Cantando Sotto La Pioggia

Cantando Sotto La Pioggia
Cantando Sotto La Pioggia

Nessun premio Oscar eppure Cantando Sotto La Pioggia è ricordato come uno dei film più importanti della storia del cinema nonché come IL musical con l'articolo determinativo e maiuscolo, ovvero il film imprescindibile dovendone scegliere uno a rappresentare e definire il genere. Del resto non è la prima volta che la Academy non riconosce in tempo reale il valore di un'opera o peggio, prende qualche svista elogiandone con troppa enfasi altre che con il passare del tempo si sgonfiano clamorosamente. Fortunatamente non è la statuetta a dare la dimensione del film diretto da Stanley Donen e dallo stesso Gene Kelly che lo interpreta assieme a Donald O'Connor e Debbie Reynolds, costantemente al suo fianco nei numeri danzati e cantati (fuorché nell'assolo che dà il titolo alla pellicola). La sceneggiatura nacque come "mezzo" per tenere incollate assieme le esibizioni musicali; le canzoni del film vennero scritte dal produttore MGM Arthur Freed per i primi musical degli anni '30 dello studio, tant'è che solo un paio sono effettivamente inedite e scritte appositamente nel 1952. Ci voleva una storia che facesse da collante e permettesse ai vari pezzetti del puzzle di formare un flusso continuo e coerente. Suppergiù è esattamente quello che accade anche dentro il film quando Gene Kelly e O'Connor devono trovare un modo per riciclare un brutto film muto in un accattivante lavoro per il cinema sonoro. La trovata geniale si rivela essere trasformarlo in un film musicale che, trascendendo le epoche storiche, riesce a mettere assieme dame e spadaccini del '700 con Las Vegas e la modernità (degli allora ruggenti anni '50). Il tono è quello della commedia, furiosa per altro nei suoi tempi, una corsa a perdifiato di 103 minuti nei quali non ci si ferma mai un istante; i personaggi si avvicendano continuamente, i set cambiano, i colori quasi accecano gli occhi dello spettatore e paradossalmente si finisce con l'avvertire una certa ansia da prestazione tanto è vorticoso il procedere del racconto. Questo effetto è acuito ulteriormente dallo strabordante entusiasmo dei protagonisti, soprattutto Kelly e O'Connor. Siamo ai limiti del parossismo, Gene Kelly è la quintessenza dell'eccitazione, del fervore, dell'ebbrezza, dell'euforia, e non stupisce sapere che durante la lavorazione l'attore avesse 39 di febbre (in particolar modo nella canzone "Singin' In The Rain", ovvero sotto litri e litri di acqua), in qualche maniera quel fervore trapassa lo schermo e si appiccica addosso al pubblico.

La colonna sonora è meravigliosa e praticamente ogni numero contenuto nel film è una piccola opera d'arte. Il più celebre ovviamente è quello che dà il titolo al film e che indubbiamente merita un posto nella storia, pura perfezione con appena un cappello ed un ombrello tra le mani sotto la pioggia scrosciante, tuttavia tra i miei preferiti figura la canzone "Good Morning" che vede i due attori ballerini esibirsi assieme alla Reynolds in una brano motivante che ogni persona dovrebbe ascoltare appena sveglia la mattina prefigurando una giornata di ottimismo, voglia di fare e determinazione a raggiungere qualsiasi risultato. E' esattamente ciò che si propongono i tre, avendo appena ideato come ribaltare una pessima situazione in una grande opportunità. L'energia è contagiosa ed è strabiliante come i tre si approprino di ogni elemento scenografico per incorporarlo nel proprio balletto e renderlo ricco, elaborato e mai ripetitivo. I momenti più strettamente comici sono affidati a 0'Connor, un ometto davvero snodabile ed espressivo almeno quanto Jim Carrey, degno sparring partner del fascinoso Kelly, e a Jean Hagen, dotata di un fisico da femme fatale di film noir e qui invece al servizio di un personaggio dalla forte carica autoironica. Nel film la sua Lina Lamont ha una voce terribile e deve essere doppiata dalla Reynolds (cantante dalla timbrica flautata), eppure in realtà anche la stessa Reynolds venne doppiata in un paio di canzoni (curiosamente una è quando lei stessa doppia la Hagen che canta a teatro "Singin' In The Rain"), poiché le sue note alte non erano sufficientemente alte.

Nel 1952 Cantando Sotto La Pioggia non divenne un instant classic bensì fu accolto in modo tiepido. Solo successivamente la critica ne riconobbe la grandezza eleggendolo a capostipite e riferimento imprescindibile del genere (sebbene i film musicali esistessero fino dall'avvento del sonoro, come proprio Donen e Kelly raccontano). Menzione di merito anche per la bellissima Cyd Charisse, sono sue le lunghissime gambe che danzano con Gene Kelly nel numero di "Broadway Melody" verso il finale del film. Oggi nel 2022 Rita Moreno (l'amica impicciona di Lina Lamont nel film che le rivela la relazione tra Gene Kelly/Don Lockwood e Debby Reynolds/Kathy Selden) è l'unica superstite ancora viva del cast. Gene Kelly impiegò circa 3 giorni per completare la scena sotto la pioggia, contrariamente alla leggenda che tutto avvenne in un unico ciak; mentre la Reynolds non aveva alcun background come ballerina poiché proveniva dal mondo sportivo della ginnastica. Questo le costò qualche rimprovero da parte di Kelly, al punto da avvilire l'attrice. Fu Fred Astaire che si fece carico di insegnare dei passi per ottimizzare la sua resa nel film e più tardi lo stesso Kelly ammise di essere stato troppo duro con lei. Anni dopo la Reynolds dichiarò che partorire e girare questo film fossero state le prove più impegnative della sua vita. Nel balletto tra lei e Kelly sulle note di "You Were Meant For Me" è abbastanza facile vedere quanta ispirazione ne ha tratto poi Damien Chazelle per coreografare la scena più iconica del suo La La Land, ovvero quando Ryan Gosling e Emma Stone si innamorano nottetempo sulle colline di Los Angeles.

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