Blue Angel Cafe

Blue Angel Cafe
Blue Angel Cafe

Al Blue Angel Cafe di Joe D'Amato si esibisce Tara Buckman, biondissima, non più giovanissima, che canta una canzone struggente, indossando giusto un cappello, una giacca, un corpetto e delle autoreggenti (ma a volte anche i collant). Una sera viene a vederla il candidato governatore dello stato, Richard Brown (Raymond Derek) le elezioni sono imminenti e lui è il super favorito. La Buckman (Angie) gli pianta gli occhi addosso e decide che sarà il suo uomo. Lui è sposato ma poco importa, Angie non conosce ostacoli e, a colpi di erotismo e allusioni, se lo porta a letto. Per lui sarebbe una botta e via, ma Angie gli sventola continuamente le fioriere sotto il muso, e Raymond ogni volta ci ricasca, finché è ammmore conclamato. E però questo gli costa la carriera di governatore, il Partito non condivide questa condotta "immorale", la moglie lo lascia e chiede il divorzio, e il ragazzo in carriera si ritrova spiantato, senza soldi e senza lavoro, a carico di Angie che invece va conoscendo un successo "artistico" crescente. Le riviste se la contendono per fotoservizi piccanti, il Blue Angel è gremito e lei ne è la star indiscussa. Tra Angie e Raymond però le cose vanno a picco, lei è troppo presa dalla carriera e lui si sente un fallito, tanto da lasciarla e rimettersi con la moglie. Ed è a quel punto che Angie capisce di averlo perso e prova ad andare a riprenderselo, ma è troppo tardi, rimane giusto il tempo per un ultima appassionata e toccante esibizione al Blue Angel, tra le lacrime (motivetto lagnoso ed insopportabile che D'Amato ripropone continuamente nel film, manco fosse My Way di Sinatra).

Questo film rientra nella fase Usa di Joe D'Amato, un lotto di film molto cheap (non sto naturalmente parlando di Emanuelle in America) che il buon Massaccesi girò con piglio industriale, a catena di montaggio, ottimizzando cast tecnico e artistico. In Blue Angel Cafe ad esempio ritroviamo la Buckman già vista all'opera in La Signora Di Wall Street. Il livello degli attori è mediamente molto modesto, sembra una carrettata di aspiranti di qualche scuola di recitazione del Queens, ragazzoni ben piazzati e ragazze appariscenti col capello laccato col bostik. Segue una colonna sonora molto "tipica", giacche con le spalline e tutti i parafernalia che rendono un film degli anni '80 (sebbene tardi '80), riconoscibile tra mille. Rispetto a La Signora Di Wall Street, tutto sommato abbastanza casto, Blue Angel Cafe si lascia andare a qualche scena di sesso in più, e soprattutto girata in modo meno banale e svogliato. L'erotismo insomma stavolta perlomeno c'è. La Buckman raggiunge l'orgasmo in 10 secondi (in certi casi è molto comodo....) e soprattutto in quel momento fa delle facce che più che provare piacere sembra la stia squartando un branco di mastini infernali di Satana, il che fa pensare o che abbia una visione tutta sua del sesso, o che Richard Brown durante quelle scene la martoriasse a nostra insaputa. La Buckman non è bellissima, ma ha un bel corpo, anche se a livello di espressività siamo prossimi al paracarro. Per altro la moglie di Brown nel film è pure più attraente della Buckman, quindi la deriva Attrazione Fatale rimane un po' inspiegabile, ma tant'è, noi ci crediamo. Non accreditata c'è pure Laura Gemser - feticcio di D'Amato che cercava di farla lavorare sempre e comunque nei film, anche semplicemente come costumista - è la fotografa che fa il servizio sexy alla Buckman. Del resto Emanuelle proprio quello faceva, la fotografa, con una spiccata propensione per i bei corpi. Film trascurabile del filone a stelle strisce di D'Amato. Si può vedere, ma anche no; al limite, ci sono le fioriere.

Trailer ufficiale

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