alle proprie corde (come la scena del saluto finale all'aeroporto o il celebre Rick's Bar, protagonista di misteriose sparizioni/apparizioni durante il film). Una sorta di omaggio insomma di Nuti ad un clima e a delle atmosfere a lui senz'altro care, tra il nostalgico ed il malinconico, in quel dualismo dolce/amaro che tanto ha caratterizzato il cinema di Nuti. Non manca la celebre "ottavina reale", colpo proibitivo del Toscano al biliardo, che è ammantato di un alone di leggenda ed incredulità, e che lo porterà a vincere nel torneo di Casablanca.
Tra i caratteristi si segnalano il solito Novello Novelli e la new entry Carlo Monni, proprietario del bar nel quale Nuti lavora inizialmente, bar misteriosamente frequentato solo da donne. Bella ed intensa la scena della notte d'amore tra Nuti e la De Sio nel deserto del Marocco, accovacciati in una decappottabile americana anni '50 tutta spigoli. Musiche, come sempre, del fratello Giovanni. Sempre nel 1985 Nuti dirigerà Tutta Colpa Del Paradiso, pellicola di qualità stratosferica, decisamente superiore al più timido Casablanca Casablanca, sorta di rodaggio del motore prima di spiccare il volo. E un anno dopo ancora sarà la volta di Stregati, a dimostrazione di un'assoluta padronanza oramai acquisita da parte del comico pratese.