
Leopoldo Savona, quello - fra gli altri - de Le Notti Dei Teddy Boys (1959) e La Leggenda Di Fra Diavolo (1962), dirige nel '71 questo improbabile Byleth, sfruttando l'onda del gotico italiano con ambientazione ottocentesca, castelli, cavalieri e vestitoni da dama impomatata. Saremmo nell'Inghilterra letteraria ma più prosaicamente stiamo nella zona di Cerveteri, nel Lazio. Qui il Duca Lionello (Mark Damon) vede tornare a casa l'amatissima sorella Barbara (Claudia Gravy) dopo un anno di assenza. Nel frattempo la donna si è sposata e questo manda Lionello su tutte le furie, poiché tra i due sin dalla fanciullezza vige una sorta di promessa sentimentale. Alla partenza di Barbara Lionello non volle seguirla e la duchessa addossa a questa decisione la sua scelta di sposarsi. I due convivono quindi a castello con il neo marito, Giordano (Aldo Bufi Landi, doppiato addirittura da un composto Renzo Montagnani). Questi annusa che c'è qualcosa di ambiguo nel rapporto tra la moglie ed il fratello, ma le sue elucubrazioni devono lasciar spazio ad una serie di morti che circondano il castello (una prostituta di paese e una serva del duca), tutte uccise dopo aver avuto rapporti sessuali, dunque nude, simili nell'aspetto e uccise entrambe con una misteriosa arma a tre lame. Le indagini si stringono intorno al castello. - SPOILER: Lionello sin da piccolo soffre di strani attacchi simili a convulsioni epilettiche, in quei frangenti delira ripetendo ossessivamente una parola che si rivela essere il nome di un temutissimo demone, Byleth. Lionello ha stretto un patto con la creatura e quando questa si impossessa di lui egli commette gli omicidi (sempre a sfondo sessuale). L'ultimo in ordine di tempo sarà quello della sorella di Giordano, Floriana (Silvana Panfili), fatta venire al castello proprio per tentare di ricondurre alla ragione l'irrequieto Lionello. In uno scontro definitivo, Byleth/Lionello ucciderà anche Giordano. Adesso Barbara può finalmente appartenere a suo fratello, ma Byleth reclama anche lei, l'unico modo per impedirne la morte e che Byleth perisca insieme a Lionello.
Mi sono reso conto che la trama, raccontata, sembra rendere il film assai più interessante di quel che è. Byleth è faticosissimo da vedere, lento e prevedibile in ogni suo minuto. La recitazione è affettata, il budget realizzativo è piuttosto dimesso, Mark Damon fa il bello ed il cattivo tempo con tutto il suo repertorio di turbe psicanalitiche e demoniache, ma dopo una mezzora ci si comincia a stancare. Il cast non comprende nomi di grandissima caratura ed anche il comparto femminile - che fa evidentemente da traino con tutte le sue insistite nudità - non è che poi faccia gridare al miracolo. Curioso come la spagnola Claudia Gravy assomigliasse alla odierna Mia Ceran, mentre Caterina Chiani (che da qui in poi deciderà di chiamarsi Marzia Damon, come Mark....) in questo film assomigli abbastanza a Rosalba Neri. La fuffa satanica è appiccicata alla bene e meglio in una trama che poteva persino farne a meno. Sarebbe stato un colpo di scena fenomenale se Lionello, rientrando a castello dopo aver ucciso Giordano, avesse gettato la maschera da Byleth rivelando di aver sempre simulato la sua instabilità psichica solo per ottenere l'oggetto del suo desiderio, Barbara. Ma il film anziché un giallo occulto intende essere un horror tout court (con insistenza un po' lagnosa sui languori sentimentali) e in tal senso si colloca tra l'ampolloso ed il camp, se le due cose non finissero col risultare opposte e contrarie tra loro. La durata originale del film di Savona era di 95 minuti, per il mercato tedesco fu rieditata tagliando molti dialoghi ed inserendo donne nude a profusione. La locandina risulta praticamente identica a quella de Il Sesso Della Strega (1973) di Angelo Pannaccio.