Candido Erotico

Candido Erotico
Candido Erotico

Claudio Giorgi aka Claudio Giorgiutti aka Claude Miller aka Claudio De Molinis ha recitato in una manciata di film e ne ha diretti ancora meno tra i '70 e i primissimi anni '80. Tutto cinema di genere. Tra le sue produzioni registiche il film che più spesso viene citato è Candido Erotico ('77) con Lilli Carati, ma su Cineraglio ci siamo anche occupati di Tranquille Donne Di Campagna. Candido Erotico discende dalla genia inaugurata da Ultimo Tango A Parigi, ovvero l'irruzione del tema sessuale (più o meno esplicito) nell'ambito del dramma. Un conto erano le commedia sexy, un conto le pellicole drammatiche e/o sentimentali dove la libido spesso e volentieri faceva breccia ricorrendo alla psicologia e a Freud come cavallo di Troia. Il film di De Molinis è certamente uno di questi, anche se il travaso della sessualità nella psico(pato)logia è orchestrato ad arte. Tra le righe si può anche leggere qualche velleità di contestazione alla società borghese decadente dell'epoca, da filtrare in chiave anni '70, tuttavia l'obbiettivo principale che la storia si pone non mi pare sia dare una visione critica della (allora) contemporaneità, quanto piuttosto trovare un espediente narrativo per rappresentare un circolo erotico vizioso.

Mircha Carven (Carlo) è un italiano emigrato all'estero, un estero indeterminato ma mittel/nord europeo (Marco Giusti dice Amburgo, su Davinotti ho letto Copenhagen, io avrei detto Londra, fate vobis, poco importa). Si esibisce in un locale di nome Piccadilly come fenomeno da baraccone, è un freak, uno stallone sessuale ben dotato che inscena coreografie con partner nude che poi possiede dal vivo in mezzo ad un avido pubblico pagante fatto di canuti signorotti incappottati e snob, sotto sotto marci, laidi (e, secondo Carlo, pure impotenti). Riallaccia i rapporti con Veronica (Maria Baxa), sua vecchia conoscenza, fotografa un po' osé e coniugata con Paul (Marco Guglielmi), un riccone del posto. Marito e moglie propongono a Carlo di arrotondare lo stipendio concedendosi per un rapporto a tre, nel quale il marito della Baxa perlopiù ha funzioni contemplative (pare di capire sia impotente pure lui). Questa frequentazione offre l'opportunità a Carlo di conoscere Charlotte (Lilli Carati), figlia di primo letto di Paul. Veronica teme subito questa amicizia, un po' per gelosia, un po' perché sa che Carlo non si lascerà frenare da principi morali. Ed infatti tra i due nasce un rapporto di amore che porta addirittura alle nozze. Tuttavia Carlo custodisce i segreti pruriginosi dei genitori di Charlotte, e d'altra parte le cose con Charlotte non vanno meglio poiché, pur amandola sinceramente, Carlo ha un blocco sessuale.- SPOILER: Dopo anni ed anni di vita eticamente borderline, Carlo ha sviluppato la sua depravazione, è in grado di sfogare la sua potenza sessuale solo se qualche voyeur sbircia l'amplesso, ecco che durante il film i momenti più favorevoli a Carlo sono proprio quelli durante i quali un pescatore, un passeggero del treno e la stessa Veronica osservano i suoi atti d'amore con Charlotte. Sconfitto dalle sue pulsioni impossibili, Carlo accetta l'ennesimo incontro a tre con Veronica e Paul, ma è una trappola ordita da Paul per far cogliere Carlo in flagrante da Charlotte. Svuotato, l'uomo torna in sordina ad esibirsi al Piccadilly e Charlotte gli si presenta un'ultima volta, facendosi possedere in pubblico per la prima (e ultima volta) prima di abbandonarlo per sempre.

Il candore del titolo è probabilmente da riferirsi a Charlotte, il personaggio di Lilli Carati, una ragazza solare, dolce, capace di amare sinceramente, che in qualche misura cerca anche di comprendere Carlo, arrivando fin dove può. Ma il contesto che la circonda è guasto, irrecuperabile, a cominciare dai genitori. Il suo gesto finale è una sorta di rivincita, di umiliazione imposta a Carlo in primis e ad ogni altro attore della sua tragedia. Ogni personaggio porta in dote con sé un carico di grande squallore e miseria umana, amplificata dagli esterni freddi e spersonalizzanti della città mitteleuropea che ospita la vicenda. Per quanto anche la negazione dell'ottimismo, per come ce la racconta il Candido di Voltaire, ha più di una ragione per essere ricordata qui. Grande prova della Baxa, sensualissima, e ovviamente fari puntati sulla splendida protagonista. Una vena di malinconia un po' necrofila scorre lungo tutto il film. Quando Charlotte scopre i genitori con Carlo, assiste quasi ad una scena cannibalica, con Paul e Carlo riversi sulle carni della languida e infida matrigna Veronica. Le riprese al luna park chiuso aggiungono la solitudine dei luoghi a quella dei protagonisti. Sgradevolissima anche la scena in treno col disgraziatissimo Fernando Cerulli. Fidenco ricicla brutalmente le musiche di Emanuelle. Sceneggiatura di Luigi Montefiori (che forse aveva immaginato la parte del protagonista per sé, chissà). Piccolo ruolo anche per Ajita Wilson, modella che realizza un servizio fotografico un po' lesbo e che si esibisce con Carlo al Piccadilly. Kitsch e psichedelici gli show del locale (così come altrettanto onirica e "tossica" è l'orgia a cui partecipa Carlo). All'epoca Carven si spacciava come figlio illegittimo di Clark Gable. La Carati successivamente definì il film un polpettone (e un po' era vero dai).

Trailer ufficiale

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